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La DIVINA VOLONTA' Luisa Piccarreta
rivelazioni e dettati Signore Gesù a Luisa Piccarreta
incausa di beatificazione
"Sono Scritti che ormai bisogna far conoscere al mondo. Credo che procureranno grandi beni. Per
quanto sublime e' questa scienza del Divino Volere, altrettanto questi scritti di una dettatura celeste,
la presentano chiara e limpida. Ma, a parer mio, nessun umano ingegno avrebbe potuto formarli."
Vostro in G.C.
Canonico A.M. Di Francia
Messina, li' 20.6.1924
"...questi scritti sono i miei, non tuoi, e nelle mani di chi potranno andare, nessuno potrà toccarli per sciuparli, io li saprò custodire, e difendere, perché e roba che mi appartiene, e chiunque il prenderà con buona e retta volontà troveranno una catena di luce e di amore con cui amo le creature. Questi scritti li posso chiamare lo sfogo del mio amore, follie, deliri, eccessi del mio amore, con cui voglio vincere le creature, affinché ritornino nelle mie braccia per farla sentire quanto
l'ama e per maggiormente farle conoscere quanto l'ama, voglio giungere all'eccesso di darle il gran dono della mia Volontà come vita , perché solo con essa, l'uomo potrà mettersi al sicuro e sentire le fiamme del mio amore, le mie ansie di quanto l'amo. Sicché chi leggerà questi scritti coll'intenzione di trovare la verità sentirà le mie fiamme e si sentirà trasformata in amore e mi amerà di più. Chi poi li leggerà per trovare cavilli e dubbi la sua intelligenza dalla mia luce e dal mio amore resterà accecato e confuso. Figli miei il bene che le mie verità producono due effetti uno contrario all'altro, ai disposti é luce per formare l'occhio nella sua intelligenza e vita per dar vita di santità, che le mie verità racchiudono, agli indisposti li
(( accieca )) e li priva del bene che le mie verità racchiudono."
APPELLO DEL RE DEI RE AL SUO POPOLO PER ENTRARE NEL
REGNO DELLA SUA DIVINA VOLONTÀ
Cari ed amati figli miei,
vengo in mezzo a voi col cuore affogato nelle mie fiamme d'amore.
Vengo come Padre in mezzo ai figli che amo assai, ed è tanto il mio
amore che vengo a rimanere con voi, per far vita insieme e vivere con
una sola Volontà, con un solo amore. Vengo col corteggio delle mie
pene, del mio sangue, delle mie opere e della mia stessa morte.
Guardatemi: ogni goccia del mio sangue, ogni pena, tutte le mie opere,
i miei passi, fanno a gara, che vogliono darvi la mia Divina Volontà; fin
la mia morte vuol darvi il risorgimento della vita in essa. Nella mia
umanità tutto vi ho preparato ed impetrato: grazie, aiuti, luce e forza
per ricevere un Dono sì grande; da parte mia tutto ho fatto, ora
aspetto la parte vostra.
Chi, ingrato, non vorrà ricevere Me ed il Dono che gli porto? Sappiate
che è tanto il mio amore, che metterò da parte la vostra vita passata,
le stesse vostre colpe, tutti i vostri mali; li seppellirò nel mare del mio
amore, affinché siano tutti bruciati, ed incominceremo insieme la
novella vita, tutta di Volontà mia.
Chi avrà cuore di darmi un rifiuto e di mettermi alla porta, senza
accettare la mia visita, tutta paterna? E se mi accetterete, lo rimarrò
con voi, come Padre in mezzo ai figli Miei; ma dobbiamo stare con
sommo accordo e vivere con una sola Volontà.
Oh, quanto lo sospiro, gemo e deliro, e giungo fino a piangere, che
voglio che i miei cari figli stiano insieme con me e vivano nella mia
stessa Volontà! Sono circa seimila anni di lunghi sospiri e di lacrime
amare della mia santa umanità, che reclamo e voglio i miei figli intorno
a Me, per renderli felici e santi. Giungo a chiamarli piangendo; chissà
se si muovano a compassione delle mie lacrime, del mio amore, che
giunge fino a soffocarmi ed a farmi spasimare; e tra i singhiozzi e gli
spasimi vo' ripetendo: Figli miei, figli miei, dove siete? Perché non
venite al Padre vostro? Perché andate lontano da me, raminghi, poveri,
pieni di tutte le miserie? I vostri mali sono ferite al mio cuore; sono già
stanco di aspettarvi e giacché non venite, non potendo più contenere il
mio amore che mi brucia, vengo Io a cercarvi e vi porto il gran Dono
della mia Volontà. Deh, vi prego, vi supplico, vi scongiuro, ascoltatemi,
muovetevi a compassione delle mie lacrime, dei miei sospiri ardenti!
E non solo vengo come Padre, ma vengo come Maestro in mezzo ai
discepoli; ma voglio essere ascoltato; vi insegnerò cose sorprendenti,
lezioni di cielo, le quali vi porteranno luce che mai si spegne, amore
che sempre arde; le mie lezioni vi daranno forza divina, coraggio
intrepido, santità che sempre cresce; vi indicheranno la via ad ogni
passo; saranno le conducenti alla patria celeste.
Vengo come Re in mezzo ai popoli, ma non per esigere imposte e
tributi, no, no; vengo perché voglio la vostra volontà, le vostre mi
serie, le vostre debolezze, tutti i vostri mali. La mia sovranità è proprio
questa, voglio tutto ciò che vi rende infelici, inquieti, tormentati, per
nasconderlo e bruciarlo tutto col mio amore; e da Re benefico, pacifico,
magnanimo, qual sono, ricambiarvi con la mia Volontà, col mio amore
più tenero, con le mie ricchezze e felicità, con la pace e gioia più pura.
Se mi darete la vostra volontà, tutto è fatto, mi renderete felice e
sarete felici. Non altro sospiro, se non che la mia regni in mezzo a voi.
Il cielo e la terra vi sorrideranno, la mia Mamma Celeste vi farà da
Madre e da Regina; già essa, conoscendo il gran bene che vi riporterà il
Regno del mio Volere, per appagare i miei desideri ardenti e per farmi
cessare di piangere, ed amandovi da veri suoi figli, va girando in
mezzo ai popoli nelle nazioni per disporli a prepararli a ricevere il
dominio del Regno della mia Volontà. Fu Lei che mi preparò i popoli a
farmi scendere dal cielo in terra ed a Lei affido, al suo amore materno,
che mi disponga le anime, i popoli, per ricevere un Dono sì grande.
Perciò ascoltatemi; e vi prego, figli miei, di leggere con attenzione
queste pagine che vi metto sott'occhio e sentirete il bisogno di vivere
della mia Volontà. Io mi metterò vicino quando leggete, vi toccherò la
mente, il cuore, affinché comprendiate e risolviate di voler il Dono del
mio Fiat Divino.
Dall’ APPELLO DI LUISA
Per il regno della divina Volonta’
Oh! Voi anime che leggerete queste pagine, aprite il vostro cuore come
bambini, perche’ soltanto ai piccoli e’ dato di entrare nel Regno del
Divine Volere, fin da quaggiu’ come Gesu’ stesso ci ha insegnato:
"Come in Cielo cosi’ in Terra".
… "Ed ora una parolina a voi tutti che leggerete questi scritti… Vi prego, vi
supplico che riceviate con amore cio’ che Gesu’ vuol darvi, cioe’ la Sua
Volonta’. Ma per darvi la Sua, vuole la vostra, altrimenti non potra’ quella
regnare. Se sapeste con quanto amore il mio Gesu’ vuol darvi il piu’
gran dono che esista e in Cielo e in terra, quale e’ la Sua Volonta’!…
Oh, quante amare lagrime Egli versa, perche’ vede che col vostro volere
strisciate su tutta la terra ammiserita!… Non siete buoni a mantenere un buon
proposito, e sapete perche’?… Perche’ il Suo Volere non regna in voi.
Oh, come Gesu’ piange, sospira sulla vostra sorte!… E singhiozzando vi prega
che facciate regnare il Suo Volere in voi. Vuol farvi cambiare fortuna:
da infermi sani, da poveri ricchi, da deboli forti, da volubili immutabili,
da schiavi re. Non vuole grandi penitenze, non lunghe preghiere, ne’ altro;
ma che regni in voi il Suo Volere, e che la vostra volonta’ non abbia piu’
vita. Deh, ascoltatelo, ed io son pronta a dar la vita per ciascuno di voi, a
soffrire qualunque pena, purche’ apriate le porte dell’anima vostra, e il Voler
del mio Gesu’ regni e trionfi sulle umane generazioni!…
Ora vogliate tutti accettare il mio invito; venite meco nell’Eden, dove ebbe
principio la vostra origine, dove, l’Ente Supremo creava l’uomo, lo faceva re, e
gli dava un regno da dominare; questo regno era tutto l’universo, pero’ il suo
scettro, la sua corona, il suo comando venivano dal fondo
dell’anima sua, in cui risiedeva il Fiat Divino, come Re dominante, e costituiva
la vera regalita’ nell’uomo. Le sue vesti erano regali, fulgide piu’ che sole, i suoi
atti erano nobili, la sua bellezza era rapitrice. Dio l'amava tanto, si trastullava
con lui, lo chiamava il mio piccolo re e figlio. Tutto era felicita', ordine ed
armonia. Quest’uomo, primo padre nostro, tradi’ se stesso, tradi’ il suo
regno, e, facendo la sua volonta’, amareggio’ il suo Creatore, che tanto lo
aveva esaltato ed amato, e perdette il suo regno, il regno della Divina
Volonta’, in cui tutto gli era stato dato. Le porte del regno gli furono
chiuse, e Iddio ritiro’ a Se’ il regno dato all’uomo. E intanto, ascoltate un mio
segreto. Iddio, nel ritirare a Se’ il regno della Divina Volonta’, non disse che
non lo avrebbe dato piu’ all’uomo, ma lo tenne a riserbo, aspettando le future
generazioni, per assalirle con grazie sorprendenti, con luce abbagliante, da
eclissare l’umano volere, che ci fece perdere un regno si’ santo; e con
attrattive di mirabili e prodigiose conoscenze della Divina Volonta’, far loro
sentire la necessita’, il desiderio di mettere da banda il nostro volere, che ci
rende infelici, e slanciarci nella Divina Volonta’, come regno permanente.
Quindi il regno e’ nostro; percio’ coraggio!…
Il Fiat Supremo ci aspetta, ci chiama, ci pressa a prenderne il possesso. Chi
avra’ cuore di negarsi, chi sara’ cosi’ perfido da non ascoltare la sua chiamata,
e non accettare tanta felicita’!…
Lasciamo i miseri cenci della nostra volonta’, la veste di lutto della nostra
schiavitu’, in cui essa ci ha gettato, e ci vestiremo da regine, e ci orneremo con
fregi divini!…
Percio’ faccio appello a tutti: ascoltatemi… Sapete?! Sono una piccola Piccina,
la piu’ piccola di tutte le creature;…mi bilochero’ nel Divin Volere insieme con
Gesu’, verro’ come piccola nel vostro grembo, e con gemiti e pianti bussero’ ai
vostri cuori, per chiedervi, come una piccola
mendicante, i vostri cenci, le vesti di lutto, il vostro infelice volere, per darlo a
Gesu’; affinche’ bruci tutto, e ridandovi il Suo Volere, vi renda il Suo regno, la
Sua felicita’, la candidezza delle Sue vesti regali.
Se sapeste che significa Volonta’ di Dio!… Essa racchiude Cielo e terra; se
siamo con Essa, tutto e’ nostro, tutto pende da noi; se non siamo con Essa,
tutto e’ contro di noi; e se abbiamo qualche cosa, siamo i veri ladri del nostro
Creatore, e viviamo a via di frode e di rapina.
Percio’, se volete conoscerla, leggete queste pagine: in esse troverete il
balsamo alle ferite, che crudelmente ci ha fatto l’umano volere, la nuova aria
tutta divina, la nuova vita tutta celeste; sentirete il Cielo nell’anima vostra,
vedrete nuovi orizzonti, nuovi soli, e spesso troverete Gesu’ col
volto bagnato di pianto, che vuol darvi il Suo Volere. Egli piange perche’ vi
vuole vedere felici, e vedendovi infelici, singhiozza, sospira, prega per la
felicita’ dei figli Suoi; e, chiedendovi il vostro volere per strapparvi l’infelicita’,
vi porge il Suo, come conferma del dono del Suo Regno.
Percio’ faccio appello a tutti. E faccio questo appello insieme con Gesu’, con le
Sue stesse lagrime, coi Suoi sospiri ardenti, col Suo Cuore che brucia, che vuol
dare il Suo Fiat. Di dentro il Fiat siamo usciti, avemmo la vita, e’ giusto,
e’doveroso, che ritorniamo in Esso, nella nostra cara ed interminabile eredita’.
E per primo, faccio appello al Sommo Gerarca, al Sommo Pontefice, a Sua
Sanrtita’ al Rappresentante del regno della Divina Volonta’. Ai suoi santi piedi
questa piccola Piccina depone questo regno, affinche’ lo faccia conoscere; e,
colla sua voce paterna ed autorevole, chiami i suoi figli a vivere in questo
regno si’ santo. Il Fiat Supremo lo investa, e formi il primo sole del Voler
divino nel suo Rappresentante in terra; e, formando la sua vita primaria in
Colui che e’ il capo di tutta la Chiesa, spanda i suoi raggi interminabili in tutto il
mondo, ed eclissando tutti con la sua luce, formi un solo ovile ed un solo
Pastore!…
Il secondo appello lo faccio a tutti i Sacerdoti. Prostrata ai piedi di ciascuno,
prego, imploro, che s’interessino di conoscere la Divina Volonta’. E dico ad essi:
il primo moto, il primo atto, prendetelo da Essa, anzi, chiudetevi nel Fiat, e
sentirete quanto dolce e cara e’ la sua vita; attingerete da Essa tutto il vostro
operato; sentirete in voi una forza divina, una voce che sempre parla, che vi
dira’ cose mirabili mai ascoltate, sentirete una luce che eclissera’ tutti i mali, e
commuovendo i popoli, vi dara’ il dominio sopra di loro.
Quante fatiche fatte senza frutto, perche’ manca la vita della Divina Volonta’!…
Avete spezzato ai popoli un pane senza il lievito del Fiat, e percio’ essi,
mangiandolo, l’hanno trovato duro, quasi indigeribile; e, non sentendo la vita
in loro, non si sono arresi ai vostri insegnamenti. Percio’ mangiatelo voi questo
pane del Fiat Divino, cosi’ formerete con tutti la sua vita ed una sola
volonta’.
Il terzo appello lo faccio a tutto il mondo intero, a tutti i miei fratelli e sorelle e
figli miei. Sapete perche’ vi chiamo tutti?… Perche’ voglio dare a tutti la vita
della Divina Volonta’! Essa e’ piu’ che aria, che tutti possiamo respirare; e’
come sole, da cui tutti possiamo ricevere il bene della luce; e’ come un palpito
di cuore, che in tutti vuol palpitare; ed io, come piccola bambina, voglio,
sospiro che tutti prendiate la vita del Fiat!… Oh! Se sapeste quanti beni
ricevereste…; mettereste la vita per farla regnare in voi tutti!…
Questa piccola Piccina vuol dirvi un altro segreto, che le ha confidato Gesu’; e
ve lo dico, affinche’ mi diate la vostra volonta ed, in ricambio, riceviate quella
di Dio che vi rendera’ felici nell’anima e nel corpo.
Volete sapere perche’ la terra non produce?… Perche’ in vai punti del mondo la
terra coi terremoti spesso si apre e seppellisce nel suo seno citta’ e persone?…
Perche’ il vento, l’acqua, formano tempeste e devastano tutto?… Perche’ tanti
mali, che tutti sapete? Perche’ le cose create posseggono una Volonta’ Divina,
che le domina, e percio’ sono potenti e imperanti; sono piu’ nobili di noi,
perche’ noi siamo dominati da una volonta’ umana, e percio’ siamo degradati,
deboli e impotenti. Se per nostra sorte metteremo da banda l’umana volonta’,
e prenderemo la vita del Voler Divino, anche noi allora saremo forti, imperanti,
… saremo fratelli con tutte le cose create; le quali non solo non ci
molesteranno piu’, ma ci daranno il loro dominio sopra
di loro, e noi saremo felici nel tempo e nell’eternita!… Siete contenti? Percio’
fate presto: ascoltate questa povera Piccina che vi vuol tanto bene. Ed io
allora saro’ contenta, quando potro’ dire che tutti i miei fratelli e sorelle sono
Re e Regine, perche’ tutti posseggono la vita della Divina Volonta’!
Coraggio dunque, rispondete all’appello.
Si, sospiro che tutti a coro mi rispondiate: e molto piu’, perche’ non sono io
sola che vi chiamo, che vi prego: unito con me vi chiama, con voce tenera e
commuovente il dolce Gesu’, che tante volte, anche piangendo, ci dice:
"Prendete per vita vostra la mia Volonta’; venite nel regno di Essa".
Sappiate che il primo a pregare il Celeste Padre che venga il Suo Regno e
che si faccia la sua Volonta’ come in Cielo cosi’ in terra, fu Nostro
Signore, quando disse il Pater Noster, e trasmettendoci la Sua preghiera, fece
appello a noi, e prego’ tutti che chiedessimo il Fiat Voluntas Tua sicut in
Coelo et in terra.
Percio’, ogni qual volta recitate il Pater, Gesu’ e’ invaso da tale desiderio di
volervi dare il suo Regno, il suo Fiat, che corre per dire insieme con voi:
"Padre mio, son io che velo chiedo per I figli miei, fate presto."
Sicche’ il primo a pregare e’ Gesu’ stesso, e poi anche voi lo chiedete nel
Pater. Non vorrete dunque un tanto Bene?…
Un’ultima parola. Sappiate che questa piccola Bambina, nel vedere le smanie, i
deliri, le lagrime di Gesu’, desideroso di darvi il suo Regno, il suo Fiat, ha tanta
smania, tanti sospiri, tante ansie, per vedervi tutti nel Regno della Divina
Volonta’, tutti felici per far sorridere Gesu’, che, se non riesca con le preghiere,
con le lagrime, cerchera’ di riuscirci coi capricci, tanto presso Gesu’, quanto
presso di voi. Ascolatate quindi questa piccola Piccina,… non la fate piu’
sospirare, ditele, di grazia: Cosi’ sia, Cosi’ sia!… Tutti vogliamo il Regno
della Divina Volonta’."
Qui sotto vi è una raccolta di un po di scritti (quelli trovabili) sulla Divina
Volontà. Essendo i volumi tanti e lunghi (e per il momento difficilmente
reperibili nelle librerie) quello che sta riportato qui sottto spero che sia
neccessario per capire un pò la dottrina della Divina Volontà anche se,
forse, come afferma Gesù stesso bisogna leggere tutto per capire bene
(forse quindi leggere tutti i volumi o la dottrina che la Chiesa nel futuro
farà sulla Divina Volontà). Ciò che sta selezionato qui sotto spero che sia
utile, ovviamente con l'aiuto della Grazia, a capire come si vive nella Divina
Volontà.
10 Febbraio, 1924 Volume 16
Necessità in questi scritti di scrivere ogni cosa. Il bene che faranno. Purezza,
santità e forza indiscutibile della dottrina della Divina Volontà. Essa sarà nella
Chiesa come un nuovo Sole che la rinnoverà e così si trasformerà la faccia
della terra. L'abbandono nel Divin Volere.
Stavo pensando tra me a tutto ciò che sta scritto in questi giorni passati, e
dicevo tra me che non erano cose né necessarie né serie; potevo fare a meno
di metterle su carta, ma l'ubbidienza l'ha voluto ed io ero in dovere di dire il
fiat anche in questo... Ma mentre ciò pensavo, il mio amato
Gesù mi ha detto: "Figlia mia, eppure era tutto necessario per far conoscere
come si vive nel mio Volere. Non dicendo tutto, tu faresti mancare una qualità
del modo come vivere in Esso, e quindi non potrebbero avere gli scritti il pieno
effetto del vivere nella mia Volontà. Come per esempio, sull'abbandono del
vivere nel mio Volere. Se l'anima non vivesse del tutto abbandonata nella mia
Volontà, sarebbe come una persona che abitasse in un sontuoso palazzo ed
ora esce ad una finestra, ora ad un balcone, ora scende al portone, sicché la
poveretta poco o di passaggio vi passa da qualche stanza, e così non se ne
intende né del regime, né del lavoro che ci vuole, né dei beni che ci sono, né
ciò che può prendere, né ciò che può dare. Chissà quanti beni ci
sono, e lei non se ne intende; perciò non ama come dovrebbe amare, né fa
quella stima che merita quel palazzo. Ora, all'anima che vive nella mia
Volontà e non è del tutto abbandonata in Essa, le riflessioni proprie, le
cure di sé stessa, i timori, le turbazioni, non sono altro che le finestre,
i balconi, i portoni che si forma nella mia Volontà, e uscendo spesso
spesso è costretta a vedere e sentire le miserie della vita umana e
siccome le miserie sono proprietà sua e le ricchezze della mia
Volontà sono mie, più si attacca alle miserie che alle ricchezze, onde non
prenderà amore né gusterà che significa vivere nel mio Volere; ed avendosi
formato il portone, un giorno o l'altro se ne andrà per vivere nel misero tugurio
della sua volontà. Vedi dunque come è necessario il pieno abbandono
in Me, per vivere nella mia Volontà. Essa non ha bisogno delle miserie della
volontà umana; vuole la creatura a vivere insieme a Lei, bella, come la mise
fuori dal suo Seno, senza il misero corredo che si ha formato nell'esilio della
vita; altrimenti ci sarebbe disparità, che porterebbe dolore alla Mia
ed infelicità alla volontà umana. Vedi come è necessario far capire che ci vuole
il pieno abbandono per vivere nella mia Volontà? E tu dici che non era
necessario scrivere su ciò? Ti compatisco, perché tu non vedi ciò che vedo Io,
perciò lo prendi alla leggera. Invece, nella mia Onniveggenza vedo che questi
scritti saranno per la mia Chiesa come un nuovo Sole che sorgerà in mezzo ad
Essa, e gli uomini, attratti dalla sua luce sfolgorante, si applicheranno
per trasformarsi in questa luce ed uscire spiritualizzati e Divinizzati, per cui,
rinnovandosi la Chiesa, trasformeranno la faccia della terra.
La dottrina sulla mia Volontà è la più pura, la più bella, non soggetta
ad ombra di materia o d'interesse, tanto nell'ordine soprannaturale
come nell'ordine naturale; perciò sarà, a guisa di Sole, la più
penetrante, la più feconda e la più benvenuta ed accolta. E siccome è
Luce, per sé stessa si farà capire e si farà via. Non sarà soggetta a dubbi o a
sospetti di errore, e se qualche parola non si capirà, sarà la troppa luce, che
eclissando l'intelletto umano, non potranno comprendere tutta la pienezza
della Verità, ma non troveranno una parola che non sia verità; al più, non
potranno del tutto comprenderla. Perciò, in vista del bene che vedo, ti spingo a
nulla tralasciare di scrivere. Un detto, un effetto, una similitudine sulla mia
Volontà può essere come una rugiada benefica sulle anime, come è benefica
la rugiada sulle piante dopo una giornata di sole ardente, o come una pioggia
dirotta dopo lunghi mesi di siccità. Tu non puoi capire tutto il bene, la luce, la
forza, che c'è dentro di una parola; ma il tuo Gesù lo sa, e sa a chi deve
servire ed il bene che deve fare." Ora, mentre ciò diceva, mi ha fatto vedere
nel mezzo della Chiesa un tavolo e tutti gli scritti sulla Divina Volontà messi
sopra. Molte persone venerande circondavano quel tavolo e ne uscivano
trasformate in luce e divinizzate, e come camminavano comunicavano quella
luce a chi incontravano. E Gesù soggiunse:
"Tu lo vedrai dal Cielo il gran bene, quando la Chiesa riceverà questo
alimento celeste, che ortificandola, La farà risorgere nel suo pieno
trionfo."
IL DONO DELLA DIVINA VOLONTA’
29 Gennaio, 1919 Volume 12
... Che cosa è vivere nel Divin Volere. La vocazione di Luisa.
...Il mio Amore vuole sfogo e vuole far conoscere gli eccessi che la mia Divinità
operava nella mia Umanità in favore delle creature, eccessi che superano di
gran lunga gli eccessi che operava esternamente la mia Umanità.
Ecco pure perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora
non ho manifesto a nessuno. Al più hanno conosciuto l'ombra della mia
Volontà, la grazia e la dolcezza che contiene il farla; ma penetrarvi
dentro, abbracciare l'immensità, moltiplicarsi con me e penetrare
ovunque - anche stando in terra - e in Cielo e nei cuori, deporre i modi
umani ed agire coi modi divini, questo non è conosciuto ancora, tanto
che a non pochi sembrerà strano, e chi non tiene aperta la mente alla
luce della Verità non ne comprenderà nulla. Ma Io a poco a poco Mi
farò strada, manifestando ora una verità, ora un'altra di questo vivere
nel mio Volere, che finiranno col comprenderlo.
Ora, il primo anello che congiunse il vero vivere nel mio Volere fu la mia
Umanità. La mia Umanità con la mia Divinità nuotava nel Volere Eterno e
andavano rintracciando tutti gli atti delle creature per farli propri e dare al
Padre, da parte delle creature, una gloria divina, e portare a tutti gli atti delle
creature il valore, l'amore, il bacio del Volere Eterno.
In questo ambiente del Volere Eterno Io vedevo tutti gli atti delle creature
possibili a farsi e non fatti, e gli stessi atti buoni malamente fatti, ed Io facevo
i non fatti e rifacevo i malamente fatti. Ora, questi atti non fatti e fatti solo da
Me stanno tutti sospesi nel mio Volere, e aspetto le creature che vengano a
vivere nel mio Volere, e che ripetano nella mia Volontà ciò che feci Io.
Perciò ho scelto te come secondo anello di congiunzione con la mia Umanità,
facendosi uno solo col mio, vivendo tu nel mio Volere, ripetendo i miei stessi
atti; altrimenti da questo lato il mio Amore rimarrebbe senza sfogo, senza
gloria da parte delle creature di ciò che operava la mia Divinità nella mia
Umanità, e senza il perfetto scopo della Creazione, che deve racchiudersi e
perfezionarsi nel mio Volere. Sarebbe come se avessi sparso tutto il mio
Sangue e sofferto tanto, e nessuno lo avesse saputo: chi Mi
avrebbe amato? Quale cuore ne sarebbe rimasto scosso? Nessuno, e quindi in
nessuno avrei avuto i miei frutti, la gloria della Redenzione".
Ed io, interrompendo il dire di Gesù, ho detto: "Amor mio, se tanto bene c'è di
questo vivere nel Volere Divino, perché non lo hai manifestato prima?"
E Lui: "Figlia mia, prima dovevo far conoscere ciò che fece e soffrì la mia
Umanità di fuori, per poter disporre le anime a conoscere ciò che fece la mia
Divinità di dentro. La creatura è incapace di comprendere tutto insieme il mio
operato; perciò vado manifestandomi poco a poco.
Poi, dal tuo anello di congiunzione con Me saranno congiunti gli anelli di altre
creature, e avrò uno stuolo di anime che vivendo nel mio Volere rifaranno tutti
gli atti delle creature, e avrò la gloria di tanti atti sospesi, fatti solo da Me,
anche da parte delle creature, e queste di tutte le classi: vergini, sacerdoti,
secolari, a seconda del loro ufficio. Non più opereranno umanamente, ma
penetrando nel mio Volere, i loro atti si moltiplicheranno per tutti in modo
tutto divino, e da parte delle creature avrò la gloria divina di tanti Sacramenti
amministrati e ricevuti in modo umano, di altri profanati, di altri infangati
dall'interesse e di tante opere buone in cui resto più disonorato che
onorato…Lo sospiro tanto questo tempo, e tu prega e sospiralo insieme con
Me, e non spostare il tuo anello di congiunzione col mio, incominciando tu
come la prima."
30 Aprile, 1932
Il vivere nella Divina Volontà è un dono; e il dono è eccesso dell'amore e
magnanimità di Dio verso la creatura.
Mi sentivo tutta immersa nel Volere Divino; una folla di pensieri occupava la
mia mente; il suo dolce incanto, la sua luce che tutto investe, le sue tante
verità, che come formidabile esercito si schierano intorno, allontanano tutto ciò
che ad essa non appartiene. La felice creatura che vive nella Divina Volontà si
trova come in un'atmosfera Celeste tutta felice, nella pienezza della pace dei
Santi, e se qualche cosa desidera è perché tutti conoscano un Volere sì
amabile, sì santo, che tutti vengono a godere la sua felicità.
Ora mentre pensavo tra me come mai le creature potranno venire a vivere
nella Divina Volontà, per poter formare il suo santo Regno, il mio amato Gesù
con accento tenero mi ha detto:
"Figlia mia, come sei piccola! La tua piccolezza non si sa elevare nella Potenza,
Immensità, Bontà del tuo Creatore, e con la tua piccolezza vuoi misurare la
nostra grandezza e la liberalità nostra. Povera piccina! Ti sperdi nei nostri
interminabili poteri, e non sai dare il giusto peso ai nostri modi Divini ed
infiniti.
E' vero che umanamente parlando, la creatura, accerchiata com'è dai mali,
non sa ancora concepire come vivere nel mio Volere e come potrà formarsi il
suo Regno sulla terra; è per lei come se volesse toccare il Cielo col dito; ma ciò
che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un Dono, che la nostra
Magnanimità vuol dare alla creatura, e con questo Dono ella si sentirà
trasformata; da povera diventerà ricca, da debole forte, da ignorante
dotta, da schiava di vili passioni dolce e volontaria prigioniera di una
Volontà tutta santa, che le darà libero dominio di Sé stessa, dei Domini
Divini e di tutte le creature.
Se ad un povero mendico che veste miseri cenci, che abita in un tugurio senza
porte, quindi esposto ai ladri a tutte le intemperie, che non ha un pane
sufficiente per sfamarsi onde è costretto a mendicarlo, un re gli desse un
milione per dono, egli cambierebbe subito la sua sorte: non sarebbe più un
mendico, ma un signore che possiede palazzi, ville, che veste abiti di lusso,
che si nutre di cibi squisiti e che si trova nella possibilità di aiutare anche gli
altri. Chi ha cambiato la sorte di questo povero? Il milione ricevuto in dono.
Ora, se una vile moneta ha la virtù di cambiare la sorte di un povero infelice,
molto più il gran Dono della nostra Volontà, Dono d'infinito valore, Dono che
donato, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, tranne di quelle
anime che non Lo vorranno accettare.
Questo Dono fu dato all'uomo nel principio della sua creazione, ma, ingrato, Ce
lo respinse col fare la sua volontà. Ora che si dispone a fare il nostro Volere, si
prepara a riavere questo Dono sì grande ed infinito. Le nostre conoscenze sul
FIAT, aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente la creatura a ricevere
questo Dono, e ciò che non ha ottenuto fin oggi, lo potrà ottenere domani.
Con questo Dono, l'umana famiglia si sentirà talmente vincolata al suo
Creatore, che non si vedrà più da Lui lontana, anzi così vicina, come se fosse
della sua stessa famiglia, e convivesse nella sua stessa reggia. Allora si vedrà
nell'abbondanza delle sue ricchezze, né più sentirà le miserie, le debolezze, le
passioni tumultuanti, ,a tutto sarà forza, pace, abbondanza di grazia fino al
punto da poter dire: Nulla mi manca, ho tutto a mia disposizione.
I doni che Noi diamo sono sempre effetti del nostro Amore inestinguibile e
della nostra somma Magnanimità; perché, se volessimo badare se la creatura
merita o no, se ha fatto o no dei sacrifici, allora ciò che Noi diamo non sarebbe
più dono, ma mercede, ed il nostro dono dipenderebbe allora dalla creatura e
diverrebbe il suo diritto. No, i nostri doni non sono di diritto di nessuno. Difatti,
l'uomo non esisteva ancora, e prima che egli fosse, già creammo il cielo, il
sole, il vento, il mare, la terra fiorita, e tutto il resto per farne a lui dono.
Poteva forse meritare doni sì grandi e perenni? Ma il nostro Amore non fu
nemmeno contento, per cui nel creare Lui, gli demmo anche il gran Dono che
superò tutti gli altri, il nostro FIAT Onnipotente. Vero è che Ce Lo respinse,
però Noi Lo tenemmo in riserva, per dare poi ai figli quel medesimo Dono che
Ci respinse il padre. In contraccambio altro non vogliamo che la
corrispondenza da parte della creatura, la sua gratitudine, il suo
piccolo amore."
25 Dicembre, 1925 Volume 18
Ci vogliono le disposizioni per possedere il dono del Volere Divino. Similitudini
di Esso.
Stavo pensando a ciò che sta detto sopra, che la Volontà di Dio è un dono, e
perciò, come dono, si possiede come cosa propria. Invece, chi fa la Volontà di
Dio deve stare ai comandi, deve domandare spesso che cosa deve fare, e gli si
presta il dono, non per essere padrone, ma per fare la stessa azione che Dio
vuole, finita la quale, restituisce il dono che ha preso in prestito. Nella mia
mente si formavano tante immagini e similitudini, tra chi vive nel Volere Divino
e Lo possiede come dono e chi fa la SS. Volontà di Dio, che non solo non
possiede la pienezza del dono, ma se lo possiede è ad intervallo e ad
imprestito... Ne dico alcuna di quelle similitudini.
Supponevo che avessi una moneta d'oro, che avesse la virtù di far sorgere
quante monete io volessi: oh, quanto mi potrei far ricca con questo dono!
Invece un altro riceve questo dono in prestito per un'ora o per espletare
un'azione, per restituirlo subito: che differenza tra la mia ricchezza per il dono
che posseggo e quella di chi lo riceve ad imprestito!
Oppure, se avessi avuto in dono una luce che non si smorza mai: sicché di
notte o di giorno io sono al sicuro e ho sempre il bene di possedere questa luce
che nessuno mi può togliere; si rende come connaturale con me e Mi dà il bene
di conoscere il bene per farlo e il male per fuggirlo. Sicché con questa luce
datami in dono io mi schernisco di tutti, del mondo, del nemico, delle mie
passioni e fin di me stessa; quindi questa luce è per me sorgente perenne di
felicità. E' senza armi e mi difende, è senza voce e m'insegna, è senza mani e
piedi, e dirige la mia via e si fa guida sicura per portarmi al Cielo... Invece un
altro, quando sente bisogno, deve andare a chiedere questa luce, quindi non la
tiene a sua disposizione. Abituato a non guardare sempre insieme con la luce,
non possiede la conoscenza del bene e del male e non ha forza sufficiente per
fare il bene ed evitare il male: onde, non possedendo la luce accesa e
continuata, in quanti inganni, pericoli e vie strette non si trova? Che differenza,
tra chi possiede questa luce come dono suo e chi la deve andare a chiedere
quando ne ha bisogno... Ora, mentre la mia mente si perdeva in tante
similitudini, dicevo tra me: "Sicché il vivere nella Volontà di Dio è possedere la
Volontà di Dio, e questo è un dono. Quindi, se la Bontà di Dio non si compiace
di darlo, che può fare la povera creatura?"
In questo mentre, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno, come
stringendomi tutta a Sé, e mi ha detto:
"Figlia mia, è vero che il vivere nel mio Volere è un dono, ed è possedere il
dono più grande. Ma questo dono, che contiene valore infinito, che è
moneta che sorge ad ogni istante, che è Luce che mai si smorza, che è
Sole che mai tramonta, che mette l'anima al suo posto stabilito da Dio
nell'ordine divino e quindi prende il suo posto d'onore e di sovranità nella
Creazione, non si dà se non a chi è disposto, a chi non deve farne
sciupio, a chi deve tanto stimarlo ed amarlo, più che la propria Vita, da
essere anzi pronto a sacrificare la propria vita, per fare che questo
dono del mio Volere abbia la supremazia su tutto e sia tenuto in conto
più della stessa vita, anzi la propria vita un nulla in confronto ad Esso.
Perciò, prima voglio vedere che l'anima vuol fare davvero la mia Volontà e mai
la sua, che è pronta a qualunque sacrificio per fare la Mia, e in tutto ciò che fa
chiedermi sempre, anche come imprestito, il dono del mio Volere.
Ond'Io, quando vedo che nulla fa se non con l'imprestito del mio
Volere, glielo do come dono, perché col chiederlo e richiederlo ha formato il
vuoto nell'anima sua dove mettere questo dono celeste, e con l'essersi
abituata a vivere a prestito di questo Cibo divino, ha perso il gusto del
proprio volere, il suo palato si è nobilitato e non si adatterà ai cibi vili
del proprio io; quindi, vedendosi in possesso di quel dono che lei tanto
sospirava, agognava ed amava, vivrà della Vita di quel dono, lo amerà
e ne farà la stima che merita.
Non condanneresti tu un uomo che, preso d'affetto puerile verso un fanciullo,
solo perché gli stesse un poco intorno trastullandosi insieme, gli desse una
banconota da mille, e il bambino, non conoscendo il valore, dopo pochi minuti
lo facesse in mille pezzi? Ma se invece prima lo fa desiderare, poi gli fa
conoscere il valore, dopo il bene che gli può fare quella banconota da mille, e
poi gliela dà, quel fanciullo non la farà a pezzi, ma andrà a chiuderla sotto
chiave, apprezzando il dono e amando di più il donatore; e tu loderesti
quell'uomo che ha avuto l'abilità di far conoscere il valore della moneta al
piccolo fanciullo... Se ciò fa l'uomo, molto più Io, che do i miei doni con
saggezza e con giustizia e con vero amore. Ecco, pertanto, la necessità delle
disposizioni, della conoscenza del dono e della stima ed apprezzamento, e
dell'amare lo stesso dono.
Perciò, come foriera del dono che voglio fare alla creatura della mia Volontà, è
la conoscenza di Essa. La conoscenza prepara la via. La conoscenza è come il
contratto che voglio fare del dono che voglio dare; e quanta più conoscenza
invio all'anima, tanto più viene stimolata a desiderare il dono e a sollecitare il
Divino Scrittore, che metta l'ultima firma che il dono è suo e lo possiede. Onde
il segno che in questi tempi voglio fare questo dono del mio Volere è la
conoscenza di Esso. Quindi, sii attenta a non farti sfuggire nulla di ciò che ti
manifesto sulla mia Volontà, se vuoi che Io ci metta l'ultima firma del dono che
sospiro di dare alle creature".
Dopo ciò, la mia povera mente si sperdeva nel Volere Supremo, e facevo
quanto più potevo per fare tutti i miei atti nella Divina Volontà. Mi sentivo
investita di una luce suprema, e come uscivano da me i miei piccoli atti,
prendevano posto in quella luce e si convertivano in luce; ed io non potevo
vedere né il punto della luce in cui li avevo fatti né dove trovarli.
Vedevo solo che si erano incorporati in quella luce e non più si vedevano, e a
me riusciva impossibile poter navigare in tutta quella luce inaccessibile; starmi
dentro sì, ma valicarla tutta non era dato alla mia piccolezza.
In questo mentre, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha
detto: "Figlia mia, com'è bello l'operato dell'anima nella mia Volontà! Il suo
atto si unisce a quell'Atto solo del suo Creatore che non conosce successione di
atti, perché la Luce eterna non è divisibile, e se si potesse dividere, ciò che non
può essere, la parte divisa diventerebbe tenebre; sicché l'Atto divino, essendo
luce di tutto il suo operato, forma un solo atto. Onde l'anima, operando nella
Luce del mio Volere, si unisce a quell'Atto solo del suo Creatore e prende posto
nell'ambito della Luce dell'Eternità. Perciò non puoi vedere i tuoi atti, né nella
parte della Luce dove li hai fatti, né dove si trovano, perché la Luce eterna di
Dio è invalicabile per la creatura, da poterla valicare tutta, ma essa sa di certo
che il suo atto c'è in quella Luce e prende posto nel passato, nel presente e nel
futuro.
Vedi, anche il Sole tiene in parte questa proprietà, essendo lui immagine ed
ombra della Luce divina. Supponi che tu operassi in quel punto dove il Sole
spande la sua luce solare: tu vedi la sua luce avanti, sopra, dietro di te, a
destra e a sinistra, quindi, se tu volessi vedere qual è stata la parte della luce
del Sole che ti circonda tutta, tu non la sapresti trovare né distinguere;
sapresti dire solo che la luce di certo era sopra di te. Ora, quella luce stava fin
dal primo istante in cui fu creato il Sole, sta e starà. Se il tuo atto potesse
convertirsi in luce solare come si converte in Luce divina, potresti forse trovare
la tua particella di luce e la luce che ti è stata data dal Sole per farti operare?
Certo che no; ma sai tuttavia che da te è uscito un atto che si è incorporato
alla luce del Sole. Perciò dico che il vivere nel Volere Supremo è la cosa più
grande, è il vivere Vita Divina.
Il Celeste Creatore, come vede l'anima nella sua Volontà, la prende fra
le sue braccia e, ponendola nel suo seno, la fa operare con le sue
stesse mani e con la potenza di quel FIAT con cui furono fatte tutte le
cose; fa scendere sulla creatura tutti i suoi riflessi, per darle la
somiglianza del suo operato. Ecco perché l'operato della creatura diventa
luce, si unisce a quell'Atto solo del suo Creatore e si costituisce in gloria eterna
e lode continua del suo Creatore.
Perciò, sii attenta e fa che il vivere nel mio Volere sia per te il tuo
tutto, affinché mai possa scendere dalla tua origine, cioè dal seno del
tuo Creatore."
27 Ottobre, 1922 Volume 14
L'Umanità SS. di Gesù diede in Sé la Vita ai figli delle tenebre, convertendoli in
Figli della Luce, e di questi contiene una seconda generazione che deve far
uscire: I Figli del Divin Volere.
Stavo pensando tra me a tutto ciò che sta scritto in questo giorni passati, e
dicevo tra me: "Come è possibile che il mio dolce Gesù abbia aspettato tanto
tempo per far conoscere tutto ciò che operava la sua Umanità nella Divina
Volontà per amore delle creature?"
Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù, facendosi vedere col suo
Cuore aperto, mi ha detto:
"Figlia del mio Volere, perché impensierirti? Ciò successe anche nella
Creazione. Quanto tempo non la tenni nel mio seno realmente formata? E
quando a Me piacque la misi fuori. E la stessa Redenzione, quanto altro non la
tenni in Me? Potrei dire "ab eterno", eppure aspettai tanto tempo per scendere
dal Cielo e darne il compimento. È il mio solito: prima fecondo le mie Opere, le
formo in Me, ed a tempo propizio le metto fuori.
Anzi, tu devi sapere che la mia Umanità conteneva in Sé due generazioni, i figli
delle tenebre e i figli della Luce. I primi venivo a riscattarli, e quindi sborsai il
mio Sangue per metterli in salvo.
La mia Umanità era santa, e nulla ereditò delle miserie del primo uomo; e
sebbene era simile nelle fattezze naturali, era però intangibile da ogni minimo
neo che potesse adombrare la mia Santità. La mia eredità fu la sola Volontà
del Padre mio, in cui dovevo svolgere tutti i miei atti umani, per formare in Me
la generazione dei figli della Luce. Vedi, questa generazione Mi venne dato di
formarla proprio nel grembo della Volontà del mio Celeste Padre, ed Io non
risparmiai né fatiche, né atti, né pene, né preghiere, anzi era in cima a tutte le
cose che facevo e pativo, in modo che la concepii in Me, la fecondai e la
formai. erano proprio loro, i figli della Luce, che il Divin Padre con tanto amore
Mi aveva affidato; era la mia eredità prediletta, che Mi venne consegnata nella
SS. Volontà Suprema.
Ora, dopo aver conosciuto i beni della Redenzione e come voglio tutti salvi,
dando a tutti i mezzi che ci vogliono, passo a far conoscere che in Me c'è
un'altra generazione che debbo far uscire, i miei figli che devono vivere nel
Divin Volere, e che proprio nel mio Cuore tengo preparate tutte le grazie, tutti i
miei atti interni fatti nell'ambito della Volontà Eterna per loro, e che aspettano
il bacio dei loro atti, la loro unione, per dar loro l'eredità della Volontà
Suprema. E come La ricevetti Io, voglio darla a loro, per far uscire da Me la
seconda generazione dei figli della Luce.
Se la mia Umanità non desse questa eredità che possedeva, cioè la Divina
Volontà la sola ed unica cosa che Io amavo e che tutto il bene Mi dava,
sarebbe stata incompleta la mia discesa sulla terra, né potrei dire che ho dato
tutto, anzi avrei riservato per Me la cosa più grande, la parte più nobile e
divina.
Vedi dunque quanto è necessario che il mio Volere sia conosciuto in tutti
i rapporti, nei prodigi, negli effetti, nel valore, ciò che feci Io in questo
Volere per le creature, ciò che devono far loro; e questa conoscenza
sarà una calamita potente per attirare le creature a far loro ricevere
l'eredità del mio Volere, e per fare uscire in campo la generazione dei
figli della Luce, i Figli del mio Volere. Sii attenta, figlia mia: tu sarai il
portavoce, la Tromba, per chiamarli e riunire questa generazione tanto
a Me prediletta e sospirata."
11 Settembre, 1922 Volume 14
Solo nel Divin Volere si trova e si dà riposo, perché solo Esso è il compimento
delle opere di Dio.
Continuando il mio solito stato, mi abbandonavo tutta nel Santo Volere del mio
dolce Gesù, e sentendo bisogno di riposarmi dicevo tra me: "Anche il mio
sonno nella tua Volontà; non altro voglio che prendere il vero riposo nelle
braccia del tuo Volere".
E Gesù: "Figlia, stendi su tutte le creature il tuo riposo come manto da coprirle
tutte, perché solo nel mio Volere c'è vero riposo, e siccome avvolge tutto,
riposando nella mia Volontà ti stenderai su tutti per impetrare a tutti il vero
riposo. Quanto è bello vedere una nostra creatura riposare nelle braccia della
nostra Volontà! Ma per trovare vero riposo, è necessario che metta in via tutti i
suoi atti, le sue parole, il suo amore, i suoi desideri, ecc., nel nostro Volere,
affinché come prendano posto in Esso così ricevano il riposo ed Io Mi riposo in
loro. Tutte le opere allora danno riposo quando si compiono, ma se non sono
compiute, danno sempre sempre un pensiero, un da fare che rende inquieto il
vero riposo. Ora, il compimento dell'Opera della Creazione era che l'uomo
compisse in tutto la nostra Volontà. Essa doveva essere la Vita, il cibo, la
corona della creatura; e siccome questo non c'è ancora, l'Opera della
Creazione non è compiuta ancora, e né Io posso riposare in essa, né lei in Me;
Mi dà sempre da fare, ed Io anelo questo compimento e riposo. Perciò amo e
voglio tanto che si conosca il modo di vivere nel mio Volere; né mai potrò dire
che l'Opera della Creazione e Redenzione è compiuta, se non ho tutti gli
atti della creatura, che come letto si estendano nel mio Volere per darmi
riposo. Ed Io, qual bel riposo non darò a lei, nel vederla ritornare sulle ali della
nostra Volontà col suggello del compimento della Creazione? Il mio seno sarà il
suo letto. Perciò non c'è cosa che ho fatto che non abbia avuto per primo
scopo che l'uomo prendesse possesso del mio Volere ed Io del suo. Nella
Creazione fu questo il mio primo scopo. Nella Redenzione lo stesso. I
Sacramenti istituiti, le tante grazie fatte ai miei Santi, sono stati semi, mezzi,
per far giungere a questo possesso del mio Volere.
Perciò non trasgredire nulla di ciò che voglio nella mia Volontà, sia con lo
scrivere, sia con la parola, sia con le opere. Da questo solo puoi conoscere che
è la cosa più grande, la più importante, la più che M'interessa, il vivere nel mio
Volere: dai tanti preparativi che L'hanno preceduta. E vuoi tu sapere dove fu
gettato questo seme del mio Volere? Nella mia Umanità. In Essa germogliò,
nacque e crebbe; sicché nelle mie piaghe, nel mio Sangue, si vede questo
seme che vuol trapiantarsi nella creatura, affinché lei prenda possesso della
mia Volontà ed Io della sua, affinché l'Opera della Creazione ritorni al principio
donde uscì, non solo per mezzo della mia Umanità, ma anche della stessa
creatura… Saranno poche, fosse pure una sola: e non fu uno solo colui che
sottraendosi dal mio Volere sfregiò e ruppe i miei piani, e distrusse lo scopo
della Creazione? Così una sola può fregiarla e realizzarla nel suo scopo. Ma le
opere mie non restano mai isolate; sicché avrò l'esercito delle anime
che vivranno nel mio Volere, ed in loro avrò la Creazione reintegrata,
tutta bella e speciosa come uscì dalle mie mani. Altrimenti non avrei
tanto interesse di far conoscere questa Scienza del mio Divin Volere."
LE VERITA’ SULLA DIVINA VOLONTA’
25 Gennaio, 1922 Volume 13
In cielo si ha la gloria, beatitudini e gioie, per quante verità si sono conosciute
in terra. L’anima deve aprire le porte alla Divina Volontà.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, nel venire mi ha
detto: "Figlia mia, quante verità di più ti manifesto, tante specialità di
beatitudini ti faccio in dono. Ogni verità contiene in sé una beatitudine, una
felicità, (una) gioia e bellezza distinta, sicché ogni verità (in) più che conosci
porta in te beatitudine, felicità, gioia, bellezza, di cui tu resti arricchita; sono
semi Divini che l’anima riceve, e manifestandoli agli altri, comunica questi semi
e arricchisce chiunque li riceve. Ora, le verità conosciute in terra, essendo semi
Divini che germogliano beatitudini, gioia, ecc., in Cielo, quando l’anima sarà
nella sua Patria, saranno fili elettrici di comunicazione, per cui la Divinità
sprigionerà dal suo seno tanti atti di beatitudine per quante verità (essa) ha
conosciuto. Oh, come ne resterà inondata, come da tanti diversi mari immensi!
Già il germe lo tieni; col tenere il germe tieni il vuoto dove poter ricevere
questi mari immensi di felicità, di gioia e di bellezza. Chi non tiene il germe, chi
non ha conosciuto una verità in terra, gli manca il vuoto per poter ricevere
queste beatitudini. Succede come quando un piccino non ha voluto studiare
tutte le lingue; facendosi grande e sentendo parlare in quelle lingue, (che) lui
non volle o non (gli) venne dato di poterle studiare, non ne capirà nulla,
perché col non voler studiare, la sua intelligenza restò chiusa, e non fece
nessuno sforzo per preparare un posticino per comprendere quelle lingue; al
più, resterà ammirato, goderà della felicità altrui, ma lui (non) la possederà né
sarà causa di felicità (per) gli altri. Vedi dunque che significa conoscere una
verità di più o una verità di meno. Se tutti sapessero che grandi beni si
perdono, farebbero a gara per fare acquisto di verità.
Ora, le verità sono i segretari delle mie beatitudini, e se Io non le manifesto
alle anime, loro non rompono il segreto che contengono; nuotano nella mia
Divinità aspettando il loro turno per fare da agenti Divini e far conoscere (Me
e) quante beatitudini di più contengo. E quanto più a lungo sono state
occultate nel mio seno, con tanto più fragore e maestà escono fuori per
inondare le creature e manifestare la mia Gloria. Credi tu che tutto il Cielo sia
a giorno di tutti i miei beni? No, no! Oh, quanto gli resta da godere,
che oggi non gode! Ogni creatura che entra in Cielo, che ha conosciuto una
verità (in) più degli altri, non conosciuta, porterà in sé il seme per fare
sprigionare da Me nuovi contenti, nuove gioie e nuova bellezza, di cui quelle
anime ne saranno come causa e fonte e gli altri ne prenderanno parte.
Non verrà l’ultimo dei giorni, se non trovo anime disposte per rivelare tutte le
mie verità, per fare che le Celeste Gerusalemme risuoni della mia completa
Gloria e tutti i Beati prendano parte a tutte le mie beatitudini, chi come causa
diretta, per aver conosciuto la verità, e chi come causa indiretta, per mezzo di
colei che l’ha conosciuto. Ora, figlia mia, voglio dirti per consolarti e per fare
che sia attenta ad ascoltare le mie verità: le verità che più Mi glorificano sono
quelle che riguardano la mia Volontà, causa primaria per cui creai l’uomo, che
la sua volontà fosse una col suo Creatore; ma l’uomo, essendosi sottratto dalla
mia Volontà, si rese indegno di conoscere il valore e gli effetti e tutte le verità
che Essa contiene. Ecco perciò tutte le premure con te, per fare che fra Me e te
i voleri corressero insieme e stessero sempre in sommo accordo, per fare che
l’anima possa aprire le porte e rendersi disposta per conoscere le verità che la
mia Volontà contiene. La prima è voler vivere del mio Volere, la seconda
è volerlo conoscere, la terza è apprezzarlo. Onde con te ho aperto le porte
della mia Volontà, affinché ne conoscessi i segreti che l’uomo aveva sepolto nel
mio seno, gli effetti ed il valore che Essa contiene; e quante verità conosci
della mia Volontà, tanti semi ricevi e tanti segretari Divini ti fanno corteggio.
Oh, come ne fanno festa intorno a te, avendo trovato a chi confidare il loro
segreto! Ma la festa più bella la faranno quando ti condurranno in Cielo,
quando la Divinità, al tuo primo entrare, sprigionerà tante diverse beatitudini
di gioia, di felicità e di bellezza, distinte tra loro, che non solo inonderanno te,
ma tutti i Beati ne prenderanno parte. Oh, come il Cielo aspetta la tua venuta,
per godere questi nuovi contenti!"
30 Gennaio, 1922 Volume 13
Ogni verità rivelata è una nuova creazione. Voler impedire questo è offesa a
Dio.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù, nel venire, vedendomi
tutta ritrosa nel manifestare e nello scrivere ciò che Lui mi dice, con
un’imponenza da farmi tremare, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia parola è creatrice, e quando parlo facendo conoscere una
verità che Mi appartiene, non sono altro che nuove creazioni Divine che faccio
all’anima. E siccome, quando creai il Cielo, con un solo "FIAT" distesi i cieli e li
tempestai di miliardi di stelle, tanto che non c’è parte della terra dalla quale
non si veda questo cielo, e se da qualche punto non si vedesse sarebbe
un disordine (per) la Potenza Creatrice e potrebbero dire che la forza creatrice
non aveva potere di distendersi ovunque, così le mie verità sono più che Cielo
che vorrei far conoscere a tutti, da un punto all’altro della terra, e come tante
stelle (far) passare di bocca in bocca, per ornarmi il Cielo delle verità che ho
manifestato. Se la creatura volesse occultare le mie verità, farebbe come se
volesse impedirmi (di) creare il Cielo; e col segreto che vorrebbe Mi farebbe
disonore; è come se una persona volesse impedire che gli altri guardassero il
Cielo, il Sole e tutte le cose da Me create, per non farmi conoscere. Ah, figlia
mia! La Verità è Luce, e la Luce (per) sé stessa si stende, ma per stendersi è
necessario farla conoscere; il resto lo farà da sé. Altrimenti resterà compressa,
senza il bene di poter illuminare e fare la via che vuole. Perciò sii attenta e non
impedirmi di potere stendere la Luce delle mie Verità."
13 Marzo, 1922 Volume 14
L'anima che vive nella Divina Volontà è portata da Gesù nelle sue braccia come
in una barchetta; in quale modo essa viene equipaggiata. Il gran bene che
porta il ricevere la Verità.
Trovandomi fuori di me stessa, mi son trovata in mezzo ad una valle fiorita in
cui ho trovato il mio Confessore defunto, morto il giorno 10 corrente (il terzo
Confessore, don Gennaro di Gennaro), e secondo il suo solito di quando viveva
quaggiù, mi ha detto: "Dimmi, che ti ha detto Gesù?" Ed io: "Mi ha parlato nel
mio interno, a voce non mi ha detto nulla, e voi sapete che delle cose che
sento nel mio interno non ne tengo conto".
E lui: "Voglio sentire anche ciò che ti ha detto nel tuo interno".
Ed io, come costretta: "Mi ha detto: 'Figlia mia, ti porto nelle mie braccia; le
mie braccia ti serviranno di barchetta per farti navigare nel mare interminabile
della mia Volontà. Tu poi, come farai gli atti nel mio Volere, formerai le vele,
l'albero, l'àncora, che serviranno non solo come ornamento della barchetta, ma
per farla camminare con più velocità. È tanto l'amore che porta a chi
vive nel mio Volere, che la porto nelle mie braccia senza lasciarla mai". Ma
mentre ciò diceva, ho visto le braccia di Gesù in forma di barchetta, ed io nel
mezzo di essa".
Il Confessore, nel sentire ciò, mi ha detto: "Tu devi sapere che quando Gesù ti
parla e ti manifesta le sue verità, sono raggi di luce che piovono su di te. Tu
poi, quando le manifestavi a me, non avendo la virtù sua, me le manifestavi a
gocce, e l'anima mia ne restava tutta riempita di luce, e quella luce mi dava più
spinta, più voglia di sentire altre verità, per poter ricevere più luce; perché le
verità portano il profumo celeste, la sensazione divina. E questo solo al
sentirle; che sarà per chi le pratica? Ecco, perciò amavo, desideravo tanto
sentire ciò che ti diceva Gesù, e volevo dire agli altri; era la luce, il profumo
che sentivo, e volevo che altri ne prendessero parte. Se sapessi il gran bene
che ha ricevuto l'anima mia nel sentire le verità che ti diceva Gesù! Come
gocciola ancora luce, espande profumo celeste, che non solo mi dà refrigerio
ma mi serve di luce, a me e a chi mi sta vicino! E come tu fai i tuoi atti nel
Volere Divino, io ne prendo parte speciale, perché mi sento il seme che suo
Volere SS. che tu gettavi in me".
Ed io: "Fatemi vedere l'anima vostra; com'è che gocciola luce?"
E lui, aprendosi dalla parte del cuore, io vedevo l'anima tutta gocciolante di
luce; quelle gocce si riunivano, si dividevano, una scorreva sopra l'altra; era
bello a vedere. E Lui: "Hai visto? Com'è bello sentire le verità! Chi le verità non
sente, gocciola tenebre da far terrore."
26 Agosto, 1922 Volume 14
Le verità toccate spandono il loro profumo.
Stavo rivedendo nei miei scritti, secondo l'ubbidienza, ciò che dovevo segnare
per farlo copiare, e pensavo tra me: "A che pro tanti sacrifici? Qual bene ne
verrà?"; e mentre ciò pensavo e facevo, il benedetto Gesù mi ha preso la mano
fra le sue, e stringendola forte mi ha detto:
"Figlia mia, come il fiore toccato spande con più intensità il suo
profumo, tanto che se non è toccato sembra che non contenga tanto
profumo, e l'aria non resta imbalsamata da quel odore, così le mie
verità: quanto più si pensano, si leggono, si scrivono, se ne parla, si
diffondono, tanto più profumo spandono, in modo da profumare tutto e
di giungere fin nel Cielo, ed Io sento il profumo delle mie verità e Mi
sento di manifestare altre verità, vedendo che le verità manifestate
spandono la luce ed il profumo che contengono. Invece, non toccate le
mie verità, il profumo e la luce restano come compressi e non si spandono, ed
il bene e l'utile che contengono le mie verità resta senza effetto, ed Io Mi sento
defraudato nello scopo per cui ho manifestato le mie verità. Sicché, se non ci
fosse altro che per farmi sentire il profumo delle mie parole per rendermi
contento, dovresti essere felice di farne il sacrificio.
9 Ottobre 1921 Vol.13
"…La volontà dell’uomo è quello che più rassomiglia al suo Creatore.
Nella volontà umana ci ho messo parte della mia Immensità e della mia
Potenza, e dandole il posto d’onore l’ho costituita regina di tutto l’uomo e
depositrice di tutto il suo operato. Come le creature tengono le casse dove
conservare la loro roba, per tenerla custodita, così l’anima tiene la sua
volontà (per) conservare e custodire tutto ciò che pensa, che dice e che opera;
neppure un pensiero sperderà. Ciò che non può fare con l’occhio, con la bocca,
con le opere, lo può fare con la volontà; in un istante può volere mille beni e
mille mali. La volontà fa volare il pensiero al Cielo, nelle parti più lontane, e fin
negli abissi. Si può impedire che operi, che veda, che parli, ma tutto ciò lo può
fare nella volontà. Tutto ciò che vuole e fa forma un atto e lo lascia in
deposito nel suo stesso volere, e come la volontà si può estendere,
quanti beni o mali non può contenere? Perciò, tra tutto, voglio il volere
dell’uomo, perché se ho questo, ho tutto; la fortezza è vinta."
8 Dicembre 1923 Vol.16
"…Tu devi prima sapere che la mia Divinità è un Atto solo; tutti gli atti
suoi si concentrano in Uno solo. Questa significa essere Dio, il portento più
grande della nostra Essenza Divina: non essere soggetta a successione di atti;
e se alla creatura sembra che ora facciamo una cosa ed ora un'altra, è
piuttosto che facciamo conoscere ciò che c'è in quel solo Atto, ed essendo la
creatura incapace di conoscerlo tutto d'un solo colpo, glielo facciamo conoscere
a poco a poco."
2 Marzo 1924 Vol.16
"…Perciò non c'è cosa più sublime, più estesa, più divina, più santa del
vivere nel mio Volere; le generazioni dei suoi atti sono incalcolabili.
Sicché l'anima, quando non è unita con la mia Volontà né entra in Essa, non dà
la giratina né apre la corrente della sua Luce interminabile. Quindi, tutto ciò
che fa resta personale ed individuale; il suo bene, la sua preghiera è come
quella piccola luce che si usa nelle stanze, che non tiene virtù di dar luce a
tutti i ripostigli della casa, e molto meno può dare luce fuori, e se manca l'olio,
cioè la continuazione dei suoi atti, la piccola luce si smorza e resta all'oscuro."
16 Febbraio 1921 Vol.12
"Figlia mia, per entrare nel mio Volere non ci sono vie né porte né
chiavi, perché il mio Volere si trova dappertutto, scorre sotto i piedi, a destra e
a sinistra, sopra il capo e dovunque. La creature non deve fare altro che
togliere la pietruzza della sua volontà………….basta che si voglia e
tutto è fatto. Il mio Volere prende l'impegno di tutto e di darle ciò che le
manca, e la fa spaziare nei confini interminabili della mia Volontà. Tutto il
contrario è per le altre virtù: quanti sforzi ci vogliono, quanti
combattimenti, quante vie lunghe! E mentre pare che la virtù le
sorrida, (una passione un po' violenta), una tentazione, un incontro
inaspettato, la sbalzano indietro e la mettono a far da capo la via".
Differenza che passa tra chi vive nel Divin Volere e chi si trova in Esso solo
perché creatura.
Stavo facendo la mia solita adorazione al Crocifisso mio Bene, dicendogli:
"Entro nel tuo Volere, anzi, dammi la tua mano e mettimi Tu stesso
nell'immensità della tua Volontà, affinché nulla faccia che non sia effetto del
tuo SS. Volere".
Ora, mentre ciò dicevo, pensavo tra me: "Come, la Volontà Divina è da per
tutto, già mi trovo in Essa…, ed io dico: entro nel tuo Volere?"
Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha
detto: "Figlia mia, eppure c'è gran differenza tra chi prega o agisce perché la
mia Volontà lo involge e di sua natura si trova da per tutto, e tra chi, di sua
volontà, avendo in sé conoscenza di ciò che fa, entra nell'ambiente divino della
mia Volontà per operare e pregare. Sai tu che succede? Come quando il Sole
riempie la terra della sua luce, ma però non in tutti i punti la luce ed il calore
sono uguali; in diversi punti c'è ombra, in altri punti c'è luce diretta ed il calore
è più intenso. Ora, chi gode più luce, chi sente più calore: chi sta all'ombra o
chi sta nei punti dove la luce non è coperta dall'ombra? Tuttavia non si può
dire che dove c'è l'ombra non ci sia la luce; ma però dove non c'è
ombra la luce è più viva, il calore è più intenso, anzi i raggi del sole avesse
ragione, ed una creatura di sua spontanea volontà si esponesse ai suoi raggi
cocenti, ed a nome di tutti gli dicesse: "Grazie, o sole, della tua luce e di tutti i
beni che fai nel riempire la terra; per tutti voglio renderti
il contraccambio del bene che fai", quale gloria, onore e compiacimento non
riceverebbe il sole? Ora, è vero che la mia Volontà sta dappertutto, ma
l'ombra della volontà umana non fa sentire la vivezza della luce, del
calore e di tutto il bene che contiene. Invece, col voler entrare nella
mia Volontà, l'anima depone la sua e toglie l'ombra del suo volere, e la
mia Volontà fa splendere la sua vivida luce, la investe e la trasforma
nella stessa luce, e l'anima, inabissata nel mio Volere Eterno,
Mi dice: "Grazie, o Santo Volere Supremo, della tua Luce e di tutti i
beni che fai col riempire Cielo e terra del tuo Eterno Volere; per tutti
voglio renderti il contraccambio del bene che fai; ed Io sento tale
onore, gloria e compiacimento, che nessun altro gli è eguale. Figlia
mia, quanti mali fa l'ombra della propria volontà! Raffredda l'anima,
produce l'ozio, il sonno, l'intorpidimento…Diversamente è chi vive nella
luce del mio Volere".
27 Gennaio 1925 Vol.17 (vedi anche pag. 25)
Mentre stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, pensavo tra me:
Prima, quando mi fondevo nel Santo Supremo Volere, Gesù era con
me, ed insieme con Lui io entravo in Esso, sicché l'entrare era una
realtà; ma adesso io non Lo veggo, sicché non so se entro nell'Eterno
Volere o no. Nel formare l'atto dell'ingresso nel Divino Volere mi sento
piuttosto come una che recita una lezioncina imparata a memoria,
oppure che quelle parole d'ingresso non siano che un modo di dire.
Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio
interno, e prendendomi una mano nella sua, mi spingeva in alto, e mi
ha detto:
"Figlia mia, tu devi sapere che, o Mi vedi o non Mi vedi, ogniqualvolta
tu ti fondi nella mia Volontà, Io, da dentro il tuo interno, ti prendo una
mano per spingerti in alto, e dal Cielo ti do l'altra mia mano, per
prenderti l'altra mano e tirarti su, in mezzo a Noi, nell'interminabile
nostra Volontà. Sicché stai in mezzo alle mie mani, fra le mie
braccia..."
4 Gennaio 1925 Vol.17 (vedi anche pag. 24)
Avendo compiuto tutta la giornata, stavo pensando tra me: "Che altro mi
resta da fare?" E nel mio interno mi son sentito dire: "Tieni da fare la cosa più
importante, il tuo ultimo atto di fonderti nella Volontà Divina."
Ond'io mi sono messa, secondo il mio solito, a fondere tutto il mio povero
essere nella Volontà Suprema; e mentre ciò facevo mi sembrava che si
aprissero i cieli, ed io andavo incontro a tutta la Corte Celeste e tutto il cielo
veniva alla volta mia. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l'atto più solenne, più grande,
più importante di tutta la tua vita. Fonderti nella mia Volontà è entrare
nell'ambito dell'Eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni
che contiene la Volontà Eterna. Anzi, come l'anima si fonde nel Supremo
Volere, tutti le vanno incontro per comunicare in lei tutto ciò che hanno di beni
e di gloria. Gli angeli, i santi, la stessa Divinità, tutti comunicano, sapendo che
comunicano in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro. Anzi, l'anima, col
ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a
tutto il cielo doppia gloria ed onore. Sicché, col fonderti nella mia Volontà metti
in moto cielo e terra. E' una nuova festa a tutto l'Empireo..."
8 Aprile, 1918 Volume 12, Luisa Piccarreta.
Differenza tra il vivere uniti a Gesù e il vivere nel suo Volere; che cosa è
questo.
“Ritornando sul punto del vivere nel Volere Divino, mi era stato detto che era
come vivere nello stato d'unione con Dio; e il mio sempre amabile Gesù nel
venire mi ha detto: "Figlia mia, c'è gran differenza tra il vivere uniti con
Me e il vivere nel mio Volere."
E mentre ciò diceva, mi ha steso le braccia e mi ha detto: "Vieni nel mio
Volere, anche un solo istante, e vedrai la gran differenza".
Io mi sono trovata in Gesù. Il mio piccolo atomo nuotava nel Volere Eterno, e
siccome questo Volere Eterno è un Atto solo che contiene insieme tutti gli atti
passati, presenti e futuri, io, stando nel Volere Eterno, prendevo parte a
quell'Atto solo che contiene tutti gli atti, per quanto a creatura è possibile. Io
prendevo parte anche agli atti che non esistono e che dovranno esistere fino
alla fine dei secoli e finché Dio sarà Dio; e anche per questi io Lo amavo, Lo
ringraziavo, Lo benedivo, ecc. Non c'era atto che mi sfuggisse. E ora
prendevo l'Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e lo facevo mio,
come era mio il loro Volere e lo davo a Loro come mio…Com'ero contenta di
poter dar Loro il loro Amore come mio! E come Loro trovavano il pieno
contento e lo sfogo completo nel ricevere da me il loro Amore come mio.! Ma
chi può dire tutto? Mi mancano i vocaboli.
Ora, il benedetto Gesù mi ha detto: "Hai visto che cosa è vivere nel mio
Volere? È scomparire, è entrare nell'ambito dell'Eternità, è penetrare
nell'Onnipotenza dell'Eterno, nella Mente Increata, e prendere parte a
tutto e a ciascun atto divino, per quanto a creatura è possibile; è
fruire, anche stando in terra, di tutte le qualità divine; è odiare il male
in modo divino; è quello spandersi a tutti senza esaurire, perché la
Volontà che anima questa creatura è divina. È la Santità ancora non
conosciuta e che farò conoscere, che metterà l'ultimo ornamento e il
più bello e il più fulgido di tutte le altre santità, e sarà corona e
compimento di tutte le altre santità.
Ora vivere uniti con Me non è scomparire; si vedono due esseri insieme, e chi
non scomparisce non può entrare nell'ambito dell'Eternità per prendere parte
a tutti gli atti divini. Pondera bene e vedrai la gran differenza."
Volume 1
…Mi sembravano tutte ombre e non facevo altro che pensare ai miei peccati,
ma sempre più stretta a Lui. Avevo tale timore d’allontanarmi e di fare peggio
che prima, che io stessa non so esprimerlo.
Non facevo altro quando mi trovavo con Lui che dirle la pena che sentivo per
averlo offeso, gli chiedevo sempre perdono, lo ringraziavo ch’era stato tanto
buono con me, gli dicevo di cuore:
"Vedi oh Signore il tempo che ho perduto, mentre potevo amarvi." Onde non
sapevo dire altro il male grave che avevo fatto.
Finalmente, un giorno, riprendendomi mi disse: "Non voglio che ci pensi.
Quando un’anima si è umiliata convinta d’avere fatto male ed ha lavato l’anima
sua nell sacramento della confessione, ed è pronta a morire anzichè
offendermi, è un affronto alla mia misericordia, è un impedimento a stringerla
all’amore mio, perché sempre cerca la sua mente d’involgersi nel
fango passato, m’impedisce ancora farle prendere voli verso il cielo, perché
sempre con quelle idee racchiuse in se stessa se cerchi di pensarvi. E poi, vedi,
Io non ricordo più niente, me ne sono perfettamente dimenticato. Ci
vedi tu quelchè rancore od ombra da parte mia?"
27 Giugno 1900 Volume 3
L’anima non deve conoscersi in sé stessa, ma solo in Gesù; deve dimenticare e
disfare sé stessa, per poter ritornare alla sua origine, che è Dio, e vivere in
Dio.
Gesu’: "Figlia mia, quello che voglio da te è di non più riconoscerti in te
stessa, ma di riconoscerti solamente in Me; sicché di te non più ti
ricorderai, né avrai più riconoscenza di te, ma ti ricorderai di Me; e
disconoscendo te stessa acquisterai la mia sola riconoscenza. A misura che
oblierai e distruggerai te stessa, così avanzerai nella mia conoscenza e ti
riconoscerai solamente in Me. Quando avrai fatto tutto ciò, non penserai più
con la tua mente, ma con la mia; non guarderai con i tuoi occhi, non parlerai
con la tua bocca, né palpiterai con il tuo cuore, né opererai con le tue
mani, né camminerai coi tuoi piedi, (ma) guarderai coi miei occhi, parlerai con
la mia bocca, palpiterai col mio Cuore, opererai con le mie mani, camminerai
coi miei piedi... Perché ciò avvenga, cioè, per riconoscerti solamente in Dio,
l’anima (ha) bisogno che vada alla sua origine e che ritorni al suo principio,
Iddio, donde uscì, e che uniformi tutta sé stessa al suo Creatore; e tutto
ciò che ritiene di sé stessa e che non è conforme al suo Principio lo deve
disfare e ridurre al nulla. In questo solo modo, nuda, disfatta, può ritornare
alla sua origine e riconoscersi sola in Dio, e operare secondo il fine per cui è
stata creata. Ecco, perciò, che per uniformarsi tutta in Me, l’anima deve
rendersi invisibile con Me".
31 Luglio 1904 Volume 6
Gesu’: "Diletta mia, se tu Mi ami non voglio che tu guardi in te stessa,
né fuori di te; né se sei
calda o fredda, né se fai molto o poco, né se soffri o godi; tutto questo
deve essere distrutto in te e solo devi avere l'occhio se fai quanto più puoi per
Me, e tutto per piacere a Me. Gli altri modi, per quanto alti e sublimi ed
operosi, non possono piacermi, e contentare il mio amore. Oh, quante
anime, falsificano la vera devozione e profanano le opere più santa
colla propria volontà, cercando sempre sé stesse! E se anche nelle cose
sante si cerca il modo ed il gusto proprio e la soddisfazione di sé stessa se
trova sé stessa, sfugge Dio e non Lo trova."
23 Agosto, 1905 Volume 6
Gesu’: "Il pensare a sé stesso è lo stesso che uscire da Dio e ritornare a
vivere in sé stesso. Poi, il pensare a sé stesso non è mai virtù, ma
sempre vizio, fosse anche sotto aspetto di bene."
1 Luglio 1907 Volume 8
Nella Divina Volontà non entra il peccato e non deve entrare il pensiero di sé.
Stavo leggendo (di) una Santa che pensava sempre alle proprie colpe e che
chiedeva a Dio dolore e perdono, (e) nel mio interno dicevo: "Signore, che
confronto diverso tra me e questa Santa! Io, che non penso ai peccati, e
questa che pensa sempre; si vede che l’ho sbagliata!"
In un istante me Lo sentii muovere nel mio interno e si fece come un lampo di
Luce nella mia mente, e sentii dirmi: "Sciocca, sciocca che sei; non vuoi
capirlo? Quando mai la mia Volontà ha prodotto peccati, imperfezioni? La mia
Volontà è sempre Santa, e chi vive nella mia Volontà resta già santificato, e
gode, si ciba e pensa a tutto ciò che la mia Volontà contiene; ed ancorché per
il passato abbia commesso peccati, trovandosi nella Bellezza, nella
Santità, nella Immensità dei beni che contiene la mia Volontà,
dimentica il brutto del suo passato e si ricorda solo del presente, (a)
meno che non esca dal mio Volere; allora, ritornando al proprio essere,
non è meraviglia che ricordi peccati e miserie… Tieni bene a mente che
nella mia Volontà non entrano né ci possono entrare questi pensieri di peccati e
di sé stesso, e se l’anima se li sente significa che non è stabile e fissa dentro di
Me e vi fa delle uscite."
4 Ottobre 1909 Volume 9
…Quindi ho cercato di pensare ai miei mali, alle mie grandi miserie, alle
privazioni di Gesù (causa, i miei peccati); e distraendomi dalle cose solite del
mio interno, piangevo la mia grande sventura… In questo mentre, il mio
sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e con voce sensibile mi
ha detto: "Vuoi tu arbitrarti? L'operato del tuo interno non è tuo, ma mio. Tu
non fai altro che seguirmi; il resto faccio tutto da Me. Il pensiero di te stessa
lo devi smettere; non devi fare altro che ciò che voglio Io, ed Io ci penserò ai
mali e (ai) beni tuoi. Chi può farti più bene: tu o Io?" E mostrava di dispiacersi.
Onde mi son messa a seguirlo, ma poco dopo, giunta ad un altro punto del
viaggio (al) Calvario, in lui più che mai m'internavo nelle diverse intenzioni di
Gesù, il pensiero mi ha detto: "Non solo devi smettere il pensiero di
santificarti, ma anche di salvarti; non vedi che per te stessa non sei
buona a nulla? A che ti gioverà il fare per gli altri?". Io, rivoltami a Gesù,
Gli ho detto: "Gesù mio, non c'è il tuo Sangue per me, le tue pene, la tua
Croce? Sono stata tanto cattiva che, avendo con le mie colpe tutto ciò
calpestato sotto dei miei piedi, Tu forse l'hai esaurito per me! Ma, deh,
perdonami, e se non vuoi perdonarmi, lasciami il tuo Volere e sono contenta.
La tua Volontà è tutto per me; sono rimasta sola senza di Te, e Tu solo puoi
conoscere la perdita che ho fatto. Non ho nessuno; le creature senza di Te mi
annoiano; mi sento in questo carcere del mio corpo come schiava in catene;
almeno, per pietà, non togliermi il tuo Santo Volere!"
Onde, mentre ciò pensavo, mi sono di nuovo distratta dal mio interno. E Gesù
di nuovo mi ha fatto sentire la sua voce più forte ed imponente, che diceva:
"Non vuoi finirla? Vuoi tu guastare l'opera mia in te?"
Non so; come se avesse messo silenzio alla mia mente, ho cercato di seguirlo e
di farla finita.
4 Luglio 1912 Volume 11
Nella Divina Volontà l’anima deve morire a tutto, come in una tomba, chiusa
dall’amore, per risorgere a vita divina. Col pensare a sé stesso si sfugge alla
vita divina.
Stamani, dopo la Comunione, stavo dicendo al mio sempre amabile Gesù: "In
che stato mi son ridotta! Pare che tutto mi sfugge: patire, virtù, tutto...!"
E Gesù: "Figlia mia, che c’è? Vuoi perdere il tempo? Vuoi uscire dal tuo nulla?
Mettiti al tuo posto, al tuo nulla, affinché il tutto possa tenere il posto in te.
Sappi però, che tutta devi morire nella mia Volontà: (al) patire, (alle) virtù, (a)
tutto. Il mio Volere deve essere la tomba dell’anima, e come nella tomba la
natura si consuma fino a scomparire affatto, e dalla stessa consumazione
risorgerà a Vita più bella e novella, così l’anima, sepolta nella mia Volontà
come dentro d’una tomba, morirà al patire, alle sue virtù, ai suoi beni
spirituali, e risorgerà in tutto alla Vita Divina.
Ah, figlia mia, pare che vuoi imitare i mondani, che son portati a ciò che è nel
tempo e finisce, e (di) ciò che è eterno non ne fanno conto. Diletta mia, perché
non vuoi imparare a vivere solo del mio Volere? Perché non vuoi vivere la Vita
del Cielo, anche stando sulla terra?
Il mio Volere è l’Amore, quello che non muore mai; sicché per te il sepolcro
deve essere la mia Volontà. (e) il coperchio che ti deve serrare, incalcinare,
senza darti più speranza di uscire, è l’Amore.
E poi, ogni pensiero che riguarda sé stesso, anche sulle stesse virtù, è
sempre guadagnare per sé e sfugge dalla Vita Divina, mentre se
l’anima pensa solo a Me, (ciò che) riguarda Me, prende in sé la Vita
Divina, e prendendo la Vita Divina sfugge l’umana e prende tutti i beni
possibili. Ci siamo intesi?"
16 Agosto 1912 Volume 11
I mali del pensare a sé stesso e i beni del pensare solo a Gesù.
Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: "Figlia mia, il
pensiero di voi stessi accieca la mente e vi forma una specie d’incanto
umano, e questo incanto umano forma una rete intorno all’uomo.
Questa rete è formata di debolezza, di oppressioni, di malinconie, (di)
timori e (di) tutto ciò che di male contiene l’umana natura. E quando
più si pensa a sé stesso, anche sotto aspetto di bene, più fitta si fa la
rete e più accecata l’anima vi resta.
Mentre il non pensare a sé stesso ed il pensare a Me solo (e) solo ad amarmi,
siano qualunque le cose, è la luce alla mente e vi forma un dolce incanto
divino; vi fa pure la sua rete, e questa rete è formata tutta di luce, di fortezza,
di gaudio, di fiducia, insomma di tutti i beni che posseggo Io stesso. E quanto
meno si pensa a sé stesso, più fitta (si) forma la rete, sicché non più si
riconosce...
Quanto è bello vedere l’anima ravvolta in questa rete che vi ha tessuto
l’incanto Divino! Come è piacevole, graziosa e cara a tutto il Cielo!
Viceversa (è) l’anima che si fissa in sé stessa."
17 Agosto 1912 Volume 11
Il pensare a sé stesso e il pensare a Gesù.
Pregando, il mio benedetto Gesù mi ha detto: ''Figlia mia, il pensiero di sé
stesso impiccolisce l’anima, e dalla sua piccolezza misura la mia
grandezza e quasi vorrebbe restringermi.
Invece, chi non pensa a sé stesso, pensando a Me, s’ingrandisce nella
mia immensità e Mi rende l’onore a Me dovuto."
2 Settembre 1912 Volume 11
Stavo dicendo al mio sempre amabile Gesù: "L’unico mio timore è (che) chissà
Tu mi potessi lasciare, ritirandoti da Me."
E Gesù: "Figlia mia, non posso lasciarti, perché (stando) tu fissa in Me, non fai
atto riflessivo inopportuno (su) te stessa, né prendi nessuna cura di te. Le
riflessioni, le cure personali, anche (nel) bene, per chi Mi ama davvero
sono tanti vuoti che forma all’amore; quindi la mia Vita non riempie
tutta tutta l’anima, sto come da banda, ad un angolo, e Mi danno
occasione di fare le mie ritiratine. Mentre chi non è portato alle
preoccupazioni delle cure proprie e pensa solo ad amarmi, prende cura
di Me, ed Io lo riempio tutto; non c’è punto della sua vita in cui
non trovi la Mia, e volendo fare le mie ritiratine dovrei distruggere Me stesso,
ciò che non può essere mai.
Figlia mia, se sapessero le anime il male che fanno certe riflessioni
proprie...! Incurvano l’anima, l’abbassano, le fanno tenere la faccia
rivolta a sé stessa; e più si guardano, più umane diventano; più
riflettono, più sentono le miserie e più ammiseriscono... Mentre il solo
pensiero di Me, di amarmi, di starsi abbandonata tutta in Me, fa diritta
l’anima, e col tenere la faccia a guardare Me solo, s’innalzano e
crescono; più Mi guardano, più Divine diventano; quanto più riflettono
su di Me, più si sentono ricche, forti, coraggiose. L’unione col Divino
Volere porta l’anima alla dimenticanza di sé stessa e alla contemplazione di
Dio." Poi ha soggiunto: "Figlia mia, le anime che stanno unite col mio Volere, e
che Mi fanno dare la mia Vita in loro e pensano solo ad amarmi, sono unite con
Me come i raggi al sole. Se il sole non potesse formare i raggi, non potrebbe
stendere la sua luce, il suo calore, sicché i raggi abbelliscono di più del sole.
Così Io, per mezzo solo di questi raggi, che formano una sola cosa con Me, Mi
distendo su tutte le regioni e do luce, Grazia, calore, e Mi sento più abbellito
che se non li avessi.
Or, si potrebbe domandare ad (un) raggio di sole quante vie ha fatto, quanta
luce, quanto calore ha dato? Se avesse ragione risponderebbe: "Non mi voglio
prendere briga di ciò; lo sa il sole e basta; solo che se avessi da dare luce e
calore (ad) altre terre lo darei, perché il sole che mi dà vita a tutto
può giungere"... E se il raggio volesse riflettere (e) rivolgersi indietro a ciò che
ha fatto, perderebbe il suo corso e si oscurerebbe. Tali sono le anime
amanti mie: sono i miei raggi viventi, non si preoccupano di ciò che
fanno, starsi fisse nel Sole Divino è tutto il loro intento; e se volessero
riflettere, succederebbe a loro come al raggio del sole, molto ci
perderebbero."
1 Novembre 1912 Volume 11
Stando molto afflitta per la privazione del mio adorabile Gesù, stavo pregando
e riparando per tutti; e nell’estrema amarezza volsi a me il pensiero e dissi:
Pietà, Gesù, di me; perdona a quest’anima! Il tuo Sangue, le tue pene sono
anche mie? Valgono forse meno per me?"
Mentre ciò dicevo, il mio amabile Gesù da dentro il mio interno mi ha detto:
"Ah, figlia mia, che fai pensando a te? Tu ora scendi, e da padrona ti
riduci alla misera condizione di chiedere! Povera figlia! Col pensare a
te stessa t’impoverisci, perché stando nella mia Volontà tu sei
padrona e da te stessa puoi prendere ciò che vuoi. Se c’è da fare nella
mia Volontà, c’è da fare (e) pregare (e) riparare per gli altri."
Ed io: "Dolcissimo Gesù, Tu ami tanto che chi sta nella tua Volontà non pensi a
sé stesso; e Tu pensi a Te stesso?" (Che domanda spropositata!)
E Gesù: "No, non penso a Me stesso. Pensa a sé stesso chi ha bisogno di
qualche cosa. Io non ho bisogno di nulla. Io sono la stessa Santità, la stessa
felicità, la stessa immensità, altezza, profondità.
Nulla, nulla Mi manca; il mio Essere contiene in Sé stesso tutti i beni possibili
ed immaginabili. Se pensiero Mi potesse occupare, Mi occupa quello del
genere umano, che avendolo (fatto) uscire da Me nel crearlo, voglio
che ritorni a Me. Ed in tale condizione metto le anime che
vogliono fare veramente la mia Volontà, una sola cosa con Me. Le rendo
padrone dei miei beni, perché nella mia Volontà non ci sono schiavitù: ciò che
è mio è di loro, e ciò che voglio Io lo vogliono loro. Onde se uno si rende
sensibile al bisogno di qualche cosa, significa che non sta perfettamente nella
mia Volontà, o al più fa delle scese, come ora stai facendo tu, niente meno.
Non ti pare strano che chi ha formato una sola cosa, un solo Volere con Me, Mi
domandi pietà, perdono, sangue, pene, mentre l’ho costituito padrona insieme
con Me? Io non so che pietà, che perdono darle, mentre le ho dato tutto; al più
dovrei aver pietà, perdonare Me stesso di qualche
fallo..., ciò che non può essere mai. Quindi ti raccomando non uscire dalla
mia Volontà, e seguita a non pensare a te stessa ma agli altri, come
hai fatto finora; altrimenti verresti ad impoverire e a sentire bisogno di
tutto."
8 Febbraio 1915 Volume 11
Me la passo afflittissima per i modi che il mio sempre amabile Gesù tiene con
me, ma rassegnata ai suoi SS. Voleri. Se mi lamento con Gesù delle sue
privazioni, e del suo silenzio, Lui mi dice:
"Non è il tempo di badare a ciò; questo sono bambinate e di anime
molto deboli, che badano a sé stesse e non a Me, che pensano a ciò
che sentono e non a quello che (a loro) conviene fare.
Queste anime Mi puzzano d’umano e non posso fidarmi di loro. Da te
non mi aspetto questo; voglio l’eroismo delle anime che, dimenticando
sé stesse, badano solo a Me e, unite con Me, si occupano della salvezza
dei miei figli…"
6 Giugno 1915 Volume 11
Nella Divina Volontà l’anima non deve pensare a sé, ma solo a Dio e al
prossimo.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù, mentre si tiene
nascosto, mi vuole tutta intenta a Lui e a perorare continuamente per i miei
fratelli. E mentre pregavo e piangevo per la salvezza dei poveri combattenti,
volendomi stringere con Gesù per supplicarlo in modo che nessuno
di (loro) si fosse perduto, giungevo a dirgli degli spropositi. E Gesù, sebbene
muto, pareva che godesse delle mie istanze e come che cedesse a ciò che io
volevo. Ma un pensiero è volato nella mia mente: che io dovessi
pensare alla mia salvezza.
E Gesù mi ha detto: "Figlia mia, mentre pensavi a te, hai prodotto una
sensazione umana, e la mia Volontà tutta Divina lo ha notato. Nella
mia Volontà tutto l’operato umano si risolve in amore per Me e per il
prossimo. Nell’anima che così vive non ci sono cose proprie, perché
contenendo solo la mia Volontà, Essa contiene per Sé (stessa) tutti i beni
possibili; e se li contiene, perché domandarmeli? Non è piuttosto giusto che si
occupi a pregare per chi non li (ha)? Ah, se sapessi per quali sciagure passerà
la misera umanità, staresti più attiva nella mia Volontà (in loro favore)!".
19 Marzo 1920 Volume 12
Gesu’: "La vita nella mia Volontà è vivere senza vita propria, senza
riflessioni personali, ma è la Vita che abbraccia tutte le vite insieme.
Sii attenta in questo e non temere."
15 Maggio 1920 Volume 12
Gesu’: "Figlia mia, la mia crocifissione fu completa, e sai perché? Perché fu
fatta nella Volontà eterna del Padre mio. In questa Volontà la Croce si fece
tanto lunga e tanto larga da abbracciare tutti i secoli, da penetrare in ogni
cuore passato, presente e futuro, in modo che restavo crocifisso nel
cuore di ciascuna creatura. Questa Divina Volontà metteva chiodi a tutto il mio
interno, ai miei desideri, agli affetti e palpiti miei. Posso dire che non avevo
vita propria, ma la Vita della Volontà Eterna, che racchiudeva in Me tutte le
creature e alla Quale voleva che rispondessi per tutto. Mai la mia crocifissione
avrebbe potuto essere completa ed estesa tanto da abbracciare tutti, se il
Volere eterno non ne fosse stato l'Attore.
Fondersi nella DIVINA VOLONTA'
15 Dicembre, 1921 Volume 13
Riordinarsi in Gesù è ritornare nell’ordine, al proprio posto e al principio ed
ambito eterno, mediante il fondersi nel Divin Volere.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha
detto:
"Figlia mia, riordinati in Me; e sai come puoi riordinarti? Col fonderti
interamente nel mio Volere. Anche il respiro, il palpito, l’aria che
respiri, non devono essere altro che fusione nel mio Volere. Così entra
l’ordine tra Creatore e creatura, e ritorna al principio donde uscì. Tutte le cose
stanno nell’ordine, hanno il posto d’onore, sono perfette, quando non si
spostano dal principio donde sono uscite; spostate dal principio, tutto è
disordine, disonore, imperfezione. Gli atti fatti nel mio Volere si restituiscono al
principio dove l’anima fu creata e prendono vita nell’ambito dell’Eternità,
portando al loro Creatore gli omaggi Divini e la gloria del loro stesso Volere.
Tutti gli altri restano nel basso, aspettando l’ultima ora della vita per subire
ciascuno il suo giudizio e la pena che merita, perché non c’è atto fatto fuori
della mia Volontà, anche buono, che possa dirsi puro; il solo non avere la mira
alla mia Volontà è gettare lode nelle opere più belle; e poi, il solo spostarsi dal
suo principio merita una pena. La Creazione fu messa fuori sulle ali del mio
Volere, e sulle stesse ali vorrei che Mi ritornasse, ma invano l’aspetto. Ecco
per(ché) tutto è disordine e scompiglio. Perciò, vieni nel mio Volere, per darmi
a nome di tutti la riparazione di tanto disordine."
4 Gennaio, 1925 Volume 17
Come tutto il cielo va incontro all'anima che si fonde nella Divina Volontà.
Come tutti vogliono deporre in Lei (i loro atti), e si forma il nobile martirio
dell'anima.
Avendo compiuto tutta la giornata, stavo pensando tra me: "Che altro mi resta
da fare?" E nel mio interno mi son sentito dire: "Tieni da fare la cosa più
importante, il tuo ultimo atto di fonderti nella Volontà Divina."
Ond'io mi sono messa, secondo il mio solito, a fondere tutto il mio povero
essere nella Volontà Suprema; e mentre ciò facevo mi sembrava che si
aprissero i cieli, ed io andavo incontro a tutta la Corte Celeste e tutto il cielo
veniva alla volta mia. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l'atto più solenne, più grande, più
importante di tutta la tua vita. Fonderti nella mia Volontà è entrare nell'ambito
dell'Eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni che contiene
la Volontà Eterna. Anzi, come l'anima si fonde nel Supremo Volere, tutti le
vanno incontro per comunicare in lei tutto ciò che hanno di beni e di gloria.
Gli angeli, i santi, la stessa Divinità, tutti comunicano, sapendo che
comunicano in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro. Anzi, l'anima, col
ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a
tutto il cielo doppia gloria ed onore. Sicché, col fonderti nella mia Volontà metti
in moto cielo e terra. E' una nuova festa a tutto l'Empireo.
E siccome il fondersi nella mia Volontà è amare e dare per tutti i per ciascuno,
senza escludere nessuno, così Io, nella mia Bontà, per non farmi vincere in
amore dalla creatura, depongo in essa, (nella mia) Volontà, i beni di tutti, e
tutti i beni possibili che in me contengo; ne può mancare lo spazio dove
deporre tutti i beni, perché la mia Volontà è immensa e si presta a ricevere
tutto. Se tu sapessi che fai e che succede col fonderti nella mia Volontà, ne
spasimeresti di desiderio di fonderti continuamente.
Onde dopo stavo pensando se dovevo o non dovevo scrivere ciò che sta scritto
qui sopra; ma io non lo vedevo necessario, né una cosa importante, molto più
che l'ubbidienza non mi aveva dato nessun comando di farlo. Ed il mio dolce
Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, come non è importante il far conoscere che il fondersi nella mia
Volontà è vivere in Essa? L'anima che si fonde nella mia Volontà, riceve come
in deposito tutti i miei beni divini ed eterni. Gli stessi Santi fanno a gara per
deporre i loro meriti nell'anima fusa nella mia Volontà, perché sentono in lei la
Gloria, la Potenza della mia Volontà, e si sentono glorificati in modo divino
dalla piccolezza della creatura.
Senti, figlia mia, il vivere nella mia Volontà sorpassa in merito lo stesso
martirio; anzi, il martirio uccide il corpo, ma il vivere nella mia Volontà
importa che con una mano divina la creatura uccide la propria volontà,
e le da la nobiltà di un martirio divino. E ogniqualvolta l'anima si decide a
vivere nella mia Volontà, il mio volere prepara il colpo per uccidere la volontà
umana, e vi forma il nobile martirio dell'anima. Ma per giungere a questo felice
stato, volontà umana e Volontà Divina debbono fare lega insieme: una deve
cedere il posto all'Altra, e la volontà umana deve contentarsi con rimanere
estinta sotto la potenza della Volontà Divina. Sicché ogniqualvolta ti disponi a
vivere nel mio Volere, ti disponi a subire il martirio della tua volontà. Vedi,
dunque, che significa vivere, fondersi nella mia Volontà? Essere il
martire continuato della mia Volontà Suprema; e a te ti pare poco e
cosa da nulla?"
27 Gennaio, 1925 Volume 17
Come le cose create da Dio non escono da Lui, facendosi la Divina Volontà
alimentatrice e conservatrice di esse, così succede per l'anima che vive nella
Divina Volontà.
Mentre stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, pensavo tra me: Prima,
quando mi fondevo nel Santo Supremo Volere, Gesù era con me, ed insieme
con Lui io entravo in Esso, sicché l'entrare era una realtà; ma adesso io non Lo
veggo, sicché non so se entro nell'Eterno Volere o no. Nel formare l'atto
dell'ingresso nel Divino Volere mi sento piuttosto come una che recita una
lezioncina imparata a memoria, oppure che quelle parole d'ingresso non siano
che un modo di dire. Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso
nel mio interno, e prendendomi una mano nella sua, mi spingeva in alto, e mi
ha detto:
"Figlia mia, tu devi sapere che, o Mi vedi o non Mi vedi, ogniqualvolta tu ti
fondi nella mia Volontà, Io, da dentro il tuo interno, ti prendo una mano per
spingerti in alto, e dal Cielo ti do l'altra mia mano, per prenderti l'altra mano e
tirarti su, in mezzo a Noi, nell'interminabile nostra Volontà. Sicché stai in
mezzo alle mie mani, fra le mie braccia. Tu devi sapere che tutti gli atti fatti
nella nostra Volontà, entrano nell'Atto primo, quando creammo tutti gli esseri;
e gli atti della creatura, baciandosi coi nostri perché Una è la Volontà che da
Vita a questi atti, si diffondono in tutte le cose create, come vi sta diffusa la
nostra Volontà dappertutto, e si costituiscono ricambio d'amore, d'adorazione
e di gloria continua per tutto ciò che abbiamo messo fuori nella Creazione.
Solo tutto ciò che si fa nella nostra Volontà incomincia quasi insieme con Noi
a darci il ricambio d'amore perenne, adorazione in modo divino, gloria che mai
finisce.
E siccome per tutte le cose da noi create è tanto l'amore che nutriamo che non
permettemmo che uscissero dalla nostra Volontà, come le creammo, così tutte
restarono con noi, e la nostra Volontà si fece conservatrice ed alimentatrice di
tutta la creazione; perciò tutte le cose si conservano sempre nuove, fresche e
belle, ne l'entità di ciascuna cresce ne decresce, perché da noi furono create
tutte perfette, e perciò non soggette ad alterazioni di sorta, in quanto che tutte
conservano il loro principio perché si fanno alimentare e conservare dalla
nostra Volontà e restano intorno a noi a decantare la gloria nostra. Ma
miseramente ciò non fa la creatura ragionevole, quando col peccato si
separa dalla nostra Volontà.
Ora, l'operato della creatura nella nostra Volontà entra nelle opere nostre, e la
nostra Volontà si fa alimentatrice, conservatrice ed Atto dello stesso atta della
creatura. E questi atti, fatti nella nostra Volontà dalla creatura, si mettono
intorno a noi, e trasfusi in tutte le cose create decantano la nostra perpetua
gloria. Come è diverso il nostro Operato da quello della creatura, e l'Amore con
cui operiamo! In noi, è tanto l'amore all'opera che facciamo, che non
permettiamo che esca da noi, affinché nulla perda della bellezza con cui fu
fatta. Invece, la creatura ragionevole, se fa un'opera buona, sia pure un atto
virtuoso, non la sa tenere con se; anzi, molte volte non sa che cosa si è fatto
dell'opera sua, se si è imbrattata o se ne hanno fatto uno straccio; segno del
poco amore per le sue stesse opere. E siccome la creatura per il peccato è
uscito fuori dal suo principio, cioè dalla prima Volontà Divina da dove
ebbe la sua origine, ha perduto il vero amore verso Dio, verso di se stessa e
verso le sue opere. Io volli che l'uomo stesse nella mia Volontà di sua
volontà, non forzato, perché lo amai più di tutte le altre cose create, e
volevo che fosse come re in mezzo alle opere mie. Ma l'uomo ingrato
volle uscire dal suo principio; perciò si trasformò e perdette la sua
freschezza e bellezza, e fu soggetto ad alterazioni e cambiamenti
continui. E per quanto Io lo chiami che ritorni nel suo principio, fa il
sordo e finge di non ascoltarmi; ma è tanto il mio Amore che Io lo
aspetto e continuo a chiamarlo.
10 Maggio, 1925 Volume 17
Diversi modi di fondersi nella Divina Volontà. Festa della divinità e causa di
essa.
Scrivo solo per obbedire e vi fo un misto di cose passate e di cose presenti.
Molte volte nei miei scritti dico: "Mi stavo fondendo nel Santo Voler Divino", e
non mi spiego più. Ora, costretta dall'ubbidienza, dico quello che mi succede in
questa fusione nel Divino Volere.
Mentre in questo mi fondo, innanzi alla mia mente si fa presente un vuoto
immenso, tutto di luce, di cui non si trova ne dove arriva l'altezza, ne dove
giunge la profondità, ne i confini di destra ne di sinistra, ne quello dinanzi, ne
quello opposto. In mezzo a questa immensità, in un punto altissimo mi sembra
di vedere la Divinità, oppure le tre Divine Persone che mi aspettano; ma
questo sempre mentalmente. Ed io non so come, una piccola bambina esce da
me, ma sono io stessa; forse è la piccola anima mia. ; ma è commovente
vedere questa piccola bambina mettersi in via in questo vuoto immenso, tutta
sola, (che) cammina timida, in punta di piedi, con gli occhi sempre rivolti
dove scorge le Tre divine Persone, perché teme che se abbassa lo sguardo in
quel vuoto immenso, non sa a qual punto deve andare a finire. Tutta la sua
forza è in quello sguardo fisso in alto, ché essendo ricambiata con lo sguardo
dell'Altezza Suprema, prende forza nel cammino. Ora, mentre la piccolina
giunge innanzi a loro, si sprofonda con la faccia nel vuoto per adorare la
Maestà Divina; ma una mano delle Divine Persone rialza la piccola bambina, e
le dicono: "La figlia nostra, la Piccola Figlia della nostra Volontà: vieni nelle
nostre braccia". Ed essa, nel sentir ciò, si mette in festa, e mette in festa le Tre
Divine Pesone, che compiacendosi di lei, aspettano il disimpegno del suo
ufficio, da loro affidatole; ed essa, con una grazia propria di bambina, dice:
"Vengo ad adorarvi, a benedirvi, a ringraziarvi per tutti; vengo a legarvi al
vostro trono tutte le volontà umane di tutte le generazioni, dal primo all'ultimo
uomo, affinché tutti riconoscano la vostra Volontà Suprema, L'adorino, La
amino, e Le diano Vita nella anime loro."
Poi ha soggiunto: "O Maestà Suprema: in questo vuoto immenso ci sono tutte
queste creature, ed io voglio prenderle tutte per metterle nel vostro Santo
Volere, affinché tutte ritornino al principio da dove sono uscite, cioè dalla
vostra Volontà. Perciò sono venuta nelle vostre braccia paterne, per portarvi
tutti i vostri figli e miei fratelli, e legarli tutti con la vostra Volontà; ed io a
nome di tutti e per tutti voglio ripararvi e darvi l'omaggio, la gloria, come se
tutti avessero fatta la vostra SS. Volontà. Ma, deh, Vi prego che non più ci sia
separazione tra Volontà Divina ed umana! E' una piccola bambina che ciò Vi
chiede, ed ai piccoli so che Voi non sapete negar nulla. "
Ma chi può dire tutto (ciò) che feci e dissi? Sarei troppo lunga, oltre che mi
mancano i vocaboli di ciò che dico innanzi all'Altezza Suprema. Mi sembra che
qui nel basso mondo non si usa quel linguaggio di quel vuoto immenso.
Altre volte, poi, mentre mi fondo nel Divin Volere e quel vuoto immenso si fa
davanti alla mia mente, giro per tutte le cose create e vi imprimo un "TI AMO"
per quella Maestà Suprema, come se io volessi empire tutta l'atmosfera di tanti
"TI AMO", per ricambiare l'Amore Supremo di tanto amore verso le creature;
anzi giro per ogni pensiero di creatura e v'imprimo il mio "TI AMO""; per
ogni sguardo e vi lascio il mio "TI AMO"; per ogni palpito, opera e passo, e li
copro col mio "TI AMO", che dirigo al mio Dio. ; scendo fin laggiù nel mare, nel
fondo dell'oceano, e ogni guizzo di pesce, ogni goccia d'acqua, li voglio
riempire del mio "TI AMO".
Onde dopo che dappertutto ha operato, come se avesse seminato il suo "TI
AMO", la piccola bambina si porta innanzi alla Maestà Divina, e come se
volesse farle una grata sorpresa, Le dice:
"Mio Creatore e Padre mio, mio Gesù e mio Eterno Amore: guardate tutte le
cose, e da parte di tutte le creature sentite che Vi dicono che vi amano.
Dovunque c'è il "TI AMO" per voi; cielo e terra ne sono pieni: e dunque Voi ora
non concederete alla piccola piccina che la vostra Volontà scenda in
mezzo alle creature, si faccia conoscere, faccia pace con la volontà umana, e
prendendo il suo giusto dominio, il suo posto d'onore, nessuna creatura faccia
più la sua volontà, ma sempre la Vostra?"
Altre volte, poi, mentre mi fondo nel Divin Volere, voglio dolermi di tutte le
offese fatte al mio Dio, e riprendo il mio giro in quel vuoto immenso, per
trovare tutto il doloro che il mio Gesù ebbe per tutti i peccati; lo faccio mio e
giro ovunque, nei luoghi più reconditi e segreti, nei luoghi pubblici, su tutti gli
atti umani cattivi, per dolermi per tutte le offese; e per ciascun peccato mi
sento che vorrei gridare in ogni moto di tutto il creato, raccogliendo in me tutto
il dolore di tutte le colpe: "PERDONO, PERDONO!" Non c'è offesa (a) Dio, sia
pure la più lieve, (di cui) io non mi dolga e chieda perdono. E per fare che tutti
sentano questo mio implorare perdono per tutti i peccati, lo imprimo nel
rumoreggiare del tuono, affinché tuoni in tutti i cuori il dolore di aver offeso il
mio Dio; "PERDONO", nello scoppio della folgore; doloroso pentimento, nel
sibilo del vento, che gridasse a tutti "PENTIMENTO E INVOCAZIONE DI
PERDONO"; e nel tintinnio delle campane, "DOLORE E PERDONO!"; insomma,
così in tutto. E poi porto al mio Dio il dolore di tutti ed imploro perdono per
tutti, e dico: "Gran Dio, fate scendere la vostra Volontà sulla terra, affinché il
peccato non abbia più luogo! E' la sola volontà umana che produce tante
offese, che pare che allaga la terra di peccati; la vostra Volontà sarà la
distruggitrice di tutti i mali. Perciò, Vi prego, contentate la Piccola Figlia della
vostra Volontà, che non vuole altro (se non) che la vostra Volontà sia
conosciuta ed amata e regni in tutti i cuori."
Ricordo che un giorno stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, ed io
guardavo il cielo, che pioveva a dirotto, e sentivo un piacere nel vedere
scendere l'acqua sulla terra; ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno,
con amore e tenerezza indicibile mi diceva:
"Figlia mia: in quelle gocce d'acqua che vedi scendere dal cielo c'è la mia
Volontà. Essa corre rapidamente insieme con l'acqua; si parte per dissetare le
creature, per scendere nelle viscere umane e nelle loro vene, per rinfrescarle e
costituirsi vita delle creature, e portar loro il mio bacio, il mio Amore. Si parte
per annaffiare la terra, per fecondarla e preparare il cibo alle mie creature; si
parte per tanti altri bisogni delle stesse. La mia Volontà vuole aver Vita in tutte
le cose create, per dar Vita celeste e naturale a tutte le creature. Ma Essa,
mentre va come in festa, piena d'Amore verso tutti, non riceve l'adeguato
ricambio, e resta come digiuna da parte delle creature. Figlia mia, la tua
volontà fusa nella Mia, corre pure in quell'acqua che piove dal cielo, come
insieme a Me dovunque Essa va; non La lasciare sola, e dalle il ricambio del
tuo amore e della tua gratitudine per tutti."
Ma mentre ciò diceva, sono rimaste come incantate le mie pupille: non le
potevo spostare da dentro
quell'acqua che scorreva; la mia volontà correva insieme, e vedevo in
quell'acqua le mani del mio Gesù moltiplicate in tante, per portare con le sue
stesse mani l'acqua a tutti. Onde, chi può dire quello che provavo in me? Lo
può dire solo Gesù, che ne è l'Autore. Ma chi può dire i tanti modi, nel fondermi
nel suo SS. Volere? Per ora basta il dire. Se Gesù vorrà che seguiti altra volta,
mi darà i vocaboli e la grazia di dire altro, ed io riprenderò il mio dire.
Oltre di ciò, stavo dicendo al mi Gesù: "Dimmi, Amor mio, che cosa è questo
vuoto che mi si presenta davanti alla mia mente quando mi fondo nella tua SS.
Volontà? Chi è questa bambina che esce da me, e perché sente una forza
irresistibile di venire al tuo trono, per venire a deporre i suoi piccoli atti nel
grembo divino, quasi per fargli una festa?"
Il mio dolce Gesù, tutto bontà, mi ha detto: "Figlia mia, il vuoto è la mia
Volontà non corrisposta, messo a tua disposizione, che dovrebbe riempirsi di
tanti atti per quanti le creature ne avrebbero fatti, se avessero tutte adempita
la nostra Volontà. Questo vuoto immenso che tu vedi, rappresentante la nostra
Volontà, uscì dalla nostra Divinità a bene di tutti nella Creazione, per
felicitare tutto e tutti; quindi era come di conseguenza che tutte le creature
dovevano riempire questo vuoto coi ricambi dei loro atti e con la donazione
della loro volontà al loro Creatore; e non avendolo fatto, Ci hanno contristati
con l'offesa più grave che immaginar si possa. Perciò chiamammo te con
missione speciale, per essere (questo vuoto) ricambiato e ricolmo di ciò che gli
altri Ci dovevano: ed ecco la causa per cui prima ti disponemmo con una lunga
catena di grazie, e poi ti domandammo se volevi far vita nella nostra Volontà,
e tu accettasti con un "si", fermo e irritrattabile, legando la tua volontà al
nostro trono, senza volerla più riconoscere, perché volontà umana e Divina
non si riconciliano, ne possono vivere insieme. Onde quel "si", cioè la tua
volontà, esiste fortemente legata al nostro trono. Ecco perciò l'anima tua,
come piccola bambina rinata nel nostro Divino Volere, è tirata innanzi alla
Maestà Suprema, perché salendo innanzi a Noi, il tuo volere, che è già il
Nostro, ti precede, e senti il nostro volere che come potente calamita ti attira;
e tu, invece di guardare la tua volontà, ti occupi solo di portare in grembo a
Noi tutto ciò che hai potuto fare nella nostra Volontà, come l'omaggio più
grande che a noi si conviene e il ricambio a noi più gradito. Onde la
noncuranza della tua volontà, che già hai perduta di vista, e il solo Volere
nostro, che vive in te, Ci mette in festa; i tuoi piccoli atti fatti nel nostro Volere
Ci portano le gioie di tutta la Creazione, sicché pare che tutto Ci sorrida e tutte
le cose create Ci facciano festa. E nel vederti scendere dal nostro trono, senza
neppure una sola attenzione alla tua volontà, come perduta nella Nostra, e
vedendoti ritornare sulla terra portandovi la nostra volontà, ciò è per Noi una
gioia infinita. Perciò ti dico sempre: sii attenta al nostro Volere, perché in Esso
c'è molto da fare; e quanto più farai, tanta più festa Ci apporterai, e il nostro
Volere si verserà a torrenti in te e fuori di te."
IL POTERE DELLA DIVINA VOLONTA’ NEI NOSTRI ATTI
15 Agosto, 1937 Volume 35
Impero che posseggono gli atti fatti nella mia Divina Volontà. Dio (è) a capo
degli atti di chi vive in Essa.
Il mio volo continua nel Voler Divino, ma le sue sorprese sono sempre nuove,
investite di tale Amore, che si resta rapiti e con l'animo traboccante di gioia
(tale) che si vorrebbe stare nascosta in Esso, senza più uscirne. Oh Volontà
Adorabile, come vorrei che tutti Ti conoscessero, Ti amassero e Ti facessero
regnare, che si facessero prendere nella tua rete d'Amore!
Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, visitando la Piccola anima mia, tutto
bontà mi ha detto:
"Piccola Figlia del mio Volere, le sorprese, le novità, i segreti, le
attrattive che possiede, sono senza numero, e chi entra in Esso resta
rinnovato, magnetizzato tanto, che non può né vuole uscirne; sente
il suo impero divino che lo investe (ed) il balsamo celeste che,
cambiando la sua natura, lo fa risorgere a Vita novella.
Or, tu devi sapere che la mia Divina Volontà dà tale impero alla creatura che
vive in Essa, che come fa i suoi più piccoli atti, sente il suo impero; se ama,
sente l'impero del suo Amore; se parla, sente la sua Forza Creatrice; se opera,
sente l'impero (e) la virtù delle sue opere che si affollano d'intorno, ed
imperando (nel suo Volere) col suo stesso impero Lo portano ad ogni cuore per
farlo imperare e dominare su ciascuno. (Il nostro Volere) sente il suo impero
nell'atto della creatura e si sente costretto a cedere ciò che (essa) vuole in
quell'atto: se vuole amore, col suo atto Ci fa amare e Ci fa dare amore; se
vuole che regni la nostra Volontà, coi suo impero Ci fa giungere a pregare che
La ricevano.
Un atto nel nostro Volere non si arresta; Ci dice: "Sono atto tuo; devi
darmi ciò che voglio"... Si può dire (che) prende in pugno la nostra Potenza,
la duplica, la moltiplica, ed imperante non chiede, ma prende ciò che il suo
atto vuole. Molto più che nel nostro Volere Noi stessi non vogliamo che ci
siano atti dissimili dai nostri. Perciò siamo Noi stessi che Ci facciamo imperare
e dominare."
Gesù ha fatto silenzio, ed io non so neppur dire ciò che mi sentivo... La mia
mente era così magnetizzata dalle sue parole ed investita dal suo impero, che
avrei voluto mettere la vita perché tutti La conoscessero. Ed il mio amato
Gesù, riprendendo il suo dire, mi ha detto:
"Figlia mia, nulla c'è da meravigliare; quello che ti dico è la pura verità. La mia
Volontà è tutto e può tutto, e non mettere nelle nostre condizioni chi vive in
Essa, non è del nostro Essere Supremo.
Al più, si può vedere in Noi (come) natura, e per chi vive in Essa (come)
grazia, partecipazione, sfogo del nostro Amore, Volontà nostra che così vuole
che la creatura sia; e perciò vogliamo che viva nel nostro Volere, per fare che
gli atti suoi ed i nostri siano fusi insieme e suonino d'un solo suono, d'un solo
valore, d'un solo amore; e resistere ad un atto nostro, né possiamo né
vogliamo. Anzi, tu devi sapere che il vivere nel nostro Volere è unità. Tanto,
che se la creatura ama, Dio sta a capo del suo amore, sicché l'Amor dell'Uno e
dell'altra e uno solo; se pensa, Dio (è) a capo del suo pensiero; se parla, Dio è
principio della sua parola; se la creatura opera, Dio è il primo Attore ed (è)
operante delle sue opere; se cammina, (Dio) si mette a capo dei suoi passi.
Perciò il vivere nella mia Volontà non è altro che la vita della creatura
in Dio, e quella di Dio in essa.
Lasciare appartato dal nostro Amore, dalla nostra Potenza, dagli atti nostri, chi
vive nel nostro Volere, Ci riesce impossibile. Se una è la Volontà, tutto il resto
va da sé: unità d'Amore, di Opere e di tutto. Ecco perciò che il vivere nel
nostro FIAT Divino e il prodigio dei più grandi prodigi, (non) mai visto né udito,
e il nostro Amore esuberante, che non potendo contenerlo, volevamo fare
questo prodigio, che solo un Dio poteva fare nella creatura, ma che ingrata
non accettò. Ma Noi non abbiamo cambiato Volontà; ad onta che (è) stato
contrastato e represso il nostro Amore, che Ci fa spasimare, useremo tali
eccessi d'amore, tali industrie e stratagemmi, che giungeremo ad
(ottenere) l'intento che sia una la Volontà nostra con la creatura."
12 Ottobre, 1937 Volume 35
Per chi vive nel Voler Divino, le sue preghiere sono comandi ed i suoi atti sono
messaggeri tra il cielo e la terra. (Per) chi vive nel Voler (Divino), tutte le cose
diventano Volontà Divina.
Sono in balia della Divina Volontà; sento le sue ansie, le sue smanie d'Amore,
ché vuol farsi conoscere, non per farsi temere ma per farsi amare, possedere,
immedesimare (con Lei), per dire alla creatura: "Facciamo vita insieme, in
modo che ciò che faccio Io farai tu. Sento che il mio Amore Mi dà il
bisogno di vivere a cuore a cuore, anzi, con un solo Cuore con te...
Deh, non negarmi la tua compagnia! So che molte cose ti mancano per
vivere insieme con Me, ma non temere: ci penserò Io a tutto, ti vestirò
con le mie vesti regie di Luce, ti armerò con la mia Potenza, ti farò
sfoggio del mio Amore, facendoti scorrere nelle tue più intime fibre la
Vita, l'Amore della mia Volontà... Solo che tu lo voglia, tutto è fatto".
Io sono restata sorpresa, e pregavo che mi desse la grazia di vivere di Volontà
Divina, perché molto temevo di me stessa. Ed il mio dolce Gesù, facendomi la
sua breve visitina, tutto bontà mi ha detto:
"Mia piccola Figlia del mio Volere, perché temi? Nella mia Volontà non ci sono
timori, ma amore sommo, coraggio e fermezza, e deciso una volta non si
sposta più; tanto che chi vive in Essa non prega, ma comanda, e lei stessa da
padrona può prendere ciò che Vuole. Le mettiamo tutto a sua disposizione, e
questo perché tutto è sacro, tutto è santo in essa; molto più che, vivendo nel
nostro Volere,' non vorrà né prenderà né Ci comanderà se non ciò che
vogliamo Noi... Perciò i suoi comandi Ci dilettano, Ci fanno gioire, e Noi stessi
(le) diciamo: Prendi; dì: che altro vuoi? Anzi, quanto più prendi, più Ci renderai
felici". Anzi, quando la creatura vuole la nostra Volontà, tutti i suoi atti sono
come tanti messaggeri tra il Cielo e la terra; scendono e salgono
continuamente, facendole ora da messaggeri di pace, ora d'amore, ora di
gloria,... e delle volte giungono a comandare la Divina Giustizia che si arresti,
prendendo su di (sé) il suo giusto furore... Quanto bene fanno questi
messaggeri! Quando li vediamo venire innanzi al nostro Trono, riconosciamo
Noi stessi in questi atti, che travestiti dai veli umani degli atti delle creature,
nascondono la nostra Volontà, ma è sempre Essa; e compiacendoci
diciamo: Quanto arte d'Amare tiene! Si nasconde negli atti della creatura per
non farsi conoscere; ma Noi La conosciamo lo stesso, ed amando ancor Noi, La
facciamo fare ciò che vuole...
Perciò, questi atti, li chiamiamo atti nostri, e,per tali li riconosciamo; solo che
la creatura ci ha concorso, e coi suoi atti ha dato (loro) come le vesti per
coprirsi. Perciò essa è il poggio dove (può) poggiarsi la mia Volontà Divina, e si
diletta di svolgere la sua Vita, facendo prodigi inauditi, nascondendosi nella
creatura, come coprendosi delle sue spoglie; molto più che la Creazione (e) le
creature tutte ebbero origine dal suo FIAT, viv(ono), cresc(ono) e (sono)
conservate in (Esso). Esso è Attore e Spettatore di tutti i loro atti; compirà la
sua Vita nel suo FIAT, e volerà in Cielo in un atto voluto dal suo Volere.
Quindi, tutto è suo, tutti i diritti sono suoi, nessuno (Gli) può sfuggire. La sola
differenza (è) che chi vive in Esso fa vita insieme (con Lui), Lo conosce, sta a
giorno di quello che fa, Lo allieta con la sua compagnia, (e) forma la sua gioia
e la conferma di ciò che vuoi fare la mia Volontà in essa (creatura); invece, chi
non vive in Esso non Lo conosce, resta isolato e forma il suo dolore continuo."
Dopo ciò ha soggiunto, con tenerezza d'amore indicibile:
"Figlia mia benedetta, come è bello vivere nel mio Volere! Questa creatura Ci
tiene sempre in festa; essa non conosce più nulla che solo la nostra Volontà, e
tutto diventa per lei Volontà di Dio: il dolore, Volontà Divina; la gioia, il suo
palpito, il respiro, il moto, diventano Volontà Divina; i suoi passi, le sue opere,
sentono i passi del mio Volere e la Santità delle opere del mio FIAT; il cibo che
prende, il sonno, le cose più naturali, diventano per essa Volontà di Dio; ciò
che vede, sente e tocca, vede, sente e tocca la Vita palpitante del mio Volere...
La mia Volontà la tiene talmente occupata ed investita di (Sé), che gelosa non
permette che neppure l'aria non sia Volontà Divina.
E come per essa tutto è Volontà nostra, così per Noi. Ce la sentiamo in tutto il
nostro Essere Divino, nel Palpito, nel Moto; né sappiamo far nulla né vogliamo
far nulla senza di chi vive nel nostro Volere. Il nostro Amore è tanto che la
facciamo scorrere in tutte le Opere nostre, ed insieme con Noi mantiene e
partecipa al nostro Atto creante e conservante! Sicché sta insieme con Noi, a
fare ciò che facciamo Noi ed a volere quello che si vuole da Noi; né possiamo
metterla da parte essendo una la Volontà che possediamo, uno l'Amore, uno
l'Atto che facciamo! Ed è proprio questo il vivere nel nostro Volere: vivere
sempre insieme, fare una sola cosa... Era questo il bisogno che sentiva
il nostro Amore: tenere la compagnia della creatura, allietarci insieme,
tenerla nel nostro grembo per felicitarci insieme; e siccome la creatura
è piccola, le vogliamo dare la nostra Volontà, per avere occasione, in
ogni suo atto, di darle la nostra Vita, l'Atto nostro, i nostri modi, Noi
per natura ed essa per grazia; e questa è la nostra gioia, la gloria più
grande per Noi... Ti pare poco dare l'Essere nostro, che la creatura, non
potendo contenerlo perché piccola, Ce lo ridà di nuovo insieme con (sé
stessa), e Noi di nuovo ritorniamo a darci? E' un continuo darci a vicenda, e
questo fa sorgere tale amore e gloria, che Ci sentiamo come ripagati da essa
di averle dato la vita. Perciò, in ogni cosa che fa, e non fa entrare la nostra
Volontà, è uno strappo che sentiamo, un diritto che Ci sentiamo togliere, (e)
una gloria, una gioia che perdiamo. Quindi, sii attenta, e fa che tutto
diventi per te Volontà Divina. Oltre di ciò, ad ogni atto che la creatura fa
nel nostro Voler Divino duplichiamo il nostro Amore verso di essa.
Questo nostro Amore, come la investe, porta con sé la nostra Santità, la
Bontà, la Sapienza nostra; sicché essa resta duplicata nella santità, nella
bontà, nella conoscenza del suo Creatore; e come Noi l'amiamo con amore
duplicato, così essa Ci ama con amore duplice, con santità e bontà duplicata. Il
nostro Amore è operativo, e come si parte dal nostro Essere Supremo,
per amare la creatura con duplice amore, così le dà grazia di farci amare a Noi
con amore sempre crescente. Non dare nulla di più ad un atto fatto così
grande nella nostra Volontà, Ci riesce impossibile... Questi atti possiamo dire
sono i rapitori del nostro Amore, Ci rapiscono la nostra santità, e si formano le
vie per conoscere Chi Noi siamo e quanto l'amiamo."
25 Ottobre, 1937 Volume 35
La Sovrana Regina (è) ereditiera della Divina Volontà, quindi ereditiera della
Vita Divina. Come formò di sé nelle mani creatrici (di Dio) un pegno prezioso.
(Il) bene grande che contiene un atto nel mio FIAT.
Stavo facendo il mio giro negli atti della Divina Volontà, e giunta al
Concepimento della Vergine SS., mi son formata per offrire alla Divinità la
Potenza, l'Amore (delle Divine Persone), che ebbero nel far concepire questa
Celeste Signora, per ottenere che venga il suo Regno sulla terra. Ed il mio
dolce Gesù, sorprendendomi, mi ha detto:
"Figlia mia, come fu concepita questa Vergine Santa, così ricominciò la nostra
festa col genere umano, perché fin dal primo istante del suo Concepimento
ereditò la nostra Volontà Divina, la Quale incominciò subito il suo lavorio divino
nella sua bell'anima; ed in ogni palpito, pensiero, respiro di Essa, con la sua
Potenza Creatrice formava prodigi incantevoli di Santità, di Bellezza, di
Grazia, (tali) che Noi stessi, che eravamo Attori e Spettatori insieme col nostro
Volere Divino, restavamo rapiti, e nella nostra enfasi d'Amore dicevamo: Come
è bella la creatura insieme col nostro Volere! Essa Ci dà agio di formare le
nostre opere più belle, e Ci dà vita alla nostra Vita in (Sé)!
Il nostro Amore gioiva (e) festeggiava, perché era uscita alla luce del tempo la
nostra Ereditiera divina, l'Ereditiera della nostra Volontà e della nostra stessa
Vita. E siccome in virtù della nostra Volontà operante in Lei era tutta nostra,
esclusivamente nostra, guardandola sentivamo il nostro respiro, il palpito
nostro, il nostro Amore che sempre arde ed ama, i nostri moti nei suoi; la
nostra Bellezza traspariva nel muovere delle sue pupille, nel gestire delle sue
manine, nel dolce incanto della sua voce rapitrice... Ci teneva tanto occupati
ed in festa, che neppure un istante potevamo distogliere da Lei i nostri
sguardi. Sicché era nostra, tutta nostra, (e la nostra Volontà) per diritto era
già sua, e riconoscevamo in questa Santa Creatura la nostra Ereditiera divina.
Già col possedere la nostra Volontà ne aveva preso il possesso.
Ora, questa Vergine Santa teneva la sua Umanità, nella quale vincolava tutta
l'umana famiglia, quasi come membra al corpo; e Noi, per amor suo,
guardando in Lei tutto l'uman genere, come fu concepita demmo il primo bacio
di pace a tutta l'umanità e La costituimmo erede della nostra Ereditiera Divina,
meno qualche ingrato (che) non volesse riceverla.
Ora vedi, dunque, come è certo che il Regno della nostra Volontà deve venire
sulla terra, giacché esiste chi lo ereditò, ed avendolo ereditato una creatura
che appartiene alla razza umana, tutte le creature acquistarono il diritto di
poterlo possedere. Questa Sovrana Celeste, presa d'amore, formò di Sé un
pegno nelle nostre mani creatrici, per fare che tutti ricevessero questo Regno,
e siccome questo pegno possedeva la Vita della mia Volontà, conteneva un
valore infinito, che per tutti poteva impegnarsi. Che dolce e caro pegno era
nelle nostre mani questa Santa Creatura! Essa, col far scorrere la sua vita, i
suoi atti, nel nostro Volere Divino, formava monete divine per poterci pagare
per quelli che dovevano ereditare il nostro FIAT Divino... Poi venne la mia
Umanità, unita al Verbo Eterno, (e) con la mia vita, pene e morte sborsai
il prezzo sufficiente per ricomprare questa nostra Volontà Divina, e darla alle
creature come Eredità che apparteneva (loro).
Un atto, un respiro, un moto nella mia Volontà contiene tale valore,
che può comprare Cielo e terra, e tutto ciò che si vuole. Quindi, sia
Essa sola la tua vita ed il tuo tutto."
Onde continuavo a sprofondarmi nel Voler Divino... Che forza rapitrice
possiede! E' tanta la dolcezza, le attrattive del suo incanto, che non si vorrebbe
perdere neppure un respiro. Ed il mio dolce Gesù ha soggiunto:
"Figlia mia, i prodigi della mia Volontà sono inauditi. E' tanta la sua Potenza
che, come la creatura opera nel mio Volere, chiama in atto ciò che ha fatto
prima, lo unisce insieme e ridona a ciascun atto il merito, il bene, la sua
Potenza, come se di nuovo (la creatura) lo stesse facendo, arricchendolo con
tanta grazia e bellezza da formare l'incanto di tutto il Cielo. Poi, come celeste
rugiada investe tutti i Santi, e da (loro) la nuova gloria e felicità che racchiude
l'operato della creatura nella mia Volontà; (fa) piovere questa rugiada su tutti i
viatori, affinché sentano la potenza, la grazia di Essa negli atti loro... Quante
anime bruciate dalle passioni, dal peccato, da brutali piaceri, sentono la
freschezza di questa rugiada divina, e si tramutano nel bene.
Un atto nella mia Volontà travolge Cielo e (terra), e se non trova
anime disposte che vogliono ricevere un tanto bene, si mette alla
vedetta, spiando le circostanze, le occasioni, i disinganni della vita, per
investirle, imbalsamarle e dar (loro) il bene che (possiede). Gli atti nella
mia Volontà non sono mai oziosi; essi sono pregni di Luce, d'Amore, di Santità,
di dolcezza divina, e sentono il bisogno di dar luce a chi vive nelle tenebre, di
dare amore a chi è freddo, di dare la santità a chi vive nel peccato, di dare la
dolcezza divina a chi si trova amareggiato... Questi atti, veri figli del Mio
FIAT Divino, non si fermano mai, girano sempre, e se occorre anche
secoli, per dare il bene che posseggono; e siccome sono animati ed
armati dalla sua Potenza, possono dire: Possiamo fare tutto, perché un
Voler Divino che può tutto ci ha dato la vita."
31 Ottobre, 1937 Volume 35
Come un atto di Volontà Divina contiene tale potenza (e) amore che, se Dio
non facesse un prodigio, la creatura non potrebbe contenere quest'atto infinito.
Il passaporto.
La mia povera mente continua a valicare il mare del Voler Divino... Mi pare che
vuol dire sempre cose nuove di quello che vuole e può fare nella creatura dove
Esso regna. E siccome il dolce Gesù prende molto diletto nel parlare della sua
Volontà, come vede la creatura disposta, che vuol sentire la sua storia, prende
la prima parte di narratore per farla conoscere ed amare. Perciò, ripetendo la
sua visitina, mi ha detto:
"Figlia mia, se ti volessi parlare sempre del mio FIAT, terrei sempre cose
nuove da dirti, perché essendo eterna la sua storia non finisce mai, né ciò che
è in Sé stesso, né ciò che può fare nella creatura.
Or, tu devi sapere che un atto della mia Volontà nella creatura
contiene tale Potenza, Grazia, Amore, Santità, che se il mio Volere non
operasse un prodigio, (la creatura) non lo potrebbe contenere, perché
è un atto infinito, e al finito non (gli) è dato di poterlo tutto
abbracciare.
Senti dove giunge il suo Amore: come la creatura si presta, (e) La chiama nel
suo atto, la mia Volontà Divina opera; nell'operare chiama la sua Infinità, la
sua Vita Eterna, la sua Potenza che su tutto s'impone, la sua Immensità che
chiama ed abbraccia tutti e tutto...; nessuno si può mettere da parte nel suo
operare. Quando tutto ha racchiuso, la mia Volontà forma la sua opera.
Vedi dunque che cosa è un atto di Essa: un Atto infinito, eterno, armato di
Potenza divina, immenso, che nessuno può dire "Io non vi ero in quell'Atto".
Ora, questi atti non possono restare senza produrre una grande gloria divina
alla nostra Maestà Suprema ed un bene immenso alle creature. Siccome sono
atti fatti insieme con la creatura, operano da Dio, e legano Dio e la creatura:
Dio per dare, e la creatura per ricevere... Sono come pretesti al nostro Amore,
il quale Ci dice: La creatura Ci ha dato il luogo nell'atto suo, Ci ha dato la
libertà di farci fare quello che vogliamo... Quindi, il nostro Amore si impone su
di Noi per farci dare Quello che siamo, anche per onorare Noi stessi e per
onore della nostra Volontà operante.
Il nostro Amore giunge a tali pretesti e smanie d'Amore, che non Ci vuol mai
far finire di dare, mettendoci avanti la nostra Immensità che non finisce, la
nostra Potenza che tutto può dare, la nostra Sapienza che tutto può disporre...
Questi atti sono atti divini, e possono formare il passaporto alle altre creature,
per farle entrare nel Regno del nostro Volere. Essi daranno un figlio nel nostro
Regno; sicché quanti atti (di più) verranno fatti in Esso, tanto più sarà
popolato, e tutto il bene ridonderà a coloro che sono stati i primi a dar vita alla
mia Volontà negli atti loro.
Or tu devi sapere che i primi passaporti furono formati da Me e dalla mia
Madre Celeste ai primi Figli del mio Volere, i quali (passaporti) contengono la
mia firma, scritta col mio Sangue e coi dolori della Vergine SS. (Per) tutti gli
altri passaporti (oc)corre la mia firma; altrimenti non sarebbero riconosciuti.
Perciò, chi vive nel mio Volere tiene per principio la mia Vita, per
palpito il mio Amore, per dote le mie Opere e passi, per parola la mia
stessa Volontà; sento Me stesso in essa (creatura), ed oh, come
l'amo, e Mi sento riamato col mio stesso Amore! E l'anima sente tale
gioia e contento, ché Mi ama non più col suo piccolo amore, ma col mio
eterno Amore, Mi abbraccia con le mie Opere, Mi corre appresso coi
miei passi; sente che la sua vita sono Io; tutto trova in Me, ed Io tutto
in essa. Perciò sii attenta, figlia, se vuoi renderti e rendermi felice."
Dopo ciò mi sentivo un poco più sofferente, e tossivo forte. Ad ogni colpo di
tosse chiedevo la Divina Volontà, che venisse a regnare sulla terra; ed il mio
caro Gesù, tutto tenerezza, mi ha stretta fra le sue braccia, dicendomi:
"Figlia mia, Io lo sapevo che mi avresti chiesto la mia Volontà ad ogni colpo del
tuo tossire, ed il mio Cuore Me lo sentivo ferire e scoppiare d'amore, e Mi
sentivo ridare nel tuo tossire la mia Immensità, che Mi involgeva e Mi chiedeva
la mia Volontà; la mia Potenza ed Infinità, che mi faceva chiedere da tutti la
mia Volontà regnante, tanto che Io stesso ero costretto a dire: Volontà
mia, vieni a regnare, non più indugiare...! Mi sento tale violenza, che non
faccio altro che fare e dire ciò che fa e dice la creatura.
Perciò voglio che Mi chieda la mia Volontà nelle tue pene, nel cibo che
prendi, nell'acqua che bevi, nel lavoro che fai, nel sonno; voglio che
impegni Il tuo respiro e palpito a chiedermi che la mia Volontà venga a
regnare. Sicché tutto sarà per te occasione di chiedermi la mia
Volontà: anche nel sole, che riempie di luce il tuo occhio, nel vento che
ti soffia, nel cielo che vedi stendersi sul tuo capo... Tutto deve essere per
te occasione di chiedermi la mia Volontà regnante in mezzo alle creature. Con
ciò Mi metterai tanti pegni nelle mie mani; ed il primo pegno sarà tutto l'essere
tuo, ché non ti moverai se non mi chiederai che la mia Volontà sia conosciuta e
sospirata da tutti."
IMPORTANZA DI RIMANERE ATTENTI A GESU’,
NON A NOI STESSI
2 Settembre, 1912 Volume 11
Quanto male fa il pensiero di sé stesso, e quanto bene il pensiero solo di Gesù.
Le anime unite al Divin Volere, che pensano solo ad amare Gesù, sono per lui
come i raggi del sole.
Stavo dicendo al mio sempre amabile Gesù: "L’unico mio timore è (che) chissà
Tu mi potessi lasciare, ritirandoti da Me."
E Gesù: "Figlia mia, non posso lasciarti, perché (stando) tu fissa in Me, non fai
atto riflessivo inopportuno (su) te stessa, né prendi nessuna cura di te. Le
riflessioni, le cure personali, anche (nel) bene, per chi Mi ama davvero sono
tanti vuoti che forma all’amore; quindi la mia Vita non riempie tutta tutta
l’anima, sto come da banda, ad un angolo, e Mi danno occasione di fare le mie
ritiratine. Mentre chi non è portato alle preoccupazioni delle cure proprie e
pensa solo ad amarmi, prende cura di Me, ed Io lo riempio tutto; non c’è punto
della sua vita in cui non trovi la Mia, e volendo fare le mie ritiratine dovrei
distruggere Me stesso, ciò che non può essere mai.
Figlia mia, se sapessero le anime il male che fanno certe riflessioni
proprie...! Incurvano l’anima, l’abbassano, le fanno tenere la faccia
rivolta a sé stessa; e più si guardano, più umane diventano; più
riflettono, più sentono le miserie e più ammiseriscono... Mentre il solo
pensiero di Me, di amarmi, di starsi abbandonata tutta in Me, fa diritta
l’anima, e col tenere la faccia a guardare Me solo, s’innalzano e
crescono; più Mi guardano, più Divine diventano; quanto più riflettono
su di Me, più si sentono ricche, forti, coraggiose. L’unione col Divino
Volere porta l’anima alla dimenticanza di sé stessa e alla
contemplazione di Dio."
Poi ha soggiunto: "Figlia mia, le anime che stanno unite col mio Volere, e che
Mi fanno dare la mia Vita in loro e pensano solo ad amarmi, sono unite con Me
come i raggi al sole. Se il sole non potesse formare i raggi, non potrebbe
stendere la sua luce, il suo calore, sicché i raggi abbelliscono di più del sole.
Così Io, per mezzo solo di questi raggi, che formano una sola cosa con Me, Mi
distendo su tutte le regioni e do luce, Grazia, calore, e Mi sento più abbellito
che se non li avessi. Or, si potrebbe domandare ad (un) raggio di sole quante
vie ha fatto, quanta luce, quanto calore ha dato? Se avesse ragione
risponderebbe: "Non mi voglio prendere briga di ciò; lo sa il sole e basta;
solo che se avessi da dare luce e calore (ad) altre terre lo darei, perché il sole
che mi dà vita a tutto può giungere"... E se il raggio volesse riflettere (e)
rivolgersi indietro a ciò che ha fatto, perderebbe il suo corso e si oscurerebbe.
Tali sono le anime amanti mie: sono i miei raggi viventi, non si preoccupano di
ciò che fanno, starsi fisse nel Sole Divino è tutto il loro intento; e se volessero
riflettere, succederebbe a loro come al raggio del sole, molto ci perderebbero."
1 Novembre, 1912 Volume 11 (già visto prima)
Il pensiero di sé impoverisce e snobilita l’anima. Pensa a se stesso chi ha
bisogno di qualcosa; invece chi sta nella Divina Volontà è nella condizione
stessa di Gesù.
Stando molto afflitta per la privazione del mio adorabile Gesù, stavo pregando
e riparando per tutti; e nell’estrema amarezza volsi a me il pensiero e dissi:
Pietà, Gesù, di me; perdona a quest’anima! Il tuo Sangue, le tue pene sono
anche mie? Valgono forse meno per me?" Mentre ciò dicevo, il mio amabile
Gesù da dentro il mio interno mi ha detto:
"Ah, figlia mia, che fai pensando a te? Tu ora scendi, e da padrona ti
riduci alla misera condizione di chiedere! Povera figlia! Col pensare a te stessa
t’impoverisci, perché stando nella mia Volontà tu sei padrona e da te
stessa puoi prendere ciò che vuoi. Se c’è da fare nella mia Volontà, c’è
da fare (e) pregare (e) riparare per gli altri."
Ed io: "Dolcissimo Gesù, Tu ami tanto che chi sta nella tua Volontà non pensi a
sé stesso; e Tu pensi a Te stesso?" (Che domanda spropositata!)
E Gesù: "No, non penso a Me stesso. Pensa a sé stesso chi ha bisogno di
qualche cosa. Io non ho bisogno di nulla. Io sono la stessa Santità, la
stessa felicità, la stessa immensità, altezza, profondità. Nulla, nulla Mi
manca; il mio Essere contiene in Sé stesso tutti i beni possibili ed
immaginabili. Se pensiero Mi potesse occupare, Mi occupa quello del
genere umano, che avendolo (fatto) uscire da Me nel crearlo, voglio
che ritorni a Me. Ed in tale condizione metto le anime che vogliono fare
veramente la mia Volontà, una sola cosa con Me. Le rendo padrone dei
miei beni, perché nella mia Volontà non ci sono schiavitù: ciò che è
mio è di loro, e ciò che voglio Io lo vogliono loro. Onde se uno si rende
sensibile al bisogno di qualche cosa, significa che non sta perfettamente nella
mia Volontà, o al più fa delle scese, come ora stai facendo tu, niente meno.
Non ti pare strano che chi ha formato una sola cosa, un solo Volere con Me, Mi
domandi pietà, perdono, sangue, pene, mentre l’ho costituito padrona insieme
con Me? Io non so che pietà, che perdono darle, mentre le ho dato tutto; al più
dovrei aver pietà, perdonare Me stesso di qualche fallo..., ciò che non può
essere mai. Quindi ti raccomando non uscire dalla mia Volontà, e seguita a
non pensare a te stessa ma agli altri, come hai fatto finora; altrimenti verresti
ad impoverire e a sentire bisogno di tutto."
2 Novembre 1912 Volume 11
Chi vuol conoscere sé stesso deve conoscersi in Gesù e in lui troverà la vera
propria immagine, e anche quella del suo prossimo, e metterà così tutto sé
stesso in ordine divino.
Continuando la mia afflizione, dicevo tra me: "Non mi riconosco più! Dolce Vita
mia, dove sei? Che cosa dovrei fare per ritrovarti? Mancando Tu, Amor mio,
non trovo la Bellezza che mi abbellisce, la Fortezza che mi fortifica, la Vita che
mi vivifica; mi manca tutto, tutto è morte per me, e la stessa vita, senza di Te,
è più straziante di qualunque morte... Ah, è sempre morire! Vieni, o
Gesù, non ne posso più! Oh Luce suprema, vieni, non farmi più aspettare! Mi
fai sentire il tocco delle tue mani, e mentre faccio per prenderti mi sfuggi; mi
fai vedere la tua ombra, e mentre faccio per guardare dentro l’ombra la
maestà, la bellezza del mio Sole Gesù, perdo ombra e Sole. Deh, pietà! Il mio
cuore è straziato, è lacerato a brani, non posso più vivere... Ah, potessi morire
almeno!"
Mentre ciò dicevo, appena è venuto il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, sono qui, dentro di te. Se vuoi riconoscerti, vieni in Me, e dentro di
Me vieni a riconoscerti. Se verrai in Me a riconoscerti, ti metterai
nell’ordine, perché in Me troverai la tua immagine fatta da Me e simile
a Me; troverai tutto ciò che bisogna a conservare ed abbellire questa
immagine. E venendo a riconoscerti in Me, riconoscerai anche il prossimo in
Me; e vedendo come Io amo te e come amo il prossimo, salirai al grado del
vero Amor Divino, e tutto, dentro e fuori di te, le cose
prenderanno il vero ordine, che è l’ordine Divino. Invece, se ti vuoi
riconoscere dentro di te, primo, che non ti riconoscerai davvero perché ti
mancherà il lume Divino; secondo, tutte le cose le troverai in disordine e
cozzeranno tra loro: la miseria, la debolezza, le tenebre, le passioni e tutto il
resto. Sarà il disordine che troverai dentro e fuori di te, ché non solo
guerreggeranno te, ma anche tra loro, a chi può farti più male..., e
immaginati tu stessa in che ordine ti metteranno il prossimo. E non solo voglio
che deva tu riconoscerti in Me, me se vuoi ricordarti di te devi venire a farlo in
Me; altrimenti, se vuoi ricordarti di te senza di Me, farai più male che bene."
EFFETTI DELLA PREGHIERA NELLA DIVINA
VOLONTA’
28 Luglio, 1902 Volume 4
Mirabili effetti della preghiera continua.
Continuando il mio solito stato, mi son trovata fuori di me stessa, ed ho
trovato il mio Adorabile Gesù, che non volendomi far vedere i guai del mondo,
mi ha detto:
"Figlia mia, ritirati, non voler vedere i mali gravissimi che ci sono nel mondo",
e nel dire ciò mi ha ritirata Lui stesso, e nel condurmi ha ripetuto:
"Quello che ti raccomando è lo spirito di continua preghiera. Questo
cercar sempre l’anima di conversare con Me, sia col cuore, sia con la
mente, sia con la bocca, ed anche con la semplice intenzione, la rende
tanto bella al mio cospetto, che le note del suo cuore armonizzano con
le note del Cuor mio. Ed Io Mi sento tirato di conversare con detta anima che
non solo le manifesto le opere ad extra della mia Umanità, ma le vado
manifestando qualche cos opere ad entra che la Divinità faceva nella Umanità;
non solo questo, ma è tanta la bellezza, che fa acquistare lo spirito
di continua preghiera, che il demonioa delle resta colpito come da
folgore, e resta frustato nelle insidie che tenta di nuocere a
quest’anima." Detto ciò è scomparso, ed io mi sono trovata in me stessa.
25 Settembre, 1914 Volume 11
La preghiera fatta con Gesù e con la sua volontà si estende a tutti.
Stavo offrendo le mie povere preghiere al benedetto Gesù, e pensavo tra me a
chi fosse meglio che Gesù benedetto le applicasse. E Lui benignamente mi ha
detto:
"Figlia mia, le preghiere fatte insieme con Me e con la mia Volontà
possono darsi a tutti, senza escludere nessuno, e tutti hanno la loro
parte ed i loro effetti, come se si fossero offerte per uno solo; però
agiscono a seconda (del)le disposizioni delle creature. Come la Comunione, o
la mia Passione; per tutti ed a ciascuno Io la do ma gli effetti sono a seconda
(del)le disposizioni loro. E col riceverla dieci, non è meno il frutto (che) se
l’avessero ricevuto cinque. Tale è la preghiera fatta insieme con Me e con la
mia Volontà."
3 Maggio, 1916 Volume 11
Preghiera universale, come Gesù ha pregato nella Divina Volontà, come
un’altra sua umanità.
Mentre stavo pregando, il mio amabile Gesù si è messo vicino a me, e sentivo
che anche Lui pregava, ed io mi son messa a sentirlo. E Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, prega, ma prega come prego Io, cioè, riversati tutta nella mia
Volontà, e in Questa troverai Dio e tutte le creature; le darai a Dio come se
fosse una sola creatura, perché il Volere Divino è il Padrone di tutti, e deporrai
ai piedi della Divinità gli atti buoni, per darle onore, (e) i cattivi per ripararli
con la Santità, Potenza ed Immensità della Divina Volontà, a cui niente sfugge.
Questa fu la vita della mia Umanità sulla terra. Per quanto santa (Essa) fosse,
ebbi bisogno di questo Divin Volere, per dare completa soddisfazione al Padre
e redimere le umane generazioni, perché solo in questo Divin Volere Io trovavo
tutte le generazioni, passate, presenti e future, e tutti i loro pensieri, parole,
atti, ecc., come in atto.
E in questo Santo Volere, senza che nulla Mi sfuggisse, Io prendevo tutti i
pensieri nella mia Mente e per ciascuno in particolare Io Mi portavo innanzi alla
Maestà Suprema e li riparavo, e in questa stessa Volontà scendevo (nella)
mente di ciascuna creatura, dando loro il bene che avevo impetrato
alle loro intelligenze. Nei miei sguardi prendevo gli occhi di tutte le creature,
nella mia voce le loro parole, nei miei movimenti i loro (movimenti), nelle mie
mani le loro opere, nei miei piedi i loro passi, nel mio Cuore gli affetti e
desideri, e facendoli come miei, in questo Divin Volere la mia Umanità
soddisfaceva il Padre e mettevo in salvo le povere creature; e il Divin Padre ne
restava soddisfatto. (Non) poteva rigettarmi, essendo il Santo Volere Lui
stesso; avrebbe forse rigettato Sé stesso? No, certo; molto più che in questi
atti trovava Santità perfetta, Bellezza inarrivabile e rapitrice, Amore sommo,
atti immensi ed eterni, Potenza invincibile... Questa fu tutta la vita della
mia Umanità sulla terra, per continuarla nel Cielo e nel SS. Sacramento.
Ora, perché non puoi farlo anche tu? Per chi Mi ama, tutto è possibile,
unito con Me. Nella mia Volontà, prega e porta innanzi alla Maestà
Divina i pensieri di tutti nei tuoi pensieri; nei tuoi occhi gli sguardi di
tutti; nelle tue parole, nei movimenti, negli affetti, nei desideri, quelli
dei tuoi fratelli, per ripararli, per impetrare per loro Luce, Grazia,
Amore. Nel mio Volere ti troverai in Me ed in tutti, farai la mia Vita,
pregherai con Me; e il Divin Padre ne sarà contento, e tutto il Cielo
dirà: "Chi ci chiama sulla terra? Chi è che vuole stringere in sé questo
Santo Volere, racchiudendo tutti noi insieme?" E quanto bene può
ottenere la terra, facendo scendere il Cielo in terra!"
21 Settembre, 1913 Volume 11
Tutte le cose che si fanno con Gesù e nella sua Divina Volontà diventano come
le sue, con le stesse qualità, la stessa vita e potenza creatrice.
Questa mattina, il mio sempre amabile Gesù si è fatto vedere con una dolcezza
ed affabilità indescrivibile, come se mi volesse dire una cosa a Lui tanto cara e
a me di grande sorpresa. Onde abbracciandomi e stringendomi al suo Cuore mi
ha detto:
"Figlia diletta mia, tutte le cose che l’anima fa nella mia Volontà ed insieme
con Me, cioè preghiere, azioni, passi, ecc., acquistano le mie stesse qualità, la
stessa Vita e (lo) stesso valore. Vedi, tutto ciò che Io feci sulla terra,
preghiere, patimenti, opere, stanno tutti in atto e staranno in eterno a bene di
chi ne vuole. Il mio operato differisce dall’operato delle creature. Contenendo
in Me la Potenza Creatrice, parlo e creo, come un giorno parlai e creai il Sole, e
questo Sole, che è sempre pieno di luce e di calore, (è) come se stesse in atto
di ricevere da Me creazione continua, senza mai diminuirne. Tale fu il mio
operato in terra; contenendo in Me la Potenza Creatrice, come il Sole sta in
continuo atto di dar luce, così le preghiere che feci, i passi, le opere, il sangue
sparso, stanno in continuo atto di pregare, di operare, di camminare, ecc.,
sicché le mie preghiere continuano, i miei passi stanno sempre in atto di
correre appresso alle anime, e così del resto; altrimenti, che gran differenza ci
sarebbe tra il mio operato e quello dei miei Santi?
Ora senti, figlia mia, una cosa bella bella, e non ancora capita dalle
creature: tutto ciò che l’anima fa insieme con Me e nella mia Volontà,
come sono le cose mie, così restano le sue. Il connesso della mia
Volontà e l’operato insieme con Me partecipa della mia stessa Potenza
Creatrice."
Io ne sono rimasta estatica e con una gioia che non potevo contenere, e ho
detto: "Possibile, o Gesù, tutto questo?"
E Lui: "Chi ciò non comprende può dire che non Mi conosce."
Ed è scomparso. Ma io non so dir bene né so spiegarmi meglio. Chi può dire ciò
che mi faceva comprendere? Anzi, mi pare di aver detto spropositi.
6 Aprile, 1922 Volume 14
L'uomo per la terra ha dimenticato il Cielo e per il corpo ha dimenticato
l'anima. Col fondersi nella Divina Volontà la creatura diventa un piccolo dio.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù mi ha trasportata fuori di me
stessa e mi ha fatto vedere masse di popoli piangenti, senza tetto, in preda
alla più grande desolazione; paesi crollati, strade deserte ed inabitabili; non si
vedeva altro che mucchi di pietre e macerie; solo un punto restava intatto dal
flagello. Dio mio, che pena, vedere queste cose e vivere! Io guardavo il mio
dolce Gesù, ma Lui non si benignava di guardarmi, anzi piangeva amaramente,
e con voce rotta dal pianto ha detto:
"Figlia mia, l'uomo per la terra ha dimenticato il Cielo; è giusto che gli venga
tolto ciò che è terra e vada ramingo, senza poter trovare dove rifugiarsi,
affinché si ricordi che esiste il Cielo. L'uomo per il corpo ha dimenticato
l'anima, sicché tutto al corpo: i piaceri, le comodità, le sontuosità, il lusso ed
altro; l'anima è digiuna, priva di tutto, ed in molti è morta, come se non
l'avessero. Ora è giusto che venga privato il corpo, affinché si ricordi che ha
un'anima; ma, oh, quanto è duro l'uomo. La sua durezza Mi costringe a colpirlo
di più; chi sa se sotto i colpi possa rammollirsi!"
Io mi sentivo straziare il cuore, e Lui: "Tu soffri molto nel vedere il mondo,
come se volesse rotolare, e l'acqua ed il fuoco uscire dai loro confini ed
avventarsi contro l'uomo. Perciò ritiriamoci insieme nel tuo letto e preghiamo
insieme per la sorte dell'uomo. Nel mio Volere sentirò il tuo cuore
palpitante su tutta la faccia della terra, che Mi darà un palpito per tutti, che Mi
dirà amore; e mentre colpirò le creature, il tuo palpito si frapporrà, per fare
che i colpi siano meno duri, e nel toccarle portino il balsamo del mio e del tuo
amore."
Onde io son rimasta afflittissima; molto più che nel ritirarci, il mio dolce Gesù
si nascondeva nel mio interno tanto dentro, che quasi non si faceva più sentire.
Che pena! Che strazio! Il pensiero dei flagelli mi terrorizzava; la sua privazione
mi dava pene mortali. Ora, in questo stato cercavo di fondermi nel Santo
Volere di Dio, e dicevo: "Amor mio, nel tuo Volere ciò che è tuo è mio; tutte le
cose create sono mie. Il Sole è mio, ed io Te lo do in ricambio, affinché tutta la
luce ed il calore del Sole, in ogni stilla di luce, di calore Ti dica che io Ti amo, Ti
adoro, Ti benedico, Ti prego per tutti. Le stelle sono mie, ed in ogni tremolio di
stelle suggello il mio TI AMO immenso ed infinito, per tutti. Le piante, i fiori,
l'acqua, il fuoco, l'aria, sono miei, ed io Te li do in ricambio; ma tutti che Ti
dicano, e a nome di tutti: Ti amo con quell'Amore eterno con cui ci creasti…"
Ma se volessi dire tutto, andrei troppo per le lunghe. Onde Gesù, muovendosi
nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, quanto sono belle le preghiere e gli atti fatti nel mio Volere! Come
si trasforma la creatura nello stesso Dio creatore e ridà il ricambio di ciò che
Lui le ha dato! Tutto creai per l'uomo e tutto a lui donai. Nella mia
Volontà la creatura s'innalza al suo Dio Creatore e Lo trova nell'atto in
cui creò tutte le cose per fargliene dono, e lei, tremante alla
molteplicità di tanti doni e non avendo in sé la forza creatrice per
poter creare tante cose per quante ne ha ricevuto, offre le sue stesse
cose per ricambiarlo in amore. Sole, stelle, fiori, acqua, fuoco, aria, ti ho
dato per darti amore, e tu riconoscente le hai accettato e, mettendo a traffico
il mio Amore, Me ne hai dato il ricambio; sicché Sole ti diedi, e Sole Mi hai
dato; stelle, fiori, acqua ti diedi, e tu Mi le hai ridonato…Le note del mio
Amore hanno risuonato di nuovo su tutte le cose create e ad unanime voce Mi
hanno dato l'Amore che feci correre su tutta la Creazione. Nella mia Volontà
l'anima si mette al livello del suo Creatore, e nel suo stesso Volere riceve e
dona. Oh, che gara tra creatura e Creatore! Se tutti potessero vedere, ne
resterebbero stupiti, nel vedere che nella mia Volontà l'anima diventa un
piccolo dio, ma tutto in virtù della potenza della mia Volontà."
21 Aprile, 1922 Volume 14
Effetti della preghiera nel Volere Divino
.
Tutto ciò che ho scritto e scrivo è solo per obbedire, e molto più per il timore
che il mio Gesù, dispiacendosi, potesse trovare pretesto per privarmi di Sé; lo
sa Lui solo quanto mi costa! Onde ho passato un giorno senza di Gesù; appena
qualche sua ombra. Oh Dio, che pena! Dicevo tra me: "Come presto ha
mancato alla parola di non lasciarmi! Oh Santa Volontà Eterna, portami il mio
Sommo Bene, il mio tutto!" Ed era tanta la pena che sentivo, che mi sentivo
corrucciata e piagnucolosa; ma in questo stato ercavo di fondermi nel suo
Santo Volere. In questo mentre è venuto, facendosi vedere che piangeva
amaramente, e col Cuore trinciato in tanti pezzi. Io nel vederlo piangere ho
messo da parte il cruccio, ed abbracciandolo ed asciugandogli le lacrime Gli ho
detto: "Che hai, Gesù, che piangi?
Dimmi, che Ti hanno fatto?"
E Lui: "Ah, figlia mia, vogliono sfidarmi; è una brutta disfida che Mi stanno
preparando, e questo dai capi; è tanto il mio dolore, che Mi sento trinciare in
pezzi il mio Cuore! Ah, com'è giusto che la mia Giustizia si sfoghi contro le
creature! Perciò, vieni insieme con Me nel mio Volere, eleviamoci tra il Cielo e
la terra, ed adoriamo insieme la Maestà Suprema, benediciamola e diamole
omaggio per tutti, affinché Cielo e terra possano riempirsi di adorazioni,
omaggi e benedizioni, e tutti possano ricevere gli effetti".
Onde son passata una mattinata pregando insieme con Gesù, nel suo Volere;
ma, oh, sorpresa! Come pregavamo, una era la parola, ma il Volere Divino la
diffondeva su tutte le cose create e ne restava l'impronta; la portava
nell'Empireo, e tutti i Beati non solo ne ricevevano l'impronta, ma era
a loro causa di nuova beatitudine, scendeva nel basso della terra e fin nel
Purgatorio, e tutti ne ricevevano gli effetti. Ma chi può dire come si pregava
con Gesù, e tutti gli effetti che produceva?
Onde dopo di aver pregato insieme, mi ha detto: "Figlia mia, hai visto che
significa pregare nel mio Volere? Come non c'è punto in cui il mio Volere non
esista, Lui circola in tutto ed in tutti, è vita, attore e spettatore di tutto, così gli
atti fatti nel mio Volere si rendono vita, attori e spettatori di tutti, fin della
stessa gioia, beatitudine e felicità dei Santi; portano ovunque la luce, l'aria
balsamica e celeste che scaturisce gioie e felicità. Perciò non ti partire mai dal
mio Volere; Cielo e terra ti aspettano per ricevere nuova gioia e nuovo
splendore".
4 Luglio, 1918 Volume 12
L'abbandono in Gesù è condizione perché Lui possa riempire l'anima e fare
tutto.
Stavo dicendo al mio amato Gesù: "Gesù, Ti amo; ma il mio amore è piccola;
perciò Ti amo nel tuo Amore, per farlo grande. Voglio adorarti con le tue
adorazioni, pregare nella tua preghiera, ringraziarti nei tuoi ringraziamenti."
Ora, mentre ciò dicevo, il mio amabile Gesù mi ha detto: "Figlia mia, come hai
messo il tuo amore nel Mio per amarmi, il tuo è rimasto fissato nel Mio e vi si è
allungato ed allargato, e Mi sono sentito amare come vorrei che la creatura Mi
amasse; e come adoravi nelle mie adorazioni e pregavi e ringraziavi, così
restavano fisse in Me, e Mi sentivo adorare, pregare e ringraziare con le mie
adorazioni, preghiere e ringraziamenti. Ah, figlia mia, ci vuole grande
abbandono in Me; e come l'anima si abbandona in Me, così Io Mi abbandono in
lei, e riempiendola di Me faccio Io stesso ciò che (lei) deve fare per Me. Se poi
non si abbandona, allora ciò che fa resta fissato in lei, non in Me,
e sento l'operato della creatura pieno d'imperfezioni e di miserie, ciò che non
potrà piacermi."
LA NECESSITA’ DI RIMANERE IN PACE
18 Dicembre, 1921 Volume 13
Il turbamento offusca la pace. La pace è la primavera dell’anima, è luce, è
dominio di sé e degli altri. La vera pace è Gesù.
Mi sentivo molto oppressa ed angustiata per la privazione del mio dolce Gesù.
Onde dopo tutta una
giornata di pena, a notte avanzata è venuto e, stringendomi le braccia al collo,
mi ha detto:
"Figlia mia, che c’è? Vedo in te un umore, un’ombra che ti rende
dissimile da Me e spezza la corrente della beatitudine che tra Me e te
ha quasi sempre esistito. Tutto è pace in Me, perciò non sopporto in te
neppure l’ombra che possa ombrare l’anima tua. La pace è la
primavera dell’anima; tutte le virtù sbocciano, crescono e sorridono,
come le piante e i fiori al sorriso dei raggi primaverili, che dispongono
tutta la natura a produrre ognuno il suo frutto. Se non fosse per la
primavera, che col suo sorriso incantevole scuote le piante dal torpore del
freddo e veste la terra come un ammanto fiorito, che chiama tutti col suo dolce
incanto a farsi guardare, la terra sarebbe orrida e le piante finirebbero col
seccare. Sicché la pace è il sorriso Divino che scuote l’anima da ogni
torpore; che come primavera celeste scuote l’anima dal freddo delle
passioni, delle debolezze, delle leggerezze, ecc., e col suo sorriso fa
sbocciare, più che (un) campo fiorito, tutti i fiori, e fa crescere tutte le
piante, tra cui l’Agricoltore Celeste si benigna di passeggiare e (di)
coglierne i frutti per farne suo cibo. Sicché l’anima pacifica è il mio
giardino, in cui Io Mi ricreo e Mi trastullo. La pace è luce, e tutto ciò che
l’anima pensa, parla ed opera, è luce che manda, e il nemico non può
avvicinarsi, perché si sente colpito da questa luce, ferito ed abbagliato, (e) per
non restare cieco è costretto a fuggire.
La pace è dominio, non solo di sé stesso, ma degli altri; sicché dinanzi ad
un’anima pacifica restano o conquisi o confusi ed umiliati. Perciò, o si fanno
dominare restando amici, o si partono confusi, non potendo sostenere la
dignità, l’imperturbabilità, la dolcezza di un’anima che possiede la pace;
anche i più perversi sentono la potenza che contiene. Perciò Mi glorio tanto di
farmi chiamare Dio della pace, Principe della pace, e non vi è pace senza di
Me. Solo Io la posseggo e la do ai figli miei, come a figli legittimi che
restano vincolati come eredi di tutti i miei beni.
Il mondo, le creature non hanno questa pace, e ciò che non si ha non si può
dare. Al più possono dare una pace apparente, che dentro li strazia; una pace
falsa, che contiene dentro un sorso velenoso, e questo veleno addormenta i
rimorsi della coscienza e li conduce nel regno del vizio.
Perciò la vera pace sono Io, e voglio adombrarti nella mia pace, per fare che
mai tu sia turbata e l’ombra della mia pace, come luce abbagliante, possa
tener lontana da te qualunque cosa o chiunque volesse ombrare la tua pace."
19 Maggio, 1938 Volume 36
Come la Divina Volontà forma la paralisi a tutti i mali e l'umano Volere paralizzi
i benié. Come amare e possedere. Come viene formato Dio nella creatura e la
creatura in Dio. Timori sugli scritti.
Sono sempre nel mare del Voler Divino il quale come se mi volesse mettere in
guardia di stare attenta, di non fare entrare in me il povero ed irrequieto volere
umano, io son restata impensierita.
Ed il mio dolce Gesù visitando la piccola anima mia mi ha detto: Figlia mia
benedetta, fatti coraggio, non temere, la virtù, la potenza della mia
Volontà é tanta, come si entra in Essa per vivere cosi restano
paralizzati tutti i mali, paralizzate le passioni i passi e le opere cattive,
la volontà umana subisce tale sconfitta da sentirsi morire, ma senza
morire, ma però comprende con suo grande contento, che mentre si
sente paralizzare il male, si sente risorgere la vita del bene, la luce che
mai si spegne, la forza che mai vien meno, l'amore che sempre ama,
sorge in essa (( l'eroismo )) dal sacrifizio, la pazienza invitta. Posso
dire che la mia Volontà, mette il basto ai mali della creatura, perché non vi é
principio e vita di bene, se non che dalla mia Volontà. Ora se il mio Fiat tiene il
potere di paralizzare i mali, il volere umano, quando domina solo nella
creatura, ogni bene resta paralizzato, povero bene sotto la paralisi del Volere
umano, vuole camminare e si trascina appena, vuole operare e si sente cadere
le braccia, vuole pensare il bene, e si sente intontita e come scimunito. Sicché
la volontà umana senza della mia, é il principio di tutti i mali e la rovina totale
della povera creatura."
Onde dopo il mio amato Gesù ha soggiunto con un accento commovente: Figlia
mia, chi mi vuol possedere mi deve amare, amare e possedere é lo stesso;
come tu mi ami cosi resto formato nell'anima tua, e come ritorno ad amarmi
cresco, perché solo l'amore mi fà crescere e come ripeti il tuo amore, cosi mi
faccio conoscere, per farmi amare di più. Sicché come tu mi ami cosi mi faccio
sentire, quando ti amo. - Ora come tu mi ami, io amo te eti posseggo e come
ci alterniamo nell'amarci cosi resta formato in me, cresci, ti alimento col mio
amore, ti formo nella vita del mio volere, ti innondo coi miei mari d'amore, per
farti sentire quando ti amo, con quanta tenerezza ti cresco nel mio Cuore,
come ti tengo geloso, custodita affinché tu mi ami di più e usi con me quella
stessa tenerezza che ti faccio io col tenermi custodito, é gelosia d'amore, la
quale é tutto occhio tutta attenzione di darmi la sua vita in ogni istante, per
amarmi, per rendermni felice e contento nell'anima sua, come la rendo felice e
econtenta nel Cuore mio. L'amora vuole andare di pari passo, e se ama e non
é amato, sente l'infelicità, l'amarezza, di chi dovrebbe amare e non l'ama.
Perciò amami sempre e se vuoi amarmi davvero amami nel mio Volere, nel
quale troverai l'amore che non cessa mai, e mi formerai catene si lunghe
d'amore da imprigonarmi in modo da non sapermi sprigionare dal tuo amore."
Dopo ciò pensava al grande sacrificio di scrivere le mie ripugnanze, le lotte che
ho subito, per mettere la penna sulla carta, che solo il pensiero di dispiacere il
mio caro Gesù, mi faceva fare il sacrificio d'ubbidire a chi mi comandava di
farlo. Io pure diceva tra me; cissà doeve, dove andranno a finire, in quali mali
potranno anadare, chissà quanti cavilli, quante opposizioni faranno, quanti
dubbi, e mi sentiva irrequieta, la mia mente era funestata da tale apprensione
che mi sentiva mortre. Ed il mio dolce Gesù, per quietarmi é ritornato
dicendomi: Figlia mia, non ti turbare, questi scritti sono i miei, non tuoi, e
nellemani di chi potranno andare, nessuno potrà toccarli per sciuparli, io li
saprò custodire, e difendere, perché e roba che mi appartiene, e chiunque il
prenderà con buona e retta volontà troveranno una catena di luce e di amore
con cui amo le creature. Questi scritti li posso chiamare lo sfogo del mio
amore, follie, deliri, eccessi del mio amore, con cui voglio vincere le
creature, affinché ritornino nelle mie braccia per farla sentire quanto
l'ama e per maggiormente farle conoscere quanto l'ama, voglio
giungere all'eccesso di darle il gran dono della mia Volontà come vita,
perché solo con essa, l'uomo potrà mettersi al sicuro e sentire le
fiamme del mio amore, le mie ansie di quanto l'amo. Sicché chi leggerà
questi scritti coll'intenzione di trovare la verità sentirà le mie fiamme e si
sentirà trasformata in amore e mi amerà di più. Chi poi li leggerà per trovare
cavilli e dubbi la sua intelligenza dalla mia luce e dal mio amore resterà
accecato e confuso. Figli miei il bene che le mie verità producono due effetti
uno contrario all'altro, ai disposti é luce per formare l'occhio nella sua
intelligenza e vita per dar vita di santità, che le mie verità racchiudono, agli
indisposti li (( accieca )) e li priva del bene che le mie verità racchiudono." Poi
ha soggiunto: "Figlia mia, fatti coraggio né volerti turbare: ciò che ha fatto il
tuo Gesù era necessario al mio amore ed all'importanza di ciò che ti dovevo
manifestare sulla mia Divina Volontà; posso dire che dovevano servire alla mia
stessa vita, ed a farmi compiere l'opera della Creazione; perciò era necessario
che al primo principio di questo tuo stato, (( usassi )) con te tanti
strattagemmi d'amore: cercai tante intimità con te, che dà dell'incredibile
come io giunsi a tanto; ti feci pure tanto soffrire, per vedere se tu ti
sottoponevi a tutto e poi ti affogava colle mie grazie, col
mio amore, e ti sottoponeva di nuovo alle pene, per essere sicuro che tu non
mi avresti negato nulla; e questo per vincere la tua volontà. Oh, se io non ti
avessi mostrato quanto il amavo, non ti avrei largito tante grazie; credi tu che
era facile, che ti saresti sottoposta a questo stato di pena e per sì
lungo tempo? Cra il mio amore, le mie verità, che ti tenevano e ti tengono
ancora come calamitata in chi tanto ti amava. Però tutto ciò che ho fatto al
principio di questo tuo stato era necessario, ché dovea servire come fondo,
come decenza, come decoro, preparazione, santità e disposizione alla
grande Verità, che ti dovea manifestare sulla mia Divina Volontà; perciò degli
scritti avrò più interesse io che tu, perché sono (i) miei, ed una mia sola verità
sul mio Fiat, mi costa tanto, che supera il valore di tutta la Creazione e opera
mia, invece la mia verità é vita mia, é vita che voglio dare alle creature, e la
puoi comprendere da ciò che hai sofferto e dalle grazie che ti ho fatto per
giungere a manifestarti le mie verità sul mio Santo Volere; perciò quetati ed
amiamo ci, figlia mia, non spezziamo il nostro amore, perché ci costa assai a
tutte e due, tu col tenere la tua vita sacrificata a mia disposizione, ed io col
sacrificarmi per te." Con tutto il parlare di Gesù non mi sentiva pienamente
quieta; nell'atto del suo parlare mi é ritornata la pace, ma dopo ripensando a
ciò che mi é successo in questi giorni non é necessario qui dirlo,
sono ritornata a turbarmi. Onde circa dopo due giorni, il mio dolce Gesù ha
fatto silenzio, perciò mi sentiva sfinita di forza, con una debolezza estrema, ed
il mio amato Gesù avendo di me compassione, tutto bontà é venuto e mi ha
detto: "Povera figlia mia, stai digiuna, perciò ti senti sfinita di forze; son due
giorni che non prendi cibo, perchè non stando in pace, io non potevo darti il
cibo delle mie verità, perché Esse mentre alimentano l'anima, comunicano
anche la forza al corpo, molto più che stando turbata non mi avresti capito, né
saresti stata disposta a prendere un cibo sì prelibato, perché tu devi sapere
che la pace é la porta dove entra la verità ed il primo bacio ed invito che le
fanno le creature per ascoltarle, e per farle parlare. Quindi se vuoi che ti dia
molto cibo ritorna al tuo stato pacifico. Anzi, in questi giorni che tu eri turbata,
il Cielo, gli Angeli e i Santi stavano come tremebondi su di te, perché
sentivamo un'aria malsano uscire da te, che a loro non apparteneva. Perciò
tutti hanno pregato che ti ritornasse la pace. La pace é il sorriso del Cielo, la
sorgente dove scaturiscono le gioie Celesti. E poi il tuo Gesù non é mai
turbato, per quante offese mi possono fare; (( posso )) dire'il mio Trono é la
pace; cosi voglio te tutta pacifica Figlia mia, anche nel modo ci dobbiamo
addattare, (( ansomigliare; )) pacifico io, pacifica tu; altrimenti il regno della
mia Volontà non potrà stabiliarsi in te, perché Essa é regno di pace."
2 Marzo, 1921 Volume 12
Il terzo "FIAT" sarà come l'iride di pace che porrà fine al diluvio delle colpe e
che unirà cielo e terra. D'ora in poi Luisa dovrà occuparsi in preparare il suo
Avvento.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha
detto: "Figlia mia, il terzo "FIAT", il mio "FIAT VOLUNTAS TUA, come in Cielo
così in terra", sarà come l'arcobaleno che si vide nel cielo dopo il diluvio, che
come iride di pace assicurava agli uomini che il diluvio era cessato. Così sarà il
terzo "FIAT". Come si conoscerà, anime amanti e disinteressate entreranno a
far vita nel mio "FIAT"; saranno come arcobaleni, come iridi di pace, che
rappacificheranno il Cielo e la terra e fugheranno il diluvio di tante colpe che
inondano la terra. Questi iridi di pace avranno per vita il terzo "FIAT", sicché il
mio "FIAT VOLUNTAS TUA" avrà compimento in loro; e come il secondo "FIAT"
Mi chiamò sulla terra a vivere in mezzo agli uomini, così il terzo "FIAT"
chiamerà la mia Volontà nelle anime e vi regnerà, come in Cielo, così in terra".
Poi ha soggiunto, stando io mesta per la sua assenza: "Figlia mia, sollevati,
vieni nella mia Volontà; ti ho eletta tra mille e mille; affinché il mio Volere
abbia pieno compimento in te e sia qual iride di pace, che con i suoi sette
colori attiri gli altri a far vita nella mia Volontà. Perciò mettiamo da banda
la terra. Finora ti ho tenuta insieme con Me per placare la mia Giustizia ed
impedire che castighi più duri piovessero sulla terra. Ora la corrente della
malvagità umana, facciamola correre; e tu insieme con Me, nel mio Volere,
voglio che ti occupi in preparare l'ora della mia Volontà.
Come t'inoltrerai nella via del mio Volere, si formerà l'iride di pace che formerà
l'anello di congiunzione tra la Volontà Divina e l'umana, dal quale avrà vita la
mia Volontà sulla terra e avrà inizio l'esaudimento della preghiera mia e di
tutta la Chiesa: "Venga il tuo Regno e sia fatta la tua Volontà, come in Cielo,
così in terra".
From the Letters of Luisa:
49. Alla Superiora, Sr. Maddalena del Moro, Santa Chiara, Ravello
J.M.J.
Il Santo Voler di Dio vi leghi tanto tanto, da non darvi tempo di pensare a voi
stessa. Mia sorella in Gesù Cristo, rispondo con poche righe alla vostra. La
causa, credo, di tutto ciò che mi dite, è la mancanza di unione con Gesù in
tutte le cose vostre. Il nemico vi trova sola, senza di Gesù, e vi fa il suo
lavorio, vi turba, togliendovi la pace del cuore, tanto necessaria per fare
riposare l'afflitto Gesù. Se il nemico vi trovasse sempre con Gesù, per non
soffrire la Sua adorabile presenza, fuggirebbe. Ecco il rimedio a tutti i mali:
statevi con Gesù sempre, sia nelle cose spirituali, quanto nelle materiali, e
Gesù penserà a darvi la pace e a disimpegnare il vostro ufficio; anzi, Gesù lo
farà in voi. Tutto ciò che soffrite datelo a Gesù per sollevarlo e ripararlo, anche
le freddezze, e così avrete più campo per tenere compagnia al trafitto Gesù.
Se starete con Gesù dimenticherete voi stessa e solo Gesù ricorderete, ed Egli
ci penserà a tutti i vostri mali... Ah, sì, amatelo assai; ma la sola unione con
Gesù farà sorgere nuova sorgente di crescente amore, sicché, se starete con
Gesù, Lo amerete, se no, amerete voi stessa e i vostri mali. Che brutta figura
farete innanzi a Gesù, non è vero? Dite alla buona Superiora che stia in tutto
all'ubbidienza, perché chi ubbidisce non fallisce, e il benedetto Gesù supplirà a
ciò che pare che le manchi. E poi, quando Gesù si sente amato, dimentica
le nostre colpe, e non vorremo perdere la testa per ricordarle. Gesù vuole
l'armonia e la concordia tra voi, e Lui starà in mezzo a voi.
Mi raccomando alle vostre preghiere.
La piccola figlia della Divina Volontà.
Corato, 20-11-1917
Divina Volontà – Ostia Vivente
8 Aprile, 1908 Volume 8
Chi vive di Volontà Divina vive in continua comunione con Gesù. Il segno certo per conoscere se uno
stato è Volontà di Dio.
Stavo impensierita per non poter fare la Comunione tutti i giorni, ed il buon Gesù nel venire mi ha detto:
"Figlia mia, nessuna cosa voglio che ti (dia) fastidio. È vero che (è) cosa grande fare la Comunione; ma
quando dura l’unione stretta con l’anima? Al più un quarto d’ora. Ma la cosa che ti stia più a cuore è la
completa disfatta della tua volontà nella Mia, perché (per) chi vive nella Volontà mia non è solo un quarto
d’ora l’unione stretta, ma sempre sempre. Sicché la mia Volontà è continua comunione con l’anima, onde
non una volta al giorni ma (in) tutte le ore (e) i momenti è sempre comunione per chi fa la mia Volontà."
Sono passati per me giorni amarissimi, per la privazione del mio Sommo ed unico Bene, pensando e
temendo che il mio stato fosse una finzione… Stare in letto senza nessun movimento ed occupazione sino
alla venuta del confessore, e senza quel solito sopimento, mi angustiava e martirizzava tanto da farmi
cadere malata dal dolore e dalle continue lacrime. Più volte ho pregato il confessore che mi desse il
permesso e l’obbedienza che, quando non fossi assopita e Gesù Cristo non si fosse compiaciuto (di)
parteciparmi un mistero della sua Passione come vittima, io mi potessi sedere a letto secondo il mio solito
e mettermi al solito mio lavoro del tombolo; ma egli continuamente ed assolutamente me l’ha proibito.
Anzi, mi ha soggiunto che questo stato mio, sebbene con la privazione del Sommo Bene, doveva
considerarsi come stato di vittima, per la violenza ed il dolore nella detta posizione e nell’obbedienza.
Io ho ubbidito sempre, ma sempre il martirio del cuore mi diceva: "E non è questa una finzione? Dov’è il
tuo assopimento? Alzati, alzati, non far finzioni! Lavora, lavora! Non vedi tu che questa finzione ti porterà
alla dannazione? E tu non temi? Non pensi al giudizio tremendo di Dio? Non vedi che dopo tanti anni tu
non hai fatto altro che scavarti un abisso da cui non uscirai in eterno?"…
Oh Dio! Chi può dire lo schianto del cuore e le sofferenza crudeli che mi tormentano l’anima e mi
schiacciano e mi gettano in un mare di dolori? Ma la tiranna obbedienza non mi ha permesso neppure un
atomo di mia volontà… Sia fatta la Divina Volontà, che così dispone!
Mentre ero in questi crudeli tormenti, questa notte, trovandomi nel solito mio stato, mi trovavo circondata
da persone che dicevano: "Recita un "Pater", un "Ave" e un "Gloria" in onore di San Francesco di Paola, che
ti porterà qualche ristoro alla tue sofferenze."
Ond’io l’ho recitato, ed appena detto è scomparso il Santo, portandomi una piccola pagnottina di pane, (e)
me l’ha dato dicendomi:
"Mangialo."
Io l’ho mangiato e mi son sentita tutta rinforzare; e poi gli ho detto:
"Caro Santo, vorrei dirvi qualche cosa."
E Lui, con tutta affabilità: "Dì, che cosa vuoi dirmi?"
Ed io: "Temo tanto che il mio stato non sia Volontà di Dio… Senti, i primi anni di questa malattia, che mi
succedeva ad intervalli, mi sentivo chiamare da Nostro Signore, che mi voleva vittima, e nel medesimo
tempo mi sentivo sorprendere da dolori e ferite interne, da parere esternamente che mi prendesse un
accidente; quindi tempo che la mia fantasia mi producesse questi mali."
Ed il Santo: "Il segno certo per conoscere se uno stato è Volontà di Dio, è se l’anima è pronta a fare
diversamente, se conoscesse che la Volontà di Dio non fosse più quella."
Ed io, non rimanendo persuasa, ho soggiunto: "Caro Santo, non vi ho detto tutto. Senti, i primi furono ad
intervalli; dacché poi Nostro Signore mi chiamò all’immolazione continua è da 21 anni che ci sto sempre
in letto; e chi può dire le vicissitudini? Pare alle volte che mi lascia, (che) mi toglie il patire, unico e fido
amico del mio stato, ed io resto schiacciata senza Dio, senza il sostegno dello stesso patire; quindi i dubbi,
i timori… Il mio stato non è Volontà di Dio!"
E Lui, tutto dolcezza: "Ti ripeto ciò che ti ho detto prima: se sei pronta a fare la Volontà di Dio se la
conoscessi, il tuo stato è di sua Volontà."
Ond’io mi sento tanto nell’anima, che se conoscessi la Volontà di Dio con tutta chiarezza, sarei pronta a
costo della propria vita a seguire questo suo Santo Volere. Perciò son rimasta più tranquilla. Sia sempre
ringraziato il Signore.
24 Marzo, 1922 Volume 14
Ogni atto della creatura, fatto nella Divina Volontà, è una Santa Messa, in cui moltiplica la Vita e la
presenza reale di Gesù.
Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha detto:
"Figlia mia, come l'anima emette i suoi atti nel mio Volere, così moltiplica la mia Vita. Sicché se fa dieci atti
nella mia Volontà, dieci volte Mi moltiplica; se ne fa venti, cento, mille e più ancora, tante volte di più resto
moltiplicato. Succede come nella Consacrazione Sacramentale: quante Ostie mettono, tante volte di più
resto moltiplicato. La differenza che c'è, è che nella Consacrazione Sacramentale ho bisogno delle Ostie
per moltiplicarmi e del Sacerdote che Mi consacri; nella mia Volontà, per restare moltiplicato ho bisogno
degli atti della creatura, dove più che in Ostia viva, non morta, come quelle Ostie prima di consacrarmi, la
mia Volontà Mi consacra e Mi chiude nell'atto della creatura, ed Io resto moltiplicato ad ogni loro atto
fatto nella mia Volontà. Perciò il mio Amore tiene il suo sfogo completo con le anime che fanno la mia
Volontà e vivono nel mio Volere. Sono loro sempre quelle che suppliscono, non solo a tutti gli atti che Mi
dovrebbero le creature, ma alla stessa mia Vita Sacramentale. Quante volte resta inceppata la mia Vita
Sacramentale nelle poche Ostie in cui Io resto consacrato, perché pochi sono i comunicandi! Altre volte
mancano Sacerdoti che Mi consacrino, e la mia Vita Sacramentale non solo non resta moltiplicata quanto
vorrei, ma resta senza esistenza. Oh, come il mio Amore ne soffre! Vorrei moltiplicare la mia Vita tutti i
giorni in tante Ostie per quante creature esistono, per darmi a loro; ma invano aspetto, la mia Volontà
resta senza effetto. Ma di ciò che ho deciso avrà compimento tutto; perciò prendo un'altra piega e Mi
moltiplico in ogni atto vivo della creatura fatto nel mio Volere, per farmi supplire alla moltiplicazione
della mia Vita Sacramentale. Ah, si, solo le anime che vivono nel mio Volere suppliranno a tutte le
comunioni che non fanno le creature, a tutte le Consacrazioni che non si fanno dai Sacerdoti; in loro
troverò tutto, anche la stessa moltiplicazione della mia Vita Sacramentale.
Perciò ti ripeto che la tua missione è grande; a missione più alta, più nobile sublime e divina non potrei
sceglierti. Non c'è cosa che non accentrerò in te, anche la moltiplicazione della mia Vita. Farà dei nuovi
prodigi di Grazia, non mai fatti finora. Perciò ti prego, sii attenta, siimi fedele, fa che la mia Volontà abbia
Vita sempre in te, ed Io, nel mio stesso Volere in te, troverò tutta completata l'Opera della Creazione coi
pieni miei diritti, e tutto ciò che voglio."
15 Marzo, 1912 Volume 11
La Divina Volontà è la santità della santità, e chi la fa come in cielo così in terra è un’anima regina che
da vita a tutto il bene che si fa in terra e in cielo. Sono le vere ostie consacrate dalla Divina Volontà.
Continuando il mio solito stato, mi sentivo un desiderio grande di fare la Volontà SS. di Gesù Benedetto; e
Lui, nel venire, mi ha detto:
"Figlia mia, la mia Volontà è la Santità della Santità. Sicché l’anima che fa la mia Volontà secondo la
perfezione che Io t’insegno, cioè come in Cielo così in terra, per quanto fosse piccola, ignorante, ignorata,
si lascia dietro anche altri Santi, ad onta dei (loro) portenti, delle conversioni più strepitose, dei miracoli;
anzi, confrontando le anime che fanno la mia Volontà, qual è nel mio terzo "FIAT", sono regine, e tutte le
altre come se stessero (a) loro servizio.
L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente, e fa tutto, perché stando nella mia Volontà queste anime
agiscono alla Divina, nascostamente ed in modo sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti
che purificano, son fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli... Quelli che li fanno sono i
canali; in queste anime invece ne risiede la potenza.
Sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi,
il regime (dei superiori), l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli,
l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei santi, e così di tutto il resto, perché stando nella
mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere, e in Cielo e in terra.
Ecco come posso dire bene che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non morte, perché gli accidenti che
formano l’ostia non sono pieni di vita, né influiscono (nella) mia Vita; ma l’anima che sta nella mia Divina
Volontà è piena di vita, e facendo la mia Volontà influisce e concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco (perché)
Mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie sacramentali, e se ho
ragione di esistere nelle Ostie sacramentali è per formare le Ostie sacramentali della mia Volontà.
Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentir(ne) parlare ne gongolo di
gioia e chiamo tutto il Cielo a farne festa. Immagina tu stessa che sarà di quelle anime che La fanno: Io
trovo tutti i contenti in loro, e do tutti i contenti a loro. La vita loro è la vita dei Beati.
Due sole cose stanno loro a cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l’Amore. Poco altro hanno da
fare, mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell’Amore, sicché non hanno
più che ci fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo Divino,
immenso ed interminabile. Questa è la vita dei Beati."
26 Dicembre, 1919 Volume 12
La Divina Volontà è Sacramento ed oltrepassa tutti i Sacramenti insieme; è intangibile e pienamente
efficace in Sé stessa.
Stavo pensando tra me: "Come può essere che il fare la Volontà di Dio oltrepassa gli stessi Sacramenti?"
E Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: "Figlia mia, e perché i Sacramenti si chiamano
Sacramenti? Perché sono sacri: hanno il valore e potere di conferire la Grazia, la Santità. Però questi
Sacramenti agiscono a seconda delle disposizioni delle creature; tanto che molte volte restano anche
infruttuosi, senza potere conferire i beni che contengono.
Ora, la mia Volontà e Sacra e Santa, e contiene tutta insieme la virtù di tutti i Sacramenti. Non solo, ma
non deve lavorare a disporre l'anima a ricevere i beni che contiene questa mia Volontà; ma l'anima, non
appena si è disposta a fare la mia Volontà, si è già disposta da sé, e la mia Volontà, trovando il tutto
preparato e disposto, anche a costo di qualunque sacrificio, senza indugio si comunica all'anima, versa i
beni che contiene, e vi forma gli eroi, i martiri del Divin Volere, i portenti più inauditi…E poi, che fanno i
Sacramenti se non ché unire l'anima con Dio? E che cosa è fare la mia Volontà? Non è forse unire la
volontà della creatura col suo Creatore? È sperdersi nel Volere Eterno, il nulla salire al Tutto, il Tutto
discendere nel nulla; è l'atto più nobile, più divino, più puro, più bello, più eroico che la creatura può fare.
Ah, si, te lo confermo, te lo ripeto: la mia Volontà è Sacramento ed oltrepassa tutti i Sacramenti insieme;
ma in modo più ammirabile, senza intermedio di nessuno, senza alcuna materia. Il Sacramento della mi
Volontà si forma tra la Volontà mia e quella dell'anima; le due volontà si annodano insieme e formano il
Sacramento. La mia Volontà è Vita, e l'anima già disposta a ricevere la Vita è santa e riceve la Santità, è
forte e riceve la fortezza, e così di tutto il resto.
Invece, gli altri miei Sacramenti, quanto devono lavorare a disporre le anime, se pure vi riescono! E questi
canali che ho lasciato alla mia Chiesa, quante volte restano malmenati, disprezzati, conculcati, e certi se ne
servono per lordarsi e li rivolgono contro di me per offendermi…Ah, se tu sapessi i sacrilegi enormi che si
fanno nel Sacramento della Confessione, e gli abusi orrendi del Sacramento della Eucaristia, ne piangeresti
Meco per il gran dolore!
Ah, si, solo, il Sacramento della mia Volontà può cantare gloria e vittoria, è pieno nei suoi effetti ed
intangibile d'essere offeso dalla creatura, perché (essa) per entrare nella mia Volontà deve deporre la sua
volontà, le sue passioni; ed allora la mia Volontà si abbassa a lei, la investe, la immedesima (a Sé) e ne fa
dei portenti.
Perciò quando parlo della mia Volontà unita a quella della creatura vado in festa, non la finisco mai, è
piena la mia gioia, né amarezza entra fra Me e l'anima; ma per gli altri Sacramenti il mio Cuore nuota nel
dolore, e l'uomo Me li ha cambiati in fonti d'amarezze, mentre Io li ho dato come fonti di grazie".
23 Marzo, 1910 Volume 9
La Divina Volontà è superiore ai Sacramenti, è più del Battesimo e della Comunione, e vivere in Essa
racchiude ogni bene del cielo e della terra.
Trovandomi nel solito mio stato, e lamentandomi delle sue privazioni, appena alla sfuggita (Gesù) è
venuto e mi ha detto:
"Figlia mia, ti raccomando, non uscire da dentro della mia Volontà, perché la mia Volontà contiene tale
potenza da essere un nuovo Battesimo per l'anima, anzi più dello stesso Battesimo, perché nei Sacramenti
c'è parte della mia Grazia, nella mia Volontà c'è tutta la pienezza della Grazia; nel Battesimo si toglie la
macchia del peccato originale, ma rimangono le passioni, le debolezze; nella mia Volontà, distruggendo
l'anima il proprio volere, distrugge le passioni, le debolezze e tutto ciò che è umano, e vive delle virtù,
della fortezza e di tutte le qualità Divine."
Io, nel sentire ciò, dicevo tra me: "Da qui a poco dirà che la sua Volontà è più della stessa Comunione
Sacramentale", e Lui ha soggiunto:
"Certo, certo, perché la Comunione Sacramentale dura pochi minuti; la mia Volontà è Comunione
perenne, anzi eternale, che si eterna nel Cielo. La Comunione Sacramentale è soggetta a qualche intoppo,
o per malattia, o per necessità, o (da) parte di chi la deve amministrare, mentre la Comunione della mia
Volontà non è soggetta a nessun impiccio: solo che l'anima la vuole, tutto è fatto, nessuno può impedirle
un sì gran bene che forma la felicità della terra e del Cielo, né i demoni, né le creature, né la mia stessa
Onnipotenza. L'anima è libera; nessuno ha diritto su di lei, a questo punto della mia Volontà. Perciò Io La
insinuo, voglio tanto che La prendano le mie creature; è la cosa che più M'importa, che più Mi sta a cuore;
tutte le altre cose non M'interessano ugualmente, anche più sante, e quando ottengo che l'anima viva della
mia Volontà, me ne vado trionfante, perché in ciò si racchiude il più gran bene che ci può essere in Cielo e
in terra."
5 Novembre, 1923 Volume 16
In chi vive nella Divina Volontà Gesù forma, non la Vita mistica che ha chi vive in Grazia, ma non coi
suoi atti immedesimati nel Divin Volere, ma la Vita reale, come nel SS. Sacramento e più ancora.
Mi sentivo oppressa per la privazione del mio dolce Gesù, con l'aggiunta che il Confessore, siccome non
avevo avuto la fiducia di aprirmi (con lui), e perché cattiva, mi aveva negato l'assoluzione. Onde avendo
fatta la Santa Comunione, mi abbandonavo nelle braccia del mio dolcissimo Gesù e Gli dicevo:
"Amor mio, aiutami, non mi abbandonare; Tu sai in che stato mi trovo per la tua privazione, eppure da
parte delle creature, invece di aiuto aggiungono pene a pene, sicché senza di Te non ho più nessuno a
piangere la mia dura sorte d'averti perduto. Questo dovrebbe spingerti maggiormente a non lasciarmi
sola, almeno per fare compagnia ad una povera abbandonata che vive morendo nel suo duro esilio. Perciò,
Tu che sei il Sommo dei Sacerdoti, dammi tu l'assoluzione, dimmi che mi perdoni le colpe che ci sono
nell'anima mia; fammi sentire la tua voce dolcissima, che mi dà vita e perdono."
Ora, mentre sfogavo il mio dolore con Gesù, si è fatto vedere nel mio interno, ed i veli sacramentali
formavano come uno specchio in cui Gesù ci stava vivo e vero; ed il mio dolce Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, questo specchio sono gli accidenti del pane, che Mi tengono imprigionato in loro. Io formo la
mia Vita nell'Ostia, ma Essa nulla Mi dà; non un affetto, né un palpito, né il più piccolo "Ti amo". Essa è
come morta per Me. Rimango solo, senza l'ombra di alcun ricambio, e perciò il mio Amore è quasi
impaziente di uscire, di frantumare questo vetro, scendendo nei cuori, per trovare in essi quel ricambio
che l'Ostia né sa, né può darmi.
Ma tu sai dove trovo il mio vero ricambio? Nell'anima che vive nella mia Volontà. Io, come scendo nel suo
cuore, subito consumo gli accidenti dell'Ostia, perché so che accidenti più nobili, e a Me più cari, sono
pronti per imprigionarmi, per non farmi uscire da quel cuore che Mi darà, non solo vita in sé, ma vita per
vita. Non starò più solo, ma con la mia più fida compagnia. Saremo due cuori a palpitare insieme;
ameremo uniti; i nostri desideri saranno uno solo. Sicché Io rimango in lei e vi fo Vita, vivo e vero, come la
faccio nel SS. Sacramento... Ma sai tu quali sono questi accidenti che trovo nell'anima che fa la mia
Volontà? Sono gli atti suoi fatti nel mio Volere, che più che accidenti si stendono intorno a Me e
M'imprigionano, ma dentro di una prigione nobile, Divina, non oscura, perché i suoi atti, fatti nel mio
Volere, più che sole illuminano e riscaldano. Oh, come Mi sento felice di fare Vita reale in essa, perché Mi
sento come se Mi trovassi nella mia Reggia Celeste! Guardami nel tuo cuore, come ne sono contento, come
Mi diletto e provo le gioie più pure!"
Ed io: "Mio amato Gesù, non è una cosa nuova e singolare ciò che tu dici, che in chi vive nella tua Volontà
Tu fai Vita reale in esso? Non è piuttosto quella Vita mistica che tu fai nei cuori che posseggono la tua
Grazia?"
E Gesù: "No, no; non è Vita mistica, come per quelli che posseggono la mia Grazia, ma non vivono coi loro
atti immedesimati nel mio Volere e non hanno materia sufficiente per formarmi gli accidenti per
imprigionarmi. Sarebbe come se mancasse l'Ostia al Sacerdote, e volesse pronunziare le parole della
Consacrazione; le potrebbe dire, ma le direbbe nel vuoto; la mia Vita Sacramentale non avrebbe certo
esistenza. Così Mi trovo nei cuori, che mentre possono possedere la mia Grazia, ma non vivono del tutto
nel mio Volere, sto in loro per Grazia, ma non realmente."
Ed io: "Amor mio, ma come può essere che Tu possa vivere realmente nell'anima che vive nel tuo Volere?"
E Gesù: "Figlia mia, non vivo forse nell'Ostia Sacramentale vivo e vero, in Anima, Corpo, Sangue e
Divinità? E perché vivo nell'ostia, in anima, corpo, sangue e Divinità? Perché non c'è una Volontà che si
oppone alla Mia. Se Io trovassi nell'Ostia una Volontà che si opponesse alla Mia, Io non farei in essa né
Vita reale né Vita perenne. Ed è anche questa la causa per cui gli accidenti Sacramentali si consumano
quando le creature Mi ricevono, perché non trovo una volontà umana unita con Me, in modo che vogliano
perdere la loro per fare acquisto della Mia, ma trovo una volontà che vuole agire, che vuole fare da sé, ed
Io faccio la mia visitina e parto.
Invece, chi vive nella mia Volontà, il mio Volere ed il suo sono uno solo; e se lo faccio nell'Ostia, molto più
lo posso fare in lui, molto più che trovo un palpito, un affetto, il mio ricambio ed il mio tornaconto, ciò che
non trovo nell'Ostia. All'anima che vive nella mia Volontà è necessaria la mia Vita reale in lei, altrimenti
come potrebbe vivere del mio Volere?
Ah, tu non vuoi capire che la Santità del vivere nel mio Volere è una Santità del tutto differente dalle altre
Santità, e tolte le croci, le mortificazioni, gli atti necessari della vita, che fatti nella mia Volontà
l'abbelliscono di più, non è altro che la vita dei Beati del Cielo, che siccome vivono nel mio Volere, in virtù
di Esso Mi hanno in ciascuno di loro come se fossi per uno solo, vivo e vero, e non misticamente ma
realmente abitante in loro. E siccome non si potrebbe dire "vita di Cielo" se non Mi avessero in loro come
Vita propria, e se mancasse anche una piccola particella della mia Vita in loro, non sarebbe né completa né
perfetta la loro felicità, così per chi vive nel mio Volere non sarebbe né piena, né perfetta la mia Volontà in
lui se mancasse la mia Vita reale, che emette questa Volontà.
E' vero che sono tutti prodigi del mio Amore, anzi questo è il prodigio dei prodigi, che finora il mio Volere
ha ritenuto in Sé e che ora vuole mettere fuori per giungere allo scopo primiero della Creazione dell'uomo.
Perciò la mia prima Vita reale la voglio formare in te."
Ed io, nel sentire ciò, ho detto: "Ahi, Amor mio, Gesù, eppure mi sento così male per tutti questi contrasti,
e Tu lo sai...! E' vero che ciò mi serve per più abbandonarmi nelle tue braccia e chiedere da Te ciò che non
mi danno; ma con tutto ciò mi sento un alito di turbazione che turba la pace dell'anima mia, e Tu dici che
vuoi formare Vita reale in me? Oh, quanto ne sono lontana!"
E Gesù di nuovo: "Figlia, non ti dar pensiero di ciò. Quello che voglio è che tu non ci metta niente del tuo e
che ubbidisca per quanto puoi. Si sa che tutte le altre santità, cioè quella dell'ubbidienza e delle altre virtù,
non vanno esenti da piccineria, turbazione, contese e perdimento di tempo, che impediscono di formare
un bel sole; al più formano una piccola stella. La sola Santità del mio Volere è quella che va esente da
queste miserie. E poi, la mia Volontà racchiude tutti i Sacramenti e gli effetti di essi. Perciò abbandonati
del tutto nella mia Volontà, falla tutta tua, e riceverai gli effetti dell'Assoluzione o di altro che ti venisse
negato.
Quindi, ti raccomando, non perdere tempo, che col perdere il tempo vieni ad inceppare la mia Vita reale
che sto formando in te."
3 Maggio, 1908 Volume 8
Chi vive nel Divin Volere se Lo sente in tutto il suo essere circolare come sangue, ed il suo circola in
tutto l’Essere Divino.
Continuando il mio solito stato, quando appena ho sentito vicino Nostro Signore, mi ha detto:
"Figlia mia, (nell’)anima che fa la mia Volontà circola il mio Volere in tutto il suo essere, come vi circola il
sangue, sicché sta in continuo mio contatto, con la mia Potenza, Sapienza, Carità, Bellezza, sicché a tutto il
mio prende parte. Onde non vivendo più del suo volere, il suo volere vive nel Mio; e come (il) Mio circola
nel suo, così il suo circola in tutto il mio Essere e sento continuamente il suo contatto. E sentendomi
continuamente da lei toccare, non puoi tu comprendere quanto Mi sento d’amarla, di favorirla, di
esaudirla in tutto ciò che domanda; e se (glielo) negassi, lo negherei a Me stesso… E poi, in fin dei conti,
vivendo nel mio Volere, non domanda altro che ciò che voglio Io; questo vuole, e questo solo la rende
felice, per sé e per altri, perché la sua vita è più in Cielo che in terra…: questo è il frutto che produce la mia
Volontà, beatificarla anticipatamente."
20 Agosto, 1913 Volume 11
Chi vive nella Divina Volontà deve avere la fiducia per dare a tutti, la semplicità e il disinteresse. La
sua vita e il suo operato è finito, perché la Divina Volontà la consacra e transustanzia.
Mentre pregavo, vedevo in me il mio sempre amabile Gesù e tante anime a me dintorno, le quali dicevano:
"Signore, tutto hai messo in quest’anima!" E stendendomi le mani, mi dicevano:
"Giacché Gesù è in te, e con Lui tutti i beni, prendi e dà a noi."
Io ne sono rimasta confusa, e il benedetto Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, nella mia Volontà ci sono tutti i beni possibili, e l’anima che vive in Essa è necessario che vi stia
con fiducia, operando insieme con Me da padrona. Tutto aspettano le creature da quest’anima, e se non
hanno si sentono defraudare; e come può dare se non sta con tutta fiducia operando insieme con Me?
Perciò, all’anima che vive nella mia Volontà è necessaria la fiducia per dare, la semplicità per comunicarsi
a tutti, il disinteresse di sé, per poter vivere tutta a Me ed al prossimo. Tale sono Io."
Poi ha soggiunto: "Figlia mia, (a) chi fa la mia Volontà succede come a quell’albero innestato, che la forza
dell’innesto tiene virtù di far distruggere la vita dell’albero che riceve l’innesto; sicché non più si vedono i
frutti e le foglie del primo albero, ma quelli dell’innesto. E se il primo albero dicesse all’innesto: "Voglio
ritenermi almeno un piccolo ramoscello, per poter dare anch’io qualche frutto, per poter far conoscere a
tutto che io esisto ancora", l’innesto gli direbbe: "Tu non hai ragione di esistere più, dopo che ti sei
sottomesso a ricevere il mio innesto; la vita sarà tutta mia."
Così l’anima che fa la mia Volontà può dire: "La mia vita è finita; non più le mie opere usciranno da me; i
miei pensieri, le mie parole, ma le opere, i pensieri, le parole di Colui (la) cui Volontà è mia Vita."
Sicché Io dico a chi fa il mio Volere: "Tu sei vita mia, sangue mio, ossa mie..." Onde succede la vera, reale,
sacramentale trasformazione, non in virtù delle parole del Sacerdote, ma in virtù della mia Volontà.
Come l’anima si decide a vivere del mio Volere, così la mia Volontà crea Me stesso nell’anima; e come il mio
Volere scorre nella volontà, nelle opere, nei passi dell’anima, tante mie creazioni subisce. Succede proprio
come ad una pisside piena di particole consacrate: quante particole ci sono, tanti Gesù stanno in ciascuna
particola. Così l’anima, in virtù della mia Volontà, Mi contiene in tutto ed in ciascuna parte del suo essere.
Chi fa la mia Volontà, fa la vera Comunione eterna, e Comunione con frutto completo."
17 Dicembre, 1914 Volume 11
Il modo come l’anima nella Divina Volontà può formare del proprio essere un’eucarestia vivente.
Continuando il mio solito stato e stando molto afflitta per le privazioni di Gesù, dopo molti stenti è
venuto, facendosi vedere in tutto il mio povero essere, e mi pareva come se io fossi la veste di Gesù. Ma
Egli, rompendo il silenzio, mi ha detto:
"Figlia mia, anche tu puoi formare delle ostie e misticamente consacrarle. Vedi la veste che Mi copre in
Sacramento? Sono gli accidenti del pane con cui viene formata l’Ostia. La Vita che esiste in quest’Ostia è il
mio Corpo, il mio Sangue e la mia Divinità. La mia suprema Volontà è (l’atto) che contiene questa Vita, e
questa Volontà svolge l’Amore, la riparazione, l’immolazione e tutto il resto che faccio nel Sacramento, che
mai si sposta un punto dal mio Volere. Non c’è cosa che esca da Me, (nella quale) il mio Volere non vada
(davanti).
Ed ecco come anche tu puoi formare l’Ostia. L’ostia è materiale e del tutto umana; anche tu hai un corpo
materiale ed una volontà umana. Questo tuo corpo e questa tua volontà, se li manterrai puri, retti, lontani
da qualunque ombra di peccato, sono gli accidenti, i veli, per potermi consacrare e vivere nascosto in te.
Ma non basta: ciò sarebbe come l’ostia senza la consacrazione; ci vuole la mia Vita. La mia Vita è composta
di Santità, di Amore, di Sapienza, di Potenza, ecc., ma il motore di tutto è la mia Volontà.
Quindi, dopo che hai preparato l’ostia, devi far morire la tua volontà (in essa), la devi cuocere ben bene,
per fare che più non rinasca, e devi far sottentrare in tutto il tuo essere la mia Volontà, e Questa, che
contiene tutta la mia Vita, formerà la vera e perfetta consacrazione. Sicché non avrà più vita il pensiero
umano, ma il pensiero del mio Volere, ed (esso) consacrerà la mia Sapienza nella tua mente; non più vita
dell’umano la debolezza, l’incostanza, perché la mia Volontà formerà la consacrazione della Vita Divina,
della fortezza, della fermezza e (di) tutto ciò che Io sono. Onde, ogniqualvolta farai scorrere la tua volontà
nella Mia, i tuoi desideri e tutto ciò che sei e (che) potrai fare, Io rinnoverò la consacrazione, e come in
un’Ostia vivente, non morta, quali sono le ostie senza di Me, Io continuerò la mia Vita in te.
Ma non è tutto: nella Ostie consacrate, nelle pissidi, nei tabernacoli, tutto è morto, muto; non vi è
sensibilmente un palpito, uno slancio d’amore che possa rispondere a tanto mio Amore. Se non fosse che
Io aspettassi i cuori per darmi a loro, sarei ben infelice e resterei defraudato nel mio Amore, e la mia Vita
Sacramentale sarebbe senza scopo. E se ciò tollero nei tabernacoli, non lo tollererei nelle Ostie viventi.
Quindi, Io nel Sacramento voglio essere nutrito (col) mio stesso Cibo, cioè l’anima farà sua la mia Volontà,
il mio Amore, le mie preghiere, le riparazioni, i sacrifici, e li darà a Me come cose sue, ed Io Mi nutrirò.
L’anima si unirà con Me, tenderà l’orecchio per sentire ciò che sto facendo, per farlo insieme con Me; man
mano che replicherà i miei stessi atti, Mi darà il suo cibo ed Io ne sarò felice. Solo in queste Ostie viventi
troverò il compenso della solitudine, del digiuno e di ciò che soffro nei tabernacoli."
13 Novembre, 1915 Volume 11
Nell’istituire la SS. Eucarestia, prima di darsi alle creature, Gesù volle ricevere sé stesso. Nella Divina
Volontà l’anima deve offrire la comunione come fece Gesù.
Dopo aver fatto la S. Comunione, pensavo tra me: "Come dovrei offrirla per compiacere a Gesù?" E Lui,
sempre benigno, mi ha detto:
"Figlia mia, se vuoi darmi piacere, offrila come l’offrì la mia stessa Umanità. Io, prima di comunicare gli
altri, comunicai Me stesso, e volli fare (questo) per dare al Padre la gloria completa di tutte le Comunioni
delle creature (e) per racchiudere in Me tutte le riparazioni (per) tutti i sacrilegi, (per) tutte le offese che
doveva ricevere la mia Umanità nel Sacramento. Racchiudendo la Volontà Divina, racchiudevo tutte le
riparazioni di tutti i tempi, e ricevendo Me stesso, ricevevo Me stesso degnamente. E siccome tutte le
opere delle creature furono Divinizzate dalla mia Umanità, così volli suggellare con la mia Comunione, le
comunioni delle creature; altrimenti, come poteva la creatura ricevere un Dio? Fu la mia Umanità (quella)
che aprì questa porta alle creature e merito (loro) di ricevere Me stesso.
Ora tu, figlia mia, falla nella mia Volontà, uniscila alla mia Umanità; così racchiuderai tutto ed Io troverò
in te le riparazioni di tutti, il compenso di tutto ed il mio compiacimento, anzi troverò un’altra volta Me
stesso in te."
20 Giugno, 1918 Volume 12
Gesù fa l'ufficio di Sacerdote con chi fa la sua Volontà e vive in Essa.
Continuando il mio solito stato, il mio dolce Gesù si faceva vedere intorno a me, tutto pieno di attenzioni.
Pareva che mi vigilava in tutto, e come ciò faceva, così Gli usciva dal Cuore una corda che veniva alla volta
del mio cuore; e se io ero attenta, la corda restava fissa nel mio e Gesù muoveva questa corda e si
divertiva. E il mio amato Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, Io sono tutto attenzione per le anime. Se Mi corrispondono e fanno altrettanta attenzione verso
di Me, le corde del mio Amore restano fisse nel loro cuore, ed Io moltiplico le mie attenzioni e Mi diverto;
altrimenti le corde restano sciolte e il mio Amore respinto e contristato".
Poi ha soggiunto: "Per chi fa la mia Volontà e vive in Essa, il mio Amore non trova inceppo, ed Io lo amo e
prediligo tanto da riservare a Me solo tutto ciò che ci vuole per Lui, e aiuto e direzione e soccorsi
inaspettati e grazie impreviste. Anzi, sono geloso che altri gli facciano qualche cosa; voglio fargli tutto Io, e
giungo a tanta gelosia d'amore che, se ai Sacerdoti do la potestà di consacrarmi nelle Ostie Sacramentali
per farmi dare alle anime, a queste invece, come vanno ripetendo gli atti nella mia Volontà, come si
rassegnano, come fanno uscire il volere umano per farvi entrare il Volere Divino, Io stesso Mi riservo il
privilegio di consacrarle. E ciò che fa il Sacerdote sull'Ostia, Io lo faccio con loro, e non una volta, ma
ogniqualvolta ripete gli atti nella mia Volontà Mi chiama come calamita potente, ed Io, qual Ostia
privilegiata, Me la consacro, le vo' ripetendo le parole della Consacrazione.
E questo lo faccio con giustizia, perché l'anima, col fare la mia Volontà, si sacrifica di più di quelle anime
che fanno la Comunione e non fanno la mia Volontà. Quelle si svuotano di sé stesse per mettere Me, Mi
danno pieno dominio e se occorre sono pronte a soffrire qualunque pena per fare la mia Volontà. Ed Io
non posso aspettare; il mio Amore non resiste per comunicarmi loro, quando al Sacerdote (gli) è comodo
di dar (loro) l'Ostia Sacramentale; perciò faccio tutto da Me. Oh, quante volte Mi comunico prima che il
Sacerdote si senta comodo di comunicarle lui! Se ciò non fosse, il mio Amore resterebbe come inceppato e
legato nei Sacramenti. No, no, Io sono libero; i Sacramenti li ho nel mio Cuore; ne sono il Padrone e posso
esercitarli quando voglio."
E mentre ciò diceva, pareva che girasse dappertutto, per vedere si ci fossero anime che facessero la sua
Volontà, per consacrarle…Come era bello vedere l'amabile Gesù girare come in fretta, per fare l'ufficio di
Sacerdote e sentirlo ripetere le parole della Consacrazione su quelle anime che fanno e vivono nel suo
Volere! Oh, beate quelle anime che subiscono la Consacrazione di Gesù, facendo il suo Volere!
6 Febbraio, 1919 Volume 12
Come può formare l'anima tante ostie consacrate per dare la Comunione a Gesù.
Stavo fondendomi tutta nel mio dolce Gesù, facendo quanto più potevo per entrare nel Divino Volere, per
trovare la catena del mio amore eterno, delle riparazioni e del mio grido continuo di volere anime, con cui
il mio sempre amabile Gesù mi vagheggiava fino "ab eterno", volendo concatenare insieme il mio piccolo
amore nel tempo con quell'Amore con cui Gesù mi vagheggiava eternamente, per potergli dare amore
infinito, riparazioni infinite e sostituirmi a tutto, giusto come Gesù mi aveva insegnato. Mentre ciò facevo,
è venuto il mio dolce Gesù tutto in fretta e mi ha detto: "Figlia mia, ho gran fame".
E pareva che prendesse da dentro della mia bocca tante piccole pallottoline bianche e se le mangiava. Poi,
come se si volesse sfamare del tutto, è entrato dentro del mio cuore e con tutte e due le mani prendeva
tante molliche grosse, piccole e in tutta fretta se le mangiava. E poi, come se si fosse sfamato, si è
appoggiato sul mio letto e mi ha detto:
"Figlia mia, come l'anima va racchiudendo il mio Volere e Mi ama, nel mio Volere racchiude me, e
amandomi forma intorno a Me gli accidenti per imprigionarmi dentro e vi forma un'Ostia per Me. Così se
soffre, se ripara, ecc., e racchiude il mio Volere, Mi forma tante Ostie per comunicare Me e sfamarmi in
modo divino e degno di Me. Io, non appena vedo formate queste Ostie nell'anima, Me le vado a prendere
per nutrirmi, per saziare la mia insaziabile fame: che la creatura Mi renda amore per amore. Sicché puoi
dirmi: Tu hai comunicato me; anch'io ho comunicato Te".
Ed io: "Gesù, le mie Ostie sono roba tua stessa, invece le tue sono roba tua; quindi io rimango sempre al
disotto di Te".
E Gesù: "Per chi Mi ama davvero, Io non so né voglio far conto. E poi, nelle mie Ostie è Gesù che ti do e
nelle tue è tutto Gesù che Mi dai; vuoi vederlo?"
Ed io: "Si".
Ha steso la mano nel mio cuore e ha preso una piccola pallottolina bianca, l'ha spezzato e da dentro è
uscito un altro Gesù. E Lui: "Hai visto? Come sono contento quando la creatura giunge a poter
comunicare Me stesso! Perciò, fammi molte Ostie, ed Io verrò a nutrirmi in te; Mi rinnoverai il contento, la
gloria, l'amore di quando nell'istituirmi Sacramentato comunicai Me stesso."
27 Febbraio, 1919 Volume 12
Gli atti fatti nel suo Volere sono per Gesù aria, luce, tabernacoli ed Ostie dove Gesù si sente libero e
rende libera l'anima.
Continuando il mio solito stato, nel venire Gesù quasi sempre mi chiama nel suo Volere a riparare o a
sostituire gli atti delle creature in modo divino. Ora, nel venire, mi ha detto:
"Figlia mia, che puzza esala la terra! Non trovo nessun punto per me e dalla puzza sono costretto come a
fuggire dalla terra. Tu però puoi farmi un po' d'aria odorifera che faccia per me, e sai come? Col fare ciò
che fai nella mia Volontà. Come farai i tuoi atti Mi formerai un'aria divina, ed Io verrò a respirarla e
troverò un punto della terra per me; e siccome la mia Volontà circola ovunque, così l'aria che Mi farai Me
la sentirò dappertutto e Mi spazzerà l'aria cattiva che la terra Mi manda".
Poco dopo è ritornato di nuovo e ha soggiunto:
"Figlia mia, quante tenebre! Sono tante che la terra sembra coperta da un manto nero, tanto che le creature
non vedono più; sono rimaste cieche o non hanno luce per vedere. Ed Io non solo voglio l'aria divina per
me, ma anche la luce. Perciò, i tuoi atti siano continui nel mio Volere, ché non solo farai l'aria per il tuo
Gesù ma anche la luce; sarai il mio riflettore, il mio riverbero, il riflesso del mio Amore e della mia stessa
Luce. Anzi, ti dico che, come farai i tuoi atti nel mio Volere, non solo erigerai Tabernacoli, ma, come andrai
formando i pensieri, i desideri, le parole, le riparazioni, gli atti d'amore, tante Ostie si sprigioneranno da
te, perché consacrate dalla mia Volontà.
Oh, che libero sfogo avrà il mio Amore! Avrò libero campo in tutto, non più intoppo. Ne avrò quanti
Tabernacoli voglio; le Ostie saranno innumerevoli; ad ogni istante ci comunicheremo insieme e anch'Io
griderò "Libertà! Libertà! Venite tutti nella mia Volontà e godrete la vera libertà!" Fuori della mia Volontà,
quanti inceppi non trova l'anima! Ma nella mia Volontà è libera. Io la lascio libera di amarmi come vuole,
anzi le dico "Lascia le tue spoglie umane, prendi (ciò che è) divino. Io non sono avaro e geloso dei miei
beni; voglio che prenda tutto. Amami immensamente; prendi, prendi tutto il mio Amore, fa tuo il mio
Potere, la mia Bellezza falla tua; quanto più prendi, tanto più è contento il tuo Gesù. La terra Mi forma
pochi Tabernacoli, le Ostie sono quasi numerate; e poi i sacrilegi, le irriverenze che Mi fanno: oh, com'è
offeso ed inceppato il mio Amore! Invece, nella mia Volontà, niente inceppo, non c’è l'ombra dell'offesa, e
la creatura Mi dà amore, riparazioni divine e corrispondenza completa, e Mi sostituisce insieme con Me
per tutti i mali dell'umana famiglia. Sii attenta e non ti spostare dal punto dove ti chiamo e voglio."
20 Ottobre, 1917 Volume 12
Come l'anima può fare di sé un'ostia per Gesù.
Avendo ricevuto il mio Gesù, stavo pensando come potevo rendere amore per amore, e mi riusciva
impossibile potermi restringere, impicciolire, come fa Gesù nell'Ostia per amor mio. Ciò non è in mio
potere, come è in potere di Gesù. E il mio amato Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, se non puoi restringere tutta te (stessa) dentro il breve giro di un'Ostia per amor mio, puoi
restringere benissimo tutta te (stessa) nella mia Volontà, per poter formare l'Ostia di te nella mia Volontà.
(Ad) ogni atto che farai nella mia Volontà Mi farai un'Ostia, ed io Mi ciberò di te, come tu di Me. Che cosa
forma l'Ostia? La mia Vita in essa. E che cosa è la mia Volontà? Non è tutta la mia Vita? Sicché anche tu
puoi farti Ostia per amor mio: quanti più atti farai nella mia Volontà, tante Ostie in più farai per rendermi
amore per amore."
23 Ottobre, 1917 Volume 12
Il primo atto che fece Gesù nel ricevere Sé stesso nell'istituire l'Eucaristia.
L'Italia sta per essere invasa.
Questa mattina, dopo aver ricevuto il benedetto Gesù, stavo dicendogli: "Vita mia, Gesù, dimmi: quale fu
il primo atto che facesti quando ricevesti Te stesso sacramentalmente?"
E Gesù: "Figlia mia, il primo atto che feci fu quello di moltiplicare la mia Vita in tante Vite per quante
creature ci possono essere nel mondo, affinché ognuno avesse una Vita mia per sé sola, che continuamente
prega, ringrazia, soddisfa, ama per lei sola; come pure moltiplico le mie pene per ciascun anima, come se
per lei sola soffrissi e non per altri. In quel supremo momento di ricevere Me stesso Io Mi davo a tutti e a
soffrire in (ogni) cuore la mia Passione, per poter soggiogare i loro (cuori) a via di pene e di amore; e
dando tutto il mio divino venivo a prendere il dominio di tutti. Ma, anime, il mio Amore resta deluso per
molti e aspetto con ansia i cuori amanti, che ricevendomi mi uniscano a Me per moltiplicarsi in tutti,
desiderando e volendo ciò che voglio Io, per prendere almeno da loro ciò che non Mi danno gli altri e per
ricevere il contento di averli conformi al mio desiderio e alla mia Volontà. Perciò, figlia mia, quando Mi
ricevi fa quello che feci Io, ed Io avrò il contento che almeno siamo due che vogliamo la stessa cosa".
Ma mentre ciò diceva, Gesù era afflitto afflitto; ed io: "Gesù, che cosa hai, così afflitto?"
"Ahi, ahi, come inonderà i paesi la fiumana! Quanti mali! Quanti mali! L'Italia sta attraversando ore tristi,
tristissime. Stringetevi più a Me, statevi d'accordo tra voi, pregate affinché i mali non siano tanto
peggiori".
Ed io: "Ah, mio Gesù! E del mio paese, che ne sarà? Non mi vuoi bene come prima, che volendomi bene,
Tu risparmiavi".
E Lui, quasi singhiozzando: "Non è vero, ti voglio bene."
27 Marzo, 1918 Volume 12
Nella Divina Volontà l'anima vive con Gesù tutta la sua Vita Eucaristica.
Mi lamentavo con Gesù che neppure la S. Messa potevo ascoltare, e Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, che forma il Sacrificio non sono Io? Ora, l'anima che vive con Me e nel mio Volere,
trasformandomi Io in ogni Sacrificio, lei resta come sacrificata insieme con Me, non in una Messa, ma in
tutte le Messe, e vivendo nel mio Volere, resta consacrata con Me in tutte le Ostie.
Non uscire mai dal mio Volere, ed Io ti farò giungere dove vuoi, anzi tra te e Me ci passerà tale elettricità
di comunicazione, che tu non farai nessun atto senza di me, ed Io non farò nessun atto senza di te. Sicché,
quando ti manca qualche cosa, entra nella mia Volontà e troverai pronto ciò che vuoi: quante Messe vuoi,
quante Comunioni, quanto amore vuoi. Nella mia Volontà nulla manca; e non solo, ma troverai le cose in
modo divino ed infinito."
28 Maggio, 1920 Volume 12
Gli atti fatti nella Divina Volontà acquistano una dimensione eterna e hanno il primato su tutti. Perciò
l'anima si trova ad essere consacrata con Gesù in tutte le ostie di tutti i tempi, per dargli vita per vita.
Stavo offrendomi nel Santo Sacrificio della Messa insieme con Gesù, affinché potessi anch'io subire la sua
stessa consacrazione, e Lui, movendosi nel mio interno, mi ha detto:
"Figlia mia, entra nella mia Volontà, affinché possa trovarti in tutte le ostie, non solo presenti, ma anche
future, e così subirai insieme con Me tante consacrazioni quante ne subisco Io. In ogni Ostia Io vi metto
una mia Vita, e per contraccambio ne voglio un'altra. Ma quanti non Me la danno! Altri Mi ricevono; Io Mi
do a loro, e loro non si danno a Me, e il mio Amore resta dolente, inceppato e soffocato, senza
contraccambio. Perciò vieni nella mia Volontà a subire tutte le consacrazioni che subisco Io, ed Io troverò
in ogni Ostia il contraccambio della tua vita. E non solo finché starai in terra, ma anche quando starai in
Cielo, perché essendoti tu consacrata anticipatamente mentre stai nella mia Volontà in terra, come subirò
Io le consacrazioni fino all'ultimo, così le subirai tu, ed Io troverò fino all'ultimo dei giorni il
contraccambio della tua vita".
Poi ha soggiunto:
"Gli atti fatti nella mia Volontà sono sempre quelli che primeggiano su tutti ed hanno la supremazia su
tutto, perché essendo fatti nella mia Volontà entrano nell'ambito dell'Eternità, e prendendovi i primi posti
lasciano dietro tutti gli atti umani, correndo loro sempre avanti. Né può influire se siano fatti prima o
dopo, se in un'epoca o in un'altra, se siano piccoli o grandi; basta che siano stati fatti nella mia Volontà,
perché siano sempre tra i primi e corrano davanti a tutti gli atti umani.
Sono simili all'olio, messo insieme agli altri commestibile. Fossero pure cose di più valore, fosse anche oro
o argento, fossero cibi di grande sostanza, tutti vi restano sotto, e l'olio vi primeggia sopra, mai si abbassa
sotto; fosse pure in minima quantità, col suo specchietto di luce pare che dica: Io sto qui per primeggiare
su tutto; non faccio comunanza con le altre cose né mi mescolo insieme. Così gli atti fatti nel mio Volere,
siccome sono fatti nella mia Volontà, diventano luce, ma luce legata ed immedesimata con l'eterna Luce;
quindi non si mischiano con gli atti umani, anzi, hanno la virtù di far mutare gli atti umani in divini.
Perciò lasciano dietro tutto ed essi sono i primi fra tutti."
1 Gennaio, 1920 Volume 12
La Divina Volontà circonda e rinchiude perfettamente chi vive in Essa, e gli forma una veste di Luce,
formata dai suoi atti, ognuno dei quali rinchiude Gesù altrettante volte moltiplicato, più che in Ostie
Sacramentali.
Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù mi pareva che uscisse da dentro il mio
interno, ed io, guardando Lui, Lo vedevo tutto bagnato di lacrime; fin le sue vesti, le sue SS. mani, erano
imperlate di lacrime…Che strazio! Io ne sono rimasta scossa, e Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, che sfascio farà il mondo! I flagelli scorreranno più dolorosi di prima, tanto che non faccio
altro che piangere la sua triste sorte!"
Poi ha soggiunto: "Figlia mia, la mia Volontà è ruota, e chi in Essa entra resta circuito dentro, da non
trovare apertura come uscirne; e tutto ciò che fa resta appuntato al punto eterno e sbocca nella ruota
dell'Eternità.
Ma sai quali sono le vesti dell'anima che vive nel mio Volere? Non sono d'oro, ma di Luce purissima, e
questa veste di Luce le servirà come specchio per far vedere a tutto il Cielo quanti atti ha fatto nel mio
Volere, perché in ogni atto che ha fatto nella mia Volontà ha rinchiuso tutto Me E questa veste sarà ornata
da tanti specchi, e in ogni specchio si vedrà tutto Me; sicché da dovunque sarà mirata, da dietro, davanti,
da destra, da sinistra, vedranno Me, moltiplicato tanto per quanto atti ha fatto nel mio Volere. Veste più
bella non potrei darle: sarà il distintivo delle sole anime che vivono nel mio Volere".
Io sono rimasta un po' confusa nel sentire ciò, e Lui ha soggiunto: "Come, ne dubiti? E non succede lo
stesso nelle Ostie Sacramentali? Se ci sono mille Ostie, mille volte ci sono Io ed a mille Mi comunico tutto
intero, se ci sono cento Ostie, ci sono cento Gesù e Mi posso dare solo a cento. Così in ogni atto fatto nella
mia Volontà l'anima Mi rinchiude dentro, ed Io resto suggellato dentro della volontà dell'anima. Sicché
questi atti fatti nel mio Volere sono Comunioni eterne, non soggette a consumarsi le specie, come nelle
Ostie Sacramentali; col consumarsi le specie, la mia Vita sacramentale finisce; invece, nelle Ostie della mia
Volontà non c'entra né farina né altra materia: l'alimento, la materia di queste Ostie della mia Volontà è la
mia stessa Volontà eterna unita con la volontà dell'anima, eterna con Me, non soggette queste due volontà
a consumarsi. Quindi, che meraviglia è che tutta la mia Persona si vedrà tante volte moltiplicata per
quanti atti ha fatto nella mia Volontà? Molto più che Io sono rimasto suggellato in lei e lei tante volte in
Me? Sicché anche l'anima resterà moltiplicata in me tante volte per quanti atti ha fatto nel mio Volere.
Sono i prodigi del mio Volere, e ciò basta per toglierti ogni dubbio."
4 Luglio, 1917 Volume 12
Le pene che si soffrono e il bene che si fa sono vincoli di unione con Gesù: Chi fa la Divina Volontà
vive con Gesù la sua Vita Eucaristica nei Tabernacoli.
Continuando il mio solito stato, io mi sentivo un po' sofferente, ed il mio adorabile Gesù, nel venire, si è
messo di fronte a me, e pareva che tra me e Gesù ci fossero tanti fili elettrici di comunicazione; e mi ha
detto:
"Figlia mia, ogni pena che l'anima soffre è una comunicazione di più che l'anima acquista, perché tutte le
pene che la creatura può soffrire furono sofferte prima dalla mia Umanità e presero posto nell'ordine
divino. E siccome la creatura non può soffrirle tutte insieme, la mia Bontà le comunica a poco a poco, e
come le comunica, così crescono le catene d'unione con Me. E non solo le pene, ma tutto ciò che la creatura
può fare di bene; così si svolgono i vincoli di concatenamento tra Me e lei".
Un altro giorno pensavo tra me al bene che le altre anime hanno di stare innanzi al SS. Sacramento, mentre
io, poveretta, ne ero priva; e il benedetto Gesù mi ha detto:
"Figlia mia, chi fa la mia Volontà sta insieme con Me nel Tabernacolo e prende parte alle mie pene, alle
freddezze, alle irriverenze e a tutto ciò che le stesse anime fanno alla mia Presenza Sacramentale. Chi fa la
mia Volontà deve primeggiare in tutto ed ha riservato sempre il posto d'onore. Quindi, chi riceve più
bene: chi sta davanti a Me o chi sta con Me? Per chi fa la mia Volontà non tollero neppure un passo di
distanza tra Me e lei, né divisione di pene o di gioie; forse lo terrò in croce, ma sempre con Me.
Ecco perché ti voglio sempre nel mio Volere, per darti il primo posto nel mio Cuore Sacramentato. Voglio
sentire il tuo cuore palpitante nel Mio con lo stesso mio amore e dolore; voglio sentire in tuo volere nel
Mio, che moltiplicandosi in tutti Mi dia con un solo atto le riparazioni di tutti e l'amore di tutti, e il mio
Volere nel tuo, che facendo mia la tua povera umanità, la elevi innanzi alla Maestà del Padre come mia
vittima continuata."
Fiat!!!
24 Gennaio, 1938 Volume 35
Come Nostro Signore partì al Cielo e restò in terra nei Tabernacoli per ultimare il Regno della Divina
Volontà. Chi vive nel Volere Divino può dire come Gesù: parto e resto.
Il mio volo nel Voler Divino continua, e mentre stavo facendo la visita a Gesù in Sacramento, volevo
abbracciare tutti i Tabernacoli e ciascun'Ostia Sacramentale, per far vita insieme col mio Prigioniero Gesù;
e pensavo tra me: Che sacrificio, che lunga prigionia, non di giorni, ma di secoli! Povero Gesù, ne fosse
almeno contraccambiato...!
Ed il mio amato Gesù, visitando la piccola anima mia, tutto immerso nelle sue fiamme d'Amore, mi ha
detto: "Figlia mia buona, la mia prima prigione fu l'Amore. M'imprigionò tanto, che non avevo libertà né
di respirare, né di palpitare, né di operare, se non fosse imprigionato nel mio Amore. Sicché fu il mio
Amore che Mi imprigionò nel Tabernacolo, ma con ragione e con somma e divina Sapienza.
Ora, tu devi sapere che le catene del mio Amore Mi fecero partire dal Cielo nella mia Incarnazione. Partii
per scendere in terra in cerca dei miei figli e fratelli, per formare a loro col mio Amore tante prigioni
d'Amore, da non potersene uscire. Ma mentre partii, restai in Cielo, perché il mio Amore, facendomi
prigione, Mi legò nelle plaghe celesti. Ora, avendo compiuto la mia carriera quaggiù, partii per il Cielo, e
restai imprigionato in ogni Ostia Sacramentale; ma sai perché? Il mio Amore, facendomi dolce prigionia, Mi
disse: Il tuo scopo perché scendesti dal Cielo in terra non è compiuto. Il Regno della nostra Volontà, dov'è?
Né esiste, né è conosciuto; quindi, restati Prigioniero in ogni Ostia Sacramentale. Così non sarà un solo
Gesù, come nella tua Umanità, ma tanti Gesù per quante Ostie Consacrate esisteranno; tante tue Vite
faranno breccia e furore d'amore innanzi alla Divinità, e breccia e furore d'amore ad ogni cuore che Ti
riceverà. Avranno una parolina da dire per far conoscere il nostro Volere, perché queste Vite, quando
scenderanno nei cuori, non saranno Vite mute, ma parlanti, e Tu parlerai nel segreto dei loro cuori del
nostro FIAT; sarai il Portatore del nostro Regno...
Quindi, Io vidi giuste le pretensioni del mio Amore, e volentieri Mi restai in terra, per formare il Regno
della mia Volontà fino ad opera compiuta.
Vedi, se Io partii per il Cielo e Mi restai in terra, la mia Vita sparsa in tante Ostie Sacramentali non sarà
inutile quaggiù. Formerò con certezza il Regno del mio Volere; né Io Mi sarei restato se avessi saputo di
non dovere ottenere l'intento, molto più che Mi porta più sacrificio della mia stessa Vita mortale... Quante
lacrime segrete, quanti sospiri amari, in mezzo a tante fiamme d'amore che Mi divorano! E vorrei divorare
tutte le anime nel mio Amore, per far risorgere a novella Vita le anime che devono vivere nel mio Voler
Divino. Dal centro del mio Amore uscirà questo Regno. Esso brucerà i mali della terra; farà conto su Sé
stesso, armerà la sua Onnipotenza, ed a tante sue vincite vincerà il nostro Regno in mezzo alle creature,
per darlo a loro.
Né fui contento di restarmi Io prigioniero, ma il mio Amore, divampando di più, Mi fece scegliere te, per
farti prigioniera, con catene sì forti da non potermi sfuggire, come sfogo del mio Amore e compagnia della
mia prigionia, per poterti parlare a lungo del mio Volere, delle sue ansie e sospiri, ché vuole regnare, e
come un pretesto del mio Amore per dire innanzi alla Maestà Suprema: Una creatura della razza umana è
già nostra prigioniera; con essa parliamo della nostra Volontà, per farla conoscere e stendervi il suo Regno.
Questa prigioniera è come caparra per tutta l'umana famiglia, che con diritto dobbiamo dare il nostro
Regno... Posso dire che ogni Vita mia Sacramentale sono tante caparre che Vi do, sufficienti per
accaparrare il mio Regno ai figli miei; ma alle tante mie caparre, il mio Amore ha voluto aggiungere la
caparra d'una semplice creatura che porta i segni della mia prigionia, come rinsaldare le parti tra creatura
e Creatore, e così venire a compimento ed ultimare il Regno della nostra Volontà in mezzo alle creature.
Da ogni tabernacolo le mie preghiere sono incessanti, perché le creature conoscano la mia Volontà per
farla regnare; e tutto ciò che soffro, lacrime e sospiri, lo spedisco al Cielo, per muovere la Divinità a
concedere una grazia sì grande; lo spedisco ad ogni cuore, per muoverli a compassione delle mie lacrime e
pene, per farli arrendersi a ricevere un tanto bene."
Gesù ha fatto silenzio, ed io pensavo tra me: "Il mio caro Gesù, col farsi Prigioniero, ha fatto un atto
d'eroismo sì grande che solo un Dio poteva fare; ma mentre è Prigioniero è anche libero, tanto è vero che
in Cielo è libero, gode la pienezza della sua Libertà; non solo, ma anche in terra, quante volte non se ne
viene alla volta mia senza veli sacramentali? Ma con l'aver reso prigioniera la mia povera esistenza, l'ha
fatto proprio grossa, e Lui sa in che stretta prigionia mi mette, e come son dure le mie catene; né io posso
fare come fa Lui, che mentre è Prigioniero è libero... La mia prigione è continua."
Ma mentre ciò pensavo, ha ripreso il suo dire col dirmi: "Figlia mia, povera figlia mia, hai subito la mia
stessa sorte! Quando il mio Amore vuol fare un bene, non risparmia nulla, né sacrifici, né pene; pare come
se non si volesse dar ragione. Tutto il suo intento è di far sorgere il bene che vuole.
E' poi certo che dovevo farla grossa. Non si trattava di un bene qualsiasi, ma di un Regno di Volontà
Divina da stabilire sulla terra. Questo bene sarà tanto grande, che nessun altro bene potrà paragonarsi a
questo; tutti gli altri beni saranno come tante goccioline di fronte al mare, come piccole luci di fronte al
Sole. Perciò non ti meravigliare se l'ho fatta grossa, come tu dici. La tua continua prigionia entrava come
necessità del mio Amore, per darmi la compagnia e farmi parlare delle conoscenze della mia Volontà, che
tanto Mi stavano a cuore e sentivo il bisogno di farle conoscere. E tu devi sapere che come ti parlo di Essa,
il mio Amore ti paga e ti sprigiona dai ceppi della tua volontà umana, e ti rende libera nei campi dei
domini del Regno del mio Volere. A questo son dirette le conoscenze di Esso: a sprigionare la creatura
dalla sua volontà, dalle sue passioni, dalle sue miserie. Perciò ringraziami di quello che ho disposto di te;
il mio Amore ti saprà pagare e terrà conto anche di un tuo respiro, e di un istante della tua prigionia."
Dopo ciò seguivo a pensare ai prodigi del Voler Divino, ed il mio amato Gesù ha soggiunto:
"Figlia del mio Volere, come il tuo Gesù disse nello scendere dal Cielo in terra: 'Parto e resto', così quando
salì al Cielo disse: 'Resto e parto'; la mia stessa parola ripete nello scendere Sacramentato nelle creature:
'Parto e resto nei Tabernacoli'. Così, chi vive nella mia Volontà, in tutti i suoi atti può dire la mia stessa
parola.
Come incomincia il suo atto, così viene formato il suo Gesù nell'atto suo. La mia Vita tiene virtù di
moltiplicarsi all'infinito, quante volte voglio. Quindi può dire con tutta verità: 'Parto e resto; parto per il
Cielo, per beatificarlo, per raggiungere la mia sede e far conoscere a tutti il mio caro Gesù, che ho
racchiuso nel mio atto, affinché Lo godino ed amino; resto in terra, come vita mia, sostegno e difesa di
tutti i miei fratelli'. Come è bello un atto nella mia Volontà!"
Fiat!!!!!
12 Agosto, 1938 Volume 36
Quando la creatura entra nel Voler Divino, il Cielo si abbassa e la terra si eleva per darsi il bacio di
pace amore di Dio nel manifestre la Verità. Come tutte le cose diventano vita Come tutte le cose create
sono membra di Gesù diversità d'amore.
Il Volere divino mi stà sempre intorno, che vuole investire i mie atti colla sua luce, per stendervi la sua
vita, mi sembra che stà tanto sull'attenti, che giunge a perseguitarmi d'amore e di luce, perché vuole che in
tutto ciò che faccio chiudesse la sua Vita. Oh! come mi sento felice nel sentirmi perseguitata d'amore e di
luce dal Fiat Supremo. Ed il mio dolce Gesù aprendendomi mi ha detto: "Figlia mia, Vedi a che punto
eccessivo giunge il mio amore, che vuole la creatura a vivere nel mio Volere che giungo a perseguitarla
d'amore e di luce, la luce l'eclissa tutti i mali, in modo che vedendo solo la mia Volontà, si abbandona in
Essa e ci fà fare quello che vogliamo, l'amore l'alletta, la felicita e si fà vincere da noi. Tu devi sapere che
come la creatura entra nel nostro Volere per formare il suo atto, il Cielo si abbassa e la terra si eleva, e si
incontrano insieme, che felice incontro, il Cielo sentendosi trasportata in terra dalla forza creatrice del Fiat
divino, baciano la terra, cioé le umane generazioni ed a qualunque costo vogliono dare a loro che ciò che
posseggono, per contentare il Voler Divino che l'ha trasportato in terra, perché vuol regnare in tutti, la
terra sentendosi elevata in Cielo, sentono una forza ignota, che la trascina al bene, un'aria CELESTE che si
impone su di loro, che le fà respirare una nuova vita.
Un atto nella mia Volontà dà dell'incredibile, questi atti formeranno il nuovo giorno LE umane
generazioni si sentiranno per mezzo di essi rinnovare, ringiovanire nel bene; formeranno la disposizione
per disporli a ricevere la sua Vita, per farla regnare. Questi atti delle a creatura fatti nel mio Volere,
saranno il corredo, i preparativi potenti, i mezzi più efficaci, per ottenere un tanto bene. Dopo piò ha
soggiunto: "Figlia mia, il nostro amore dà dell'incredibile, quando dobbiamo manifestare una verità che
riguarda la nostra Volontà, primo l'amiamo in noi stessi, la facilitiamo, l'adattiamo alla intelligenza
umana, affinché la creatura li riesce facile comprenderla e farla vita propria; la corrediamo del nostro
amore, e poi la facciamo conoscere come spasimante d'amore che vuol darsi a loro, come vita che sente il
bisogno che vuol formarsi in essa. Ma ciò non contento purifichiamo l'intelligenza umana, la investiamo
colla nostra luce, la rinnoviamo, affinché conosca la nostra verità, se la bacia, se la chiude in se stessa e le
dà tutta la libertà di formare la sua vita, per restare trasformata nelle stessa verità.
Perciò ogni nostra verità porta la nostra vita divina, nella creatura, spasimante che ama e vuol essere
amata, ed il nostro amore é tanto, che ci adattiamo alle umane condizioni, per facilitare la conoscenza,
perché se ci conosciamo é facile vincere la volontà umana per farla nostra ed essa avrà interesse di
possedere il suo Dio. Senza conoscenza le vie son chiuse, tutte le comunicazioni e noi restiamo come il Dio
lontano dalla creatura mentre (( stiamo )) dentro e fuori di loro e loro restano lontani da noi nessuno può
possedere un bene se non lo conosce."
Perciò vogliamo far conoscere che chi vive nella Divina Volontà ed opera in Essa, tutto diventa Vita divina
in essa possedendo il mio Fiat la sua virtù creatrice, tutto ciò che fà, se pensa, se parla, se opera, se
cammina, se ama, stende la sua vita e pensa, parla e opera, cammina ed ama, forma la Creazione
(( sperante, )) parlante, la creatura le serve come continuare la sua Creazione anzi fare cose più belle
ancora. Quindi la Creazione non finì, ma continua ancora, nelle anime che vivono nel nostro Volere e se
nella Creazione si vede l'ordine, la bellezza, la potenza delle nostre opere nella creatura si vedrà l'amore,
l'ordine la bellezza, la nostra virtù creatrice ripetente tante nostre vite Divine, per quante volte ci ha
prestati i suoi atti per farci operare. La creatura e vita non opera come la Creazione perciò sentiamo
un'amore irresistibile di formare vite nostre in essa. Ed Oh! come ci dibattiamo, come siamo contenti,
come il nostro amore trova il suo riposo e la nostra Volontà il suo compimento qual'é di formare la nostra
vita in essa. Invece chi non vive nel nostro Volere le sue opere e passi sono senza vita, come pitture dipinte
che non possono né ricevere vita, né darla, né possono produrre nessun bene. Perché non non possono né
ci può essere vita, né bene, senza della mia Volontà
Onde stava soggiungendo i miei atti nella Divina Volontà ed avendo fatta la S. Comunione, il mio dolce
Gesù mi ha detto: "Come é bello quando scendo nei cuori Sacramentato e li trovo nella mia Volontà, trova
tutto in essa, trova la mia Madre Regina, e mi sento ridare la gloria come se di nuovo m'incarnassi, trovo
tutte le opere mie che mi circondano, mi onorano, mi amano, e siccome la mia Volontà circola come
sangue e palpita in tutte le cose create, perciò sono unite con me come membre che partono da me, e
(( ricengono )) in me, sicché tutto ciò che io feci sulla terra, e tutte le cose create, chi mi fà da braccia, chi da
piedi chi da cuore, chi da bocca e mi amano e mi glorificano in modo infinito, la creatura col vivere nel
mio Volere tutto é suo come é mio, e mi può dare la mia Umanità vivente per amarmi, per tenermi
separato e difeso da tutto, mi può dare l'amore che ebbi nel creare il Sole, quanta specialità d'amore non
contiene quella luce, essa é zeppa di tanti svariati ed innumerevoli effetti di dolcezza di colori, di profumi,
in ogni effetto c'é un mio amore distinto e lo puoi vedere dalle svariate dolcezze non é come l'altra é il mio
amore insuperabile, che non contento di far gustare all'uomo una sole dolcezza del mio amore, di
alliettarlo con un solo colore, d'un solo profumo, c'é ne metteva diversi per affogarlo ed alimentarlo col
mio amore, sicché il mio primo alimento, era il mio amore, le altre cose venivano in ordine secondario.
Quindi il Sole, che fà tanto bene alla terra, colla sua luce si stende sotto i passi dell'uomo, li riempie
l'occhio di luce, lo investe da per tutto, le và appresso dove và, é il mio amore che corre nella sua luce, che
amandolo si fà calpestare dai suoi passi, il mio amore li riempie l'occhio di luce; lo investe da per tutto, li
segue ovunque ed in (( quella )) luce ci sono le mie innumerevoli distensioni d'amore, c'é al mio amore che
langue, che ferisce, che rapisce, c'é il mio amore che brucia, che raddolcisce tutto, che ridona la vita a tutto,
c'é il mio amore che prendo da tutti i lati la creatura e la porta come in braccio, guarda figlia mia, la luce, e
tu stessa non potrai numerare le tante svarietà del mio amore e se tu vivrai nella mia Volontà, il Sole sarà
tuo, membro tuo e mi potrai dare tante diversità d'amore, per quante te ne ho dato.
Tutte le cose create sono membra mie, il Cielo, ed ogni stella é un mio amore distinto verso la creatura, il
vento come membro mio non fà altro che come soffia, cosi soffia il mio amore distinto e perciò ora le soffia
la freschezza del mio amore, ora la carezza col mio amore, ora le soffia col mio amore impettuoso, ora col
suo soffio le porta i refrigeri del mio amore. Anche il mare, le goccie d'acqua si tringono tra loro per non
cessare mai di mormorare diversità d'amore con cui amo le creature, anche nell'aria che respirano le
mando in ogni respiro il mio ti amo distinto.
Perciò (( scendendo )) Sacramentato porto insieme con me le cose create come membra mie, colle scene
incantevoli di tanto svariato e molteplice amore mio e come un'esercito lo metto dentro della creatura per
amarla e farmi amare. Com'é duro, doloroso amare e non essere amato. Perciò vivi sempre nelle mia
Volontà e Essa ti metterà a giorno i tanti modi con cui ti ho amato e mi amerai come voglio che tu mi ami."
Fiat!!!
21 Agosto, 1938 Volume 36
Differenza che passa tra la vita che forma nelle Ostie Sacramentali, e quella che forma chi vive nel suo
Volere.
Sono sempre in via nel Voler Divino e mi sentiva impensierita, e diceva tra me: come può essere che si
possono formare tante vite divine in noi, per quanti atti facciamo in Essa? ed il mio sempre amabile Gesù,
sempre benigno per farmi maggiormente comprendere mi ha detto: "Figlia mia, a noi tutto é facile perché
troviamo che si presta la volontà umana a vivere nella nostra, ci dilettiamo anche nel moto, nel respiro, nel
passo formare vite nuove che si muovono, che respirano, che camminano, che parlano, la volontà umana
ci presta come tanti veli, in cui formare tante vite nostre, questo é l'ultimo sfoggio del nostro amore, a ci
piace tanto che purché la volontà umana ci presta il suo piccolo velo, noi popoliamo tutti gli atti suoi, colla
molteplicità delle nostre vite divine. E poi c'é la mia Vita Eucaristica, che ne dà prova e conferma di quello
che ti dico, non sono forse piccoli veli gli accidenti del pane, in cui resto consacrato, vivo e vero in anima e
corpo sangue e Divinità? e se ci sono mille Ostie, nelle mie vite forma in ciascuna. Ostia, sec 'é una sola
Ostia, vi forma una mia sola Vita, e poi che cosa mi dà l'Ostia? nulla, non un ti amo, né un respiro, né un
palpito; né un passo di compagnia, sono solo e molte volte la solitudine mi opprime, mi amareggia e
scoppio in pianto, come mi pesa il non avere a chi dire una parola, sono sotto l'incubo d'un silenzio
profondo, che cosa mi dà l'Ostia? il nascondiglio per nascondermi, la piccolina prigione per rendermi
(( scarei )) per dire, per rendermi infelice.
Ma siccome é mia Volontà, che vuole che io resto Sacramentato in ogni Ostia, Essa che non é mai
portatrice di infelicità, né a noi, né alle creature, che vivono in Essa, fà scorrere nella mia Vita
Sacramentale, le nostre gioie celesti che sono inseparabili da noi, ma sempre da parte nostra; ma l'Ostia
non mi dà mai nulla, non mi difende, né mi ama. Ora se ciò faccio nell'Ostia, cioé formare tante mie vite che
nulla mi dà, (danno) molto più in chi vive nella mia Volontà, la differenza tra le mie vite Sacramentali, e
delle tante mie Vite, che forma in chi vive nel mio Volere é incalcolabile, passa più distanza tra il Cielo e la
terra. Prima che non siamo mai solo, ed aver compagnia é la più grande gioia, che felicità la Vita divina,
ed umana.
(( Or )) tu devi sapere che come forma la mia Vita nel pensiero della creatura che vive nel mio Volere,
sento la compagnia dell'intelligenza umana, che mi corteggia e mi ama, mi comprende e mi dà la sua
memoria, l'intelletto, la volontà in mio potere e siccome in queste tre potenze fù creata la nostra immagine,
mi sento dare per compagnia la nostra eterna memoria che non dimentica nulla, sento la compagnia della
mia Sapienza che mi comprende e poi la compagnia della volontà umana fusa colla mia, che mi ama col
mio Eterno amore, come non moltiplicare in ogni, suo pensiero altrettante vite nostre, quando troviamo
che più ci comprende e ci ama, possiamo dire: troviamo il nostro tornaconto, perché quando più vita
formiamo tanto più ci facciamo comprendere, le diamo duplicato amore e ci ama di più se formiamo la
nostra vita nella parola, troviamo la compagnia della sua, e siccome il nostro Fiat é suo, troviamo tutti i
prodigi che ha operato, quando il nostro Fiat si é pronunziato, se la formiamo nel suo respiro, troviamo il
suo che respira insieme é la compagnia del nostro alito onnipotente, quando creandola le abbiamo infuso
la Vita, se la formiamo nel suo moto, oh! troviamo le sue mani che ci abbracciano ci stringono forte, che
non ci vogliono più lasciare se la formiamo nei passi ci seguono ovunque.
Che bella compagnia, chi vive nella nostra Volontà, non vi é pericolo che ci lascia mai solo, siamo
inseparabili ambedue. Perciò il vivere nel nostro Volere é il prodigio dei prodigi dove facciamo sfoggio
delle nostre tante vite divine, oi facciamo conoscere chi siamo, quello che possiamo fare, e mettiamo in
ordine la creatura con noi, quale la creammo perché tu devi sapere, che queste nostre vite portano con se
mari di luce, d'amore, mari di Sapienza, di bellezza, di bontà, che investono la creatura, per farla
possedere la luce che sempre cresce, l'amore che mai si spegne, la Sapienza che sempre comprende, la
bellezza che sempre si abbellisce di più.
Perciò amiamo tanto che la creatura viva nel nostro Volere, perché vogliamo dare, vogliamo che ci
comprende, vogliamo popolare tutti gli atti umani delle nostre vite, divine, non vogliamo stare racchiusi,
repressi, nella nostra cerchia Divina poter dare, e non dare, quanto ci duole e fino che a tante non viva nel
nostro Volere la creatura sarà sempre l'ignorantello del nostro Essere Supremo, incapace d'imparare
neppure le vocali di quanto l'amiamo e di quanto la possiamo dare. Saranno sempre i figli dissimili de noi,
che forse neppure ci conoscono, degeneri del Padre loro."
Ringraziamenti: Daniela Yeshua
Mons. Giovan Battista Pichierri
ARCIVESCOVO di TRANI - BARLETTA - BISCEGLIE
TITOLARE di NAZARETHO augusta e santissima Trinità
Padre-Figlio-Spirito Santo
noi Ti lodiamo e Ti ringraziamo
per il dono della santità
della tua serva fedele Luisa Piccarreta.
Ella ha vissuto, o Padre, nella Tua divina volontà
rendendosi, sotto l'azione dello Spirito Santo,
conforme al Figlio tuo obbediente sino
alla morte di croce, vittima e ostia a Te gradita
cooperando all'opera della redenzione del genere umano.
Le sue virtù di obbedienza, di umiltà,
di amore sommo a Cristo e alla Chiesa
ci spingono a chiederTi il dono della sua
glorificazione sulla terra, perchè risplenda
a tutti la Tua gloria e il Tuo regno
di verità, di giustizia, di amore si diffonda
sino ai confini della terra nel particolare carisma del
Fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra.
Ci appelliamo ai suoi meriti per ottenere
da Te, SS. Trinità, la grazia particolare che Ti chiediamo intendendo compiere la Tua divina volontà. Amen.
Trani, 29 ottobre 2005
Tre gloria...
Padre nostro...
Regina dei Santi, prega per noi.
PIA ASS.NE "LUISA PICCARRETA P.F.D.V." Corato (Ba) - Italia
Prot.n.098/08/c3
Mons. Giovan Battista Pichierri
ARCIVESCOVO di TRANI - BARLETTA - BISCEGLIE
TITOLARE di NAZARETH
COMUNICATO n.2
circa il processo di Beatificazione e Canonizzazione
della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
A distanza di un anno dal primo comunicato (23 aprile 2007) sento la necessità di informare quanti, nel mondo, sono interessati al processo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Luisa Piccarreta circa il lavoro svolto.
La Postulatrice Avv. Silvia Monica Correale ci ha comunicato che la Congregazione per le Cause dei Santi, in attesa di emettere il decreto sulla validità giuridica dell’inchiesta diocesana, ha sottoposto all’esame dei Censori teologi gli scritti della Serva di Dio conformemente alla normativa canonica e alla prassi vigente.
Colgo questa occasione per esortare tutti a intensificare la preghiera in comunione di fede e obbedienza alla Chiesa, sull'esempio della Serva di Dio Luisa Piccarreta “perché risplenda a tutti la gloria di Dio e il Suo regno di verità, di giustizia, di amore si diffonda sino ai confini della terra nel particolare carisma del Fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra”.
Sappiamo dalla storia della Chiesa che non è la sola efficienza umana a far progredire l’opera di Dio ma la Sua potente mano il cui intervento dobbiamo invocare costantemente. Mobilitiamoci, quindi, in una rete di preghiera e di comunione e di certo il Signore non mancherà di portare innanzi decisamente la realizzazione del Suo progetto.
A riguardo non si deve trascurare di far pervenire alla Segreteria per la Causa di Beatificazione la comunicazione di eventuali doni spirituali o guarigioni ottenuti per intercessione della Serva di Dio.
Con gioia constato, inoltre, dalle notizie ricevute che sempre più i gruppi che si ispirano alla Divina Volontà sono solleciti nel rinsaldare i vincoli di comunione con i propri Vescovi diocesani, realizzando quell’indispensabile comunione che li inserisce organicamente nella Chiesa locale e nel contempo li muove a superare ogni tensione e divisione.
Ribadisco, come nel precedente Comunicato, che tenendo conto della delicatezza della fase attuale ogni pubblicazione degli scritti va assolutamente sospesa. Chiunque si adoperi in senso contrario disobbedisce e nuoce gravemente alla Causa della Serva di Dio. «Una ragione di prudenza e di rispetto per la Chiesa, pertanto, impone a tutti di evitate in ogni modo la pubblicazione a mezzo stampa o informatico degli scritti di Luisa sia in italiano che nelle traduzioni in altre lingue. Ciò anche per ragioni di ordine giuridico giacché l'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie possiede in modo esclusivo la proprietà e i diritti degli scritti. La fiduciosa obbedienza agli indirizzi della Congregazione delle Cause dei Santi è certamente il presupposto fondamentale per un crescente rapporto di fiducia» (Comunicato, 23.04.2007).
Ormai l’aiuto materiale delle offerte è indispensabile per il prosieguo della Causa ed è un segno di comunione effettiva con quanti direttamente vi lavorano. Esse, ricordo, vanno inviate direttamente alla Segreteria della Causa agli indirizzi segnati in fondo alla pagina.
Mentre ringrazio Dio per l’abbondanza di doni che ci ha concesso in questo tempo nella Sua Divina Volontà, invoco su tutti la mia paterna benedizione.
Trani, 30 maggio 2008
Solennità del Sacro Cuore di Gesù
ARCIVESCOVO di TRANI - BARLETTA - BISCEGLIE
TITOLARE di NAZARETHO augusta e santissima Trinità
Padre-Figlio-Spirito Santo
noi Ti lodiamo e Ti ringraziamo
per il dono della santità
della tua serva fedele Luisa Piccarreta.
Ella ha vissuto, o Padre, nella Tua divina volontà
rendendosi, sotto l'azione dello Spirito Santo,
conforme al Figlio tuo obbediente sino
alla morte di croce, vittima e ostia a Te gradita
cooperando all'opera della redenzione del genere umano.
Le sue virtù di obbedienza, di umiltà,
di amore sommo a Cristo e alla Chiesa
ci spingono a chiederTi il dono della sua
glorificazione sulla terra, perchè risplenda
a tutti la Tua gloria e il Tuo regno
di verità, di giustizia, di amore si diffonda
sino ai confini della terra nel particolare carisma del
Fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra.
Ci appelliamo ai suoi meriti per ottenere
da Te, SS. Trinità, la grazia particolare che Ti chiediamo intendendo compiere la Tua divina volontà. Amen.
Trani, 29 ottobre 2005
Tre gloria...
Padre nostro...
Regina dei Santi, prega per noi.
PIA ASS.NE "LUISA PICCARRETA P.F.D.V." Corato (Ba) - Italia
Prot.n.098/08/c3
Mons. Giovan Battista Pichierri
ARCIVESCOVO di TRANI - BARLETTA - BISCEGLIE
TITOLARE di NAZARETH
COMUNICATO n.2
circa il processo di Beatificazione e Canonizzazione
della Serva di Dio LUISA PICCARRETA
A distanza di un anno dal primo comunicato (23 aprile 2007) sento la necessità di informare quanti, nel mondo, sono interessati al processo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Luisa Piccarreta circa il lavoro svolto.
La Postulatrice Avv. Silvia Monica Correale ci ha comunicato che la Congregazione per le Cause dei Santi, in attesa di emettere il decreto sulla validità giuridica dell’inchiesta diocesana, ha sottoposto all’esame dei Censori teologi gli scritti della Serva di Dio conformemente alla normativa canonica e alla prassi vigente.
Colgo questa occasione per esortare tutti a intensificare la preghiera in comunione di fede e obbedienza alla Chiesa, sull'esempio della Serva di Dio Luisa Piccarreta “perché risplenda a tutti la gloria di Dio e il Suo regno di verità, di giustizia, di amore si diffonda sino ai confini della terra nel particolare carisma del Fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra”.
Sappiamo dalla storia della Chiesa che non è la sola efficienza umana a far progredire l’opera di Dio ma la Sua potente mano il cui intervento dobbiamo invocare costantemente. Mobilitiamoci, quindi, in una rete di preghiera e di comunione e di certo il Signore non mancherà di portare innanzi decisamente la realizzazione del Suo progetto.
A riguardo non si deve trascurare di far pervenire alla Segreteria per la Causa di Beatificazione la comunicazione di eventuali doni spirituali o guarigioni ottenuti per intercessione della Serva di Dio.
Con gioia constato, inoltre, dalle notizie ricevute che sempre più i gruppi che si ispirano alla Divina Volontà sono solleciti nel rinsaldare i vincoli di comunione con i propri Vescovi diocesani, realizzando quell’indispensabile comunione che li inserisce organicamente nella Chiesa locale e nel contempo li muove a superare ogni tensione e divisione.
Ribadisco, come nel precedente Comunicato, che tenendo conto della delicatezza della fase attuale ogni pubblicazione degli scritti va assolutamente sospesa. Chiunque si adoperi in senso contrario disobbedisce e nuoce gravemente alla Causa della Serva di Dio. «Una ragione di prudenza e di rispetto per la Chiesa, pertanto, impone a tutti di evitate in ogni modo la pubblicazione a mezzo stampa o informatico degli scritti di Luisa sia in italiano che nelle traduzioni in altre lingue. Ciò anche per ragioni di ordine giuridico giacché l'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie possiede in modo esclusivo la proprietà e i diritti degli scritti. La fiduciosa obbedienza agli indirizzi della Congregazione delle Cause dei Santi è certamente il presupposto fondamentale per un crescente rapporto di fiducia» (Comunicato, 23.04.2007).
Ormai l’aiuto materiale delle offerte è indispensabile per il prosieguo della Causa ed è un segno di comunione effettiva con quanti direttamente vi lavorano. Esse, ricordo, vanno inviate direttamente alla Segreteria della Causa agli indirizzi segnati in fondo alla pagina.
Mentre ringrazio Dio per l’abbondanza di doni che ci ha concesso in questo tempo nella Sua Divina Volontà, invoco su tutti la mia paterna benedizione.
Trani, 30 maggio 2008
Solennità del Sacro Cuore di Gesù